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<<Come stai? Briseide mi ha detto che tu non sarai nel campo durante questa guerra>>.
<<Già, mio padre non vuole correre il minimo rischio, Ettore e Achille si sfideranno, Paride ha fatto arrabbiare Menelao, non vuole che un altro dei suoi figli finisca nei casini>>. Spiega Ruby.
<<E com'è la vista dal palazzo?>>.
<<Ti ho cercata per tutta la battaglia della spiaggia, ma purtroppo sono arrivata in ritardo e la tua nave era già attraccata e i Mirmidoni al tempio di Apollo. Non ho fatto in tempo a vederti>>.
<<Ti sei risparmiata la morte del tuo popolo, non mi sembra una cosa molto triste>>.
<<Che gli Dei mi perdonino per quello che sto per dire, ma fortunatamente non erano poi così tanti gli uomini, e non mi sarebbe importato, avrei tanto voluto vederti mentre combattevi>>.
<<Vorrà dire che lo farai domani, sarai al sicuro, dietro le tue maestose mura, a guardarmi mentre rischio la vita uccidendo la tua gente>>.
<<Presumo che non dovrei essere divertita da questa tua frase>>. Disse Ruby, non riuscendo però a nascondere un sorriso.
<<Forse no, ma sappiamo entrambe che tanto questa guerra è inutile>>.
<<Cosa vorresti dire?>>.
<<Beh>>.iniziò Aleksandra <<Noi Greci siamo sempre stato più forti di voi Troiani, ovviamente saremo noi a vincere>>.
<<E questo lo diresti sulla base di cosa?>>.
<<Io combatterò, e vincerò, poi ti sceglierò come premio di guerra e verrai con me a Sparta>>. Ruby inclinò la testa, il sorriso scomparve dalle sue labbra.
<<Non ho una scelta in questo tuo piano?>>.
<<Ma certo, insomma, la mia era una semplice proposta, non sei obbligata a seguirmi, puoi stare qua a bruciare insieme alla tua città quando arriverà il momento>>.
<<Cosa ti fa pensare che sarà la mia città a bruciare e non i vostri accampamenti?>>.
<<È una speranza, sappiamo che una delle due fazioni dovrà perdere, e se sarà la mia, non mi farò trovare per diventare una serva>>. Spiegò Aleks.
<<Non esistono servi a Sparta?>>.
<<Non proprio, in esistono le nutrici, le che si occupano dei bambini e quando la madre è impegnata, ma solo le donne spartane con un elevato rango sociale, hanno qualche servo in casa, e non sono legate alle faccende domestiche. In casa mia non c'erano servi, ma solo la mia nutrice. Abbiamo gli Iloti, e la loro caccia ogni anno>>.
<<E se non parlassimo di questo adesso?>>.
<<A me va bene, di cosa vorresti parlare?>>. Ruby uscì data tenda con una coperta sulle spalle e una in mano, e si diresse in riva al mare. Stese la coperta che aveva in mano sulla sabbia, e si sdraiò sopra essa, coprendosi meglio con quella che aveva sulle spalle.
Aleks la guardò dalla soglia, e la raggiunse dopo pochi secondi.
<<Bella la luna vero?>>. Chiese Ruby.
<<Molto>>.
<<Ho sempre preferito la notte al giorno>>.
<<Perché?>>. Domandò la spartana.
<<Durante la notte c'è silenzio, un silenzio che sembra quasi irreale se di giorno si ha a che fare con più di diciannove fratelli e sorelle>>.
<<Anche quelli illegittimi vivono nel vostro palazzo?>>.
<<Certo>>. Rispose Ruby <<Mio padre fa vivere a palazzo goni amante che abbiano avuto lui o la moglie se sono stati generati dei figli, più che altro vivono tutti nella stessa stanza e...>>.
<<Un harem, eh?>>.
<<In poche parole sì>>.
