La notte dopo, Aleks riuscì a convincere Ruby a tornare a casa, infondo c'era una tregua di dodici giorni per Troia, per lasciare elaborare il lutto alla città del principe Ettore. Agamennone non l'aveva presa per niente bene, aveva sbraitato per ore contro tutti i re della Grecia, in particolare con Achille per avere concesso loro quel periodo di tregua. Ruby era tornata a casa dalla sua famiglia, promettendo ad Aleks di rimanerci per tutta la durata di quei giorni di pace, e ora la Spartana si trovava nella tenda di Agamennone per discutere di un'idea che aveva avuto Ulisse.
<<Un cavallo?>>. Chiese per l'ennesima volta Aleks, scettica.
<<Sì, un cavallo>>. Replicò ancora Ulisse.
<<Un cavallo enorme, fatto di legno>>.
<<Esatto>>.
<<Scambiato come dono a Poseidone>>.
<<Mi stai prendendo in giro?>>. Chiese Ulisse vedendo il sorriso sulle labbra di Aleks.
<<No, sto cercando di capire come potrebbero cascarci i Troiani a una cosa del genere. Insomma, mi sembra una presa per il culo troppo grande anche per loro>>.
<<Alcuni dei nostri soldati sono morti per colpa della peste, li lasceremo in bella vista sulla spiaggia e noi saliremo a bordo delle navi nascondendole dietro alla scogliera. Non ci saliremo tutti, ma alcune le smonteremo e ci costruiremo un cavallo alto diversi metri dove poterci nascondere dentro. I Troiani lo prenderanno come dono a Poseidone e lo porteranno al loro tempio dentro le mura lasciandoci entrare dentro la città di loro spontanea volontà>>. Spiegò Ulisse.
<<E hai appena detto che alcuni greci saranno in questo cavallo>>.
<<Esattamente>>.
<<E quelli nel cavallo apriranno le porte a chi sta fuori al momento giusto>>.
<<Lo farete tu e quelli nel cavallo>>.
<<Io?>>. Chiese Aleks.
<<Sì, tu sarai dentro, insieme ai Mirmidoni>>.
<<I Mirmidoni non combatteranno>>. Si intromise Achille.
<<Cosa?>>. Chiese Ulisse.
<<Torneranno a casa, scegli un altro gruppo da mandare là>>.
<<Ma i Mirmidoni...>>.
<<Torneranno a casa la sera prima>>. Disse Aleks confermando le parole di Achille.
<<E tu no?>>. Chiese Ulisse guardandola.
<<Io sono qua solo per Ruby, la andrò a prendere e la porterò via con me>>.
<<La porterai via con te?>>.
<<Sei diventato sordo tutto d'un tratto?>>. L'irritazione di Aleks era molto evidente.
<<Dico solo che non penso sia una bella idea>>.
<<Ciò che pensi non mi interessa minimamente. I Mirmidoni non verranno. Io non parteciperò se non per andare a salvare la mia compagna. Questo è tutto>>. Aleks si avviò fuori dalla tenda di Agamennone, venendo però fermata da questo.
<<E cosa ti fa pensare che ti permetterò di salvare una di quelle cagne Troiane?>>. Aleks alle parole del re di Micene gli si avvicinò fino ad arrivargli a un palmo dal viso. E all'improvviso gli rise in faccia con disprezzo.
<<E tu pensi di valere un minimo per potermi dire cosa posso o non posso fare? Non è così. Tu non vali proprio un cazzo>>. Detto ciò, Aleks uscì dalla tenda insieme ad Achille con la rabbia che le consumava ogni singola cellula del proprio corpo.
Arrivò davanti alla tenda dell'eroe e insieme riunirono ai Mirmidoni per dare loro la notizia.
<<Mirmidoni!<<urlò Achille attirando la loro completa attenzione <<Voi state per tornare a casa>>.
<<Ma mio Signore...>>. iniziò a dire Eudoro.
<<No, Eudoro, non ci sarà nulla che tu possa dire per convincermi del contrario>>.
<<Neanche io penso che sia una buona idea>>. Disse Aleks.
<<E perché mai?>>. Chiese Achille scocciato.
<<Ci serve una nave pronta a partire appena avremmo finito a Troia>>.
<<Io morirò qua>>.
<<Serve a me>>. Rispose allora Aleks <<Mi serve una nave pronta per portare via me e Ruby>>.
<<Va bene, allora loro si nasconderanno sulle navi, e saranno pronti a partire quando tu e Ruby ci salirete>>. Affermò Achille allontanandosi. Aleks lo raggiunse.