<<Tuo padre e tua madre hanno fatto un harem dei loro amanti e li tengono nel palazzo?>>.
<<È quello che ho detto>>.
<<Scelta interessante>>. Commentò Aleks ridendo.
<<Io non penso riuscirei a sopportare una cosa del genere, non riuscirei nemmeno ad accettare che mio marito abbia un'amante>>.
<<Perché pensi che sposerai un uomo?>>.
<<Chi altro dovrei sposare?>>.
<<Nessuno, era solo una domanda>>.
<<Sono una reale>>. Disse Ruby.
<<Lo so>>. Rispose l'altra.
<<Io non avrò possibilità di scelta nel mio futuro matrimonio, potrò solo sperare che non sia un uomo che mi provochi ribrezzo>>.
<<E sperare di non diventare uno spettro>>.
<<Perché dovrebbe succedermi?>>.
<<Succede sempre alle persone che conducono una vita infelice>>.
<<E tu allora? Chi credi di sposare?>>.
<<La donna della quale sarò innamorata>>.
<<È concesso?>>. Chiese stupefatta Ruby.
<<Certo, Sparta è una città molto libera, viene praticata la poliandria, esiste il divorzio e le donne possono ereditare beni e gestire le attività economiche>>.
<<Poliandria?>>.
<<Una donna può fare sesso anche con altri uomini al di fuori del matrimonio per generare figli che risultino il più possibile perfetti>>.
<<Esiste una libertà assoluta, allora. Mi sarebbe piaciuto nascere a Sparta>>.
<<Non stai bene coccolata e viziata nelle mura della tua Troia?>>.
<<Non dico questo, sto bene tra gli agi e la comodità, ma ogni tanto vorrei poter avere una possibilità di scelta, e non dover sempre sottostare al volere degli uomini della mia famiglia>>.
<<Gli unici uomini ai quali io devo sottostare sono i re di Sparta, ma la maggior parte delle volte riescono a risolvere i loro conflitti da soli, senza creare nessun disturbo al popolo>>. Spiegò Aleks.
<<La caccia agli Iloti è vera dunque?>>.
<<Certo che è vera>>.
<<È una barbarie>>.
<<Lo so, ma è una tradizione a Sparta, diventano sempre più numerosi, e non sempre si riesce a sfamarli tutti>>.
<<E quindi bisogna ucciderli?>>.
<<Non penso sia la soluzione migliore, ma è quello che ormai si fa da molti anni>>.
<<Il fatto che si faccia, non vuol dire che sia giusto>>. Disse Ruby con una punta di acidità.
<<Beh allora dai te una soluzione, cosa proponi? Di mandarli in altre città per servire altre persone? O di lasciarli stare e farli moltiplicare finché non si arriverà a una guerra per il grano?>>.
<<Non è giusto>>.
<<Senti, tu non sei nessuno per giudicare tradizioni che durano da centinaia di anni, non ti vanno bene? Cambia città, sennò le accetti e le esegui>>.
<<E la selezione dei neonati...>>.
<<A cosa servono neonati che cresceranno deboli e che non avranno nessuna utilità durante la guerra?>>.
<<Non sempre si riesce a ottenere la perfezione>>.
<<Noi spartani sì, abbiamo la selezione apposta, tutti quelli che risultano troppo piccoli, deboli o malati, saranno eliminati>>.
<<Come fate a essere così avanti e allo stesso tempo così indietro?>>.
<<Potrei farti la stessa domanda: perché siete così avanti nel non uccidere i vostri figli maschi che non saranno utili in battaglia, ma a trattare le vostre figlie come oggetti? Vedi, Ruby, Sparta si è sempre basata sulla guerra, noi Spartani siamo nati per combattere e morire in battaglia. Gli eserciti migliori sono appunto quelli che includono degli Spartani, cosa molto rara, visto che quasi mai l'esercito Spartano si fa convincere a combattere al di fianco di altre città>>.
<<Si, ma...>>.
<<Basiamo la nostra intera esistenza sulla guerra, e se per essere il miglior esercito del mondo, dobbiamo uccidere qualche servo dei campi, o scartare chi non potrebbe farcela, lo farò più che volentieri>>.
<<Qui a Troia è diverso>>. Disse Ruby.
<<L'ho notato>>.
<<Non posso sposare la persona che amerò, perché il mio matrimonio servirà per creare alleanze>>.
<<Quando tutto questo sarà finito potrai scappare>>.
<<Come Elena ha fatto con Paride?>>.
<<Ecco, tu cerca di non sposarti prima di scappare, lascia una lettera a tuo padre dove gli spieghi che non riesci a vivere in quella situazione e che te ne stai andando. Lui non saprà con chi sarai né dove andrai, così non correrai il rischio che inizi una guerra con un pretesto stupido>>.
<<Pensi che sia un pretesto questa guerra?>>.
<<Lo so per certo>>. Disse Aleks>>. Agamennone ha sempre voluto conquistare Troia, per lui era la città invalicabile che solo i migliori potevano riuscirci, e lui dichiarava sé stesso come il miglior re della Grecia. Era ovvio che avrebbe usato questa scusa per attaccare la tua città. Se in questa guerra dovessero morire Paride, o Elena, o Menelao, Agamennone non si farà scrupoli a trovare un'altra scusa per provare a distruggervi>>.
<<E non si può fermare?>>.
<<Hai mai fermato un serpente dal mangiare un topo dopo che era stato tenuto a digiuno per tanto tempo?>>.
<<No>>.
<<E non ci si deve provare neanche con Agamennone>>.
Aleks e Ruby rimasero sdraiate sulla spiaggia per quelle che sembravano ore, finché il sole non iniziò a spuntare all'orizzonte.
<<Devo andare>>. Disse Ruby, guardando il sole.
<<Già, lo so>>.
<<Ma ci rivedremo>>.
<<Anche questo te lo hanno detto gli Dei?>>. Chiese ironica Aleks.
<<No, questa è una promessa che ti faccio io: io e te ci rivedremo prima della fine della guerra>>.
<<Oggi sarai solo te a vedermi>>.
<<Spero di riconoscerti>>.
<<Armatura nera che avvolge un corpo femminile? Mi sembra una cosa molto difficile>>.Aleksandra era ironica.
<<Effettivamente non siete molti voi Mirmidoni, e di solito combattete sempre in gruppo, dovrei riuscire a riconoscerti>>.
<<Allora divertiti a restare sul tuo piedistallo dorato, ci rivedremo>>.
<<Ci rivedremo>>. Con queste ultime parole, Ruby si alzò in piedi e tornò all'interno delle mura di Troia, nel suo letto.
Aleks prese le coperte e le riportò all'interno della sua tenda, trovando Agamennone seduto su una sedia.
<<Cosa vuoi?>>. Chiese Aleks infastidita della sua presenza.
<<Ti ho vista sulla spiaggia, era la Troiana della Tessaglia vero?>>.
<<Questo non ti riguarda>>.
<<Ed è qua che ti sbagli, tu sei una guerriera greca, e lei una principessa Troiana>>.
<<Sbagliato, io sono una guerriera Spartana, una Mirmidone, non combatterò mai in tuo nome>>.
<<Ma intanto sei nel mio esercito>>. Esclamò Agamennone alzandosi in piedi.
<<Io sono nell'esercito di Achille, tu sei solo un’altra anima che cammina su questa terra>>.
<<Io sono il tuo re!>>.
<<Il mio re è Menelao, tuo fratello, tu sei solo l'uomo che mi ha portata via da casa mia per due volte. Pensi che non lo sappia che sei stato te a chiedere la mia presenza anche per questa inutilità?>>.
<<I Troiani hanno insultato tutta la Grecia>>.