<<Vieni anche tu con noi>>. Gli disse.
<<Perché?>>.
<<Ormai hai già vendicato Patroclo e hai già fatto la tua parte per questa guerra inutile>>.
<<Ma si parlerà di questa guerra inutile per centinaia di anni, e come hai detto tu, non ho più Patroclo, non ho nessuno da cui tornare>>.
<<E tua madre?>>. Gli chiese allora.
<<Soffrirà, ma alla fine capirà, lo ha sempre saputo anche lei che il mio posto era qua, che dovevo morire qua>>.
<<Non puoi sapere se morirai in questa ultima battaglia>>. Achille rise.
<<Pochi giorni prima di partire sono andato a trovare mia madre, stava raccogliendo delle conchiglie. Mi ha detto che la mia vita era a un bivio molto importante: o restare a Ftia, sposandomi e avendo dei figli, ricordato solo da loro, e poi il mio nome sparirà nel vento quando loro moriranno. Se fossi partito, il mio nome sarebbe riecheggiato nei secoli a venire, anche quando il mio corpo non sarà altro che cenere>>.
<<Quindi morirai qui>>. Achille fissò il cielo per interi secondi, per poi riportare gli occhi su Aleks, che stava aspettando la sua risposta.
<<Se Patroclo fosse ancora vivo, avrebbe anche una minima speranza di farmi tornare a casa. Ma è morto. E nessuno può cambiare questo. Io non tornerò a Ftia senza di lui>>. Le rispose convinto.
<<E casa tua?>>.
<<Puoi andarci a vivere te, avrai bisogno di un posto dove stare appena questa guerra finisce>>.
<<Io tornerò a casa mia>>. Gli disse.
<<Allora passa tutto il tempo che vuoi a Sparta, stai con la tua famiglia, e quando vorrai un posto tuo, vai pure nella mia casa a Ftia>>.
<<E i Mirmidoni cosa faranno senza di te? Ci sarà sicuramente un'altra guerra prima o poi, chi li guiderà?>>. Chiese Aleks.
<<Potresti farlo tu>>. Rispose Achille.
<<No. Io appena me ne andrò via con Ruby, tutto ciò che riguarderanno guerre e strategie sarà fuori dalla mia vita. Cedi il ruolo a Eudoro, è un bravo combattente e stratega, e ti è sempre stato vicino>>.
<<Per colpa sua è morto Patroclo>>.
<<Patroclo è morto per colpa della sua smania della guerra. È sempre stato il suo sogno combattere, ma sfortunatamente la sua prima volta è stata anche l'ultima. Non c'è da incolpare nessuno, forse nemmeno Ettore, Infondo lui credeva di star uccidendo te. Patroclo non vorrebbe che tu vivessi nell'odio e nel rancore>>.
<<Lo so, Patroclo era una buona persona>>. Disse sospirando Achille.
<<E non credi sia meglio vivere anche per lui? Lui vorrebbe solo che tu sia felice. Non vorrebbe una vendetta peggiore di quella della morte di Ettore>>.
<<Non sono ancora qua per vendicare Patroclo, so che ho già fatto quello che dovevo, ma io non voglio essere dimenticato, e lo sarò se torno a casa adesso>>. Le spiegò.
<<Perché ti importa così tanto essere ricordato?>>.
<<Perché a te non importa?>>.
<<Perché a me basta essere ricordata dalle persone che amo, e che mi amano>>. Achille spalancò le braccia, quasi come se fosse un Dio e volesse attirare tutto il suo potere nelle sue mani.
<<Io voglio essere ricordato anche dagli sconosciuti, voglio che il mio nome esca dalla bocca di ogni persona di questo mondo, presente e futuro. Tutti dovranno ricordarsi di me, del Pelide Achille, che combatté nella guerra di Troia fino alla morte per la gloria. Tutti rimembreranno le mie gesta eroiche>>.
<<È davvero questo che ti renderebbe felice?>>.
<<Sì>>. Sconsolata Aleks si allontanò da lui, dirigendosi verso la sua tenda.
<<Va bene, spero che ciò che desideri possa in futuro accadere per davvero>>.