<<Hanno insultato solo tuo fratello>>. Alzò le spalle Aleks.
<<È il tuo re>>.
<<Mi hai forse vista in una delle due sessanta navate che sono partite da Sparta?>>.
<<Sei una persona meschina>>.
<<Sarò anche meschina, ma lo sapeva bene anche lui che io non sarò mai andata a combattere al suo fianco>>.
<<Oh, già, tu combatti al fianco di Achille, vero? Combatti tra uomini con la stessa ferocia di tutti loro messi insieme>>.
<<Tu e tuo fratello>>.Iniziò Aleks <<Mi avete obbligata a prendere parte a questa guerra, ma non pensare neanche per un secondo di potermi comandare>>.
<<Non dovresti osare sfidare il tuo re, figuriamoci incontrarti nel cuore della notte con la sorella dell'uomo che le ha rubato la moglie>>.
<<Perché non sei venuto da noi? Perché non hai neanche provato ad ucciderla?>>. Chiese la ragazza <<Ti rispondo io: tu hai paura>>.
<<Stai attenta ragazzina, ricorda con chi stai parlando>>.
<<Io so bene chi ho di fronte, e sai chi altri lo sa ancora meglio? Ifigenia. Ti ricordi di lei? La figlia che hai sacrificato per la tua sete di sangue. Ecco chi ho davanti: un uomo che è disposto ad uccidere la sua stessa figlia per conquistare una città>>.
<<Ho provato a non farlo>>. Esclamò il re <<Mi hanno obbligato gli altri comandanti!>>.
<<E invece di rinunciare alla guerra, hai rinunciato alla vita di Ifigenia?>>. Agamennone si avvicinò alla ragazza.
<<Esatto, ho ucciso la mia stessa figlia per questa guerra, lo sai. Devi tornare vincitrice a Sparta, o la prossima ragazza sacrificata sarai tu>>.
Aleks scoppiò a ridere, per nulla spaventata dalla minaccia del re di Micene.
<<E a chi mi sacrificheresti?>>.
<<Ad Artemide, come mia figlia>>.
<<Spiacente, Artemide accetta solo le vergini. Ora esci dalla tenda>>.
<<In futuro si parlerà di questa guerra, le persone ricorderanno il mio nome, non quello di una ragazzina insulsa, ma il mio>>.
<<In quel futuro che tu tanto ostenti, il tuo nome verrà ricordato solo affiancato alla parola "figlicidio">>.
Agamennone uscì dalla tenda come una furia, trovandosi davanti una decisa di Mirmidoni che, come ogni mattina, stavano aspettando che Aleks si svegliasse e si unisse a loro. Guardarono il re di Micene sull'attenti, pronti a intervenire nel caso Aleks avesse ordinato qualcosa.
La ragazza uscì dalla tenda qualche secondo dopo.
<<Ci vediamo alla battaglia di oggi, Aleks>>. Disse il re.
<<Io non penso proprio>>. Rispose Aleks ridendo.
<<Tu oggi combatterai per me!>>. Agamennone fece al massimo un passo verso di lei, che subito i Mirmidoni sguainarono le spade.
<<Io oggi non combatterò, vai a chiedere ad Achille se vuoi un leone tra le tue file>>.
Agamennone sputò ai piedi di Aleks e se ne andò con passo sostenuto e arrabbiato.
<<Comandante...>>. La chiamò un Mirmidone.
<<Chiamatemi Achille, lo voglio qua subito!>>. Entrò di nuovo Nea tenda, buttando per terra tutto ciò che c'era sul piccolo tavolo appoggiato alla parete.
Achille entrò in una stanza ridotta ormai a un casino.
<<Che è successo?>>. Chiede lui.
<<Oggi non combattiamo, mi ha insultata>>.
<<Mi ha preso Briseide>>.
Si guardarono negli occhi, come se entrambi avessero pensato alla stessa cosa. Si sorrisero ed uscirono trovandosi davanti tutti i Mirmidoni.
<<Oggi non andiamo>>. Le parole di Achille furono seguite da sguardi confusi da parte del suo esercito, ma non ci diede importanza.
<<Andiamo a vedere come se la cavano senza di noi?>>. Chiese Aleks. Achille la guardò con un sorriso malizioso.
<<Uomini!>>. Disse Achille <<Chiunque volesse unirsi a noi, è il benvenuto>>.
Tutto l'esercito dei Mirmidoni si ritrovò riuscito su un'altura che aveva l'intero panorama del campo di battaglia davanti a Troia. Alla loro sinistra avevano la città circondata dalle mura, e l'esercito schierato appena fuori dalle porte, e a destra avevano i Greci.
Aleks aveva lo sguardo puntato a sinistra, e vide da lontano il famoso palchetto sopra il palazzo dove sedevano tutta la famiglia reale. Vide che quasi nessuno era seduto, erano tutti appoggiati al parapetto in pietra, sporgendosi leggermente.
Sul campo di battaglia stavano parlando Agamennone, Menelao ed Ettore e suo fratello Paride. Quest'ultimo aveva in mano una spada che sembrava brillare al sole, e fissava Menelao, che sogghignava.
Dopo poco, Agamennone ed Ettore si allontanarono, lasciando il centro del campo ai due fratelli, che iniziarono a girarsi intorno.
<<Paride vuole combattere contro Menelao?>>. La voce di Aleks era sorpresa.
<<A quanto sembra>>. Rispose Achille.
<<Non finirà bene per il giovane principe>>.
<<Pensi che sarà bravo abbastanza per avere una minima speranza con Menelao?>>.
<<Penso che Ettore non lascerà che suo fratello muoia>>. Disse Aleks.
<<Esatto, non andrà a finire bene e basta>>.
Menelao si tolse l'elmo e lanciò lo scudo da parte iniziando subito ad attaccare Paride, che parlava con il proprio scudo i colpi come poteva.
Lo sguardo di Aleks ritornò al palco che sovrastava Troia, non poteva riconoscere le persone che c'erano, erano troppo lontane per poterle identificare, ma sperava che Ruby non stesse guardando il proprio fratello che andava incontro alla morte.
Il duello tra i due uomini sembrò finire. Ormai Paride non aveva in mano più nulla, ed era ferito. Diede le spalle a Menelao e scappò verso suo fratello Ettore, gettandosi ai suoi piedi.
<<È per lui che hai lasciato tuo marito?!>>. Urlò Menelao, rivolto ai reali di Troia, la sua voce era talmente forte che riuscirono a sentirla anche nelle ultime fila dell'esercito greco. Poi guardò Ettore <<Spostati principe Troiano, ucciderò tuo fratello e mi riprenderò la donna>>.
<<Il duello è finito>>. Disse Ettore con voce ferma.
<<Il duello non è finito, spostati, o ucciderò tuo fratello ai tuoi piedi>>. Menelao sollevò la spada, con l'intento di colpire a morte Paride.
Ettore però estrasse la propria spada e con essa trapassò da parte a parte lo sterno del re Spartano.
<<Cazzo>>. Disse Aleks, guardando la scena.
Agamennone emise un urlo di dolore e fece partire il suo esercito a combattere. I Greci iniziarono a correre e si scontrarono con i Troiani.
Ormai Paride, dopo aver ripreso la propria spada, era stato trasportato di nuovo dentro le mura.
I Greci si stavano ammassando uno sopra l'altro nel tentativo di combattere.
<<Sono troppo vicini alle mura>>. Disse Achille.
<<Non vinceranno mai questa battaglia>>. Concordò Aleks <<Agamennone non dovrebbe comandare un esercito così grande>>.
<<Accecato dalla morte del fratello sta condannando tutti nell'Ade>>. Si intromise Patroclo.