Entrò nella sua tenda, pensierosa. Non riusciva a comprendere del tutto il perché Achille si stesse comportando così, non le sembrava una cosa così importante farsi ricordare da persone che neanche si conoscevano. Avrebbero conosciuto solo il nome, non la persona che fosse, non si sentiva sbagliata nel pensare ciò, semplicemente non ambiva alla fama millenaria a cui ambiva lui. Nel pensare questo si estraniò completamente mentre entrava nella tenda, e sovrappensiero non vide subito la persona che era nel suo letto. Si spaventò nel vedere Ruby nel suo letto che dormiva. Era convinta che la notte prima fosse tornata a casa per passare qualche giorno con la famiglia. La svegliò scuotendola neanche troppo dolcemente.
<<Mh...>>. Mugolò Ruby svegliandosi.
<<Svegliati>>. Disse Aleks con voce scocciata.
<<Che succede?. Chiese Ruby, vedendo la sua faccia accigliata.
<<Perché sei qua?>>. Domandò di rimando Aleks.
<<Non sei contenta di vedermi?>>.
<<Ti rendi conto che è pieno giorno?>>. Il loro era un continuo domanda su domanda, senza che nessuna delle due abbia l'intenzione di dare una risposta.
<<Non sei felice della sorpresa?>>.
<<Quando sei arrivata?>>. Chiese Aleks ancora.
<<Poche ore fa, era ancora notte, ti ho vista uscire dalla tenda e io ci sono entrata. Pensavo saresti tornata presto, ma alla fine mi sono addormentata>>.
<<Non ti ha vista nessuno, vero?>>.
<<Potresti anche smetterla di farmi domande e venire qua ad abbracciarmi, mi sei mancata molto in questi giorni. Casa mia non è così divertente come la tua tenda>>.
<<Ruby... Rispondimi>>.
<<Va bene...No, non mi ha visto nessuno, o almeno nessuno è entrato dopo che l'ho fatto io per controllare chi fossi, penso che non mi abbiano notata>>.
<<È solo il nono giorno della tregua, ne avevi altri tre da passare a Troia. Perché sei venuta qua così presto?>>.
<<Non riuscivo più a stare in quella casa>>. Disse improvvisamente triste Ruby.
<<Perché?>>.
<<Ogni giorno sentivo i miei genitori, fratelli e sorelle piangere, anche il pianto di Andromaca non aveva fine>>.
<<È normale che piangano>>. Li giustificò Aleks.
<<Ne sono convinta anche io, ma non riuscivo più a stare lì, e poi le donne di tutta Troia continuavano a intonare canti funebri per le strade e le piazze>>.
<<L'hanno presa proprio male>>. Tentò di sdrammatizzare Aleks.
<<Già, non potevo più restare>>.
<<Va bene, allora stai qua, con me>>.
<<Davvero?>>. Chiese Ruby con un sorriso sornione.
<<Certo, basta che non ti faccia vedere>>.
<<Sei arrabbiata?>>. Aleks abbassò la testa ridendo.
<<No, amore mio, non sono arrabbiata, sono solo stanca. Mi hanno svegliata per discutere di una strategia per poter finalmente vincere>>.
<<È arrivata l'ora?>>.
<<Penso proprio di sì, solo che ancora non conosco i tempi in cui ci riusciremo>>.
<<Cosa posso fare?>>. Chiese Ruby. Aleks alzò lo sguardo confusa.
<<Nulla, tu non devi fare nulla se non nasconderti nel momento in cui si scatenerà l'Ade. Io verrò a prenderti e ce ne andremo>>.
<<Ti ricordi vero dove devi venire?>>.
<<Certo che me lo ricordo, ma ascoltami un secondo, c'è una cosa molto importante che devi sapere>>. Ruby si fece attenta.
<<Dimmi tutto>>.
<<Arriverà il giorno in cui noi Greci ce ne andremo>>.
<<Con me>>. Parafrasò Ruby.
<<No>>.
<<Hai appena detto...>>.
<<Ruby, è una cosa seria questa, devi ascoltarmi senza interrompermi. Non sto dicendo che me ne andrò per davvero senza di te, ma tuo padre deve pensare che sia così. Arriverà il giorno in cui il nostro accampamento non ci sarà più, smantellato in una sola notte e non ci saranno più navi Greche a largo di questa spiaggia. Saremo nascosti>>.
<<Sarà quello il giorno?>>.
<<Sì, quando accadrà, la notte stessa dovrai nasconderti e aspettarmi>>.
<<Aleks, dimmi i dettagli, sai che non li direi mai a nessuno>>. La pregò Ruby. Aleks sospirò, pensandoci per vari secondi a quella richiesta, poi decise di fidarsi.
<<Costruiremo un cavallo di legno in onore di