<<Conosco un'altra persona che probabilmente farebbe la stessa identica cosa>>. Aleks si girò verso Achille mentre parlava, facendolo ridere.
<<Avevi detto che ti avrei vista sul campo>>. Una nuova voce si intromise, e tutti i soldati sguainarono le spade puntandole contro la ragazza che era spuntata alle loro spalle: Ruby.
<<Ma cosa...?>>. Chiese Aleks guardandola.
<<Continui a sottovalutare la mia conoscenza della mia stessa terra, so che strada percorrere per arrivare dovunque io voglia>>.
<<Non dovresti essere qui>>. Disse Achille guardandola <<Mettete via le spade>>. Tutti si rilassarono, tornando a guardare la battaglia che ormai contava più morti greci che Troiani.
<<Ubbidienti>>. Commentò Ruby guardando i Mirmidoni.
<<Achille ha ragione, non dovresti essere qua, ma dietro le tue mura>>. Disse Aleks.
<<Non ho visto armature nere in mezzo all'esercito, poi mi sono guardata intorno e le ho viste qua, all'inizio mi sono spaventata, pensando che volevate attaccarci anche dal lato. Mio padre fa girato lo sguardo verso di voi e si è messo a ridere sommessamente. Io gli chiesi cosa avesse e lui mi rispose che il vostro esercito era diviso, e che se avessimo iniziato una vera battaglia, come è successo, non sareste mai riusciti a vincerla>>.
<<Tuo fratello Paride ha infranto l'accordo, ed Ettore ha ucciso Menelao>>.
<<Come mi dispiace>>. Disse ironica la principessa Troiana.
<<Dovrebbe, ora Agamennone avrà un'altra scusa per tenere qua il suo esercito>>.
<<Guardalo il suo esercito>>. Ruby indicò con il braccio i Greci, che ormai stavano battendo in ritirata <<Stanno tornando indietro, nelle loro tende, le battaglie vanno premeditate, studiate e poi messe in pratica, Atena sennò non sarebbe così importante. Loro non l'hanno fatto, sono corsi verso uomini che alle loro spalle avevano un muro a proteggerli>>.
<<Tu e il tuo muro state iniziando a rompermi le palle>>. Disse Achille, trovando il supporto del resto dei Mirmidoni.
<<Rimane il fatto che sono stati degli incoscienti a credere di poter fare effettivamente qualcosa>>.
<<Prima o poi qualcuno lo butterà giù e renderà la tua città cenere>>. Disse un Mirmidone.
<<Questo è da vedere>>.
<<Torna a casa>>. Disse Aleks <<Vai a festeggiare questa vittoria, forse tuo padre vorrà congratularsi con i suoi figli per la figura da vigliacchi e disonesti che hanno fatto. Non vorrei mai che ti castighi per essere una traditrice>>.
<<Io non sono una traditrice>>.
<<Eppure sei qui con me, e non mi risulta che combattiamo per la stessa causa>>.
<<La tua non è una causa>>.affermò Ruby <<Tu combatti perché te lo ordinano, io per proteggere la mia città>>.
<<Ti correggo: io combatto perché Achille mi chiede di farlo per lui, e te non stai proteggendo proprio nessuno>>.
<<Stanotte posso venire da te?>>. Chiese Ruby, cominciando a dirigersi verso Troia.
<<Se ti dicessi di no, c'è una qualche speranza che tu rimanga nel tuo letto?>>.
<<Non ci sperare minimamente>>.
<<Ci vediamo stanotte>>. Disse Aleks salutandola. Achille e i Mirmidoni la guardarono ridacchiando, mentre tutti stavano tornando nella propria tenda.
<<Ti ha resa debole>>. Disse Achille ad Aleks sorridendo.
<<Patroclo ti ha reso un deficiente molto tempo fa, non ti preoccupare per me, non arriverò mai al tuo livello>>.

Dieci anni di guerra e una notte d'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora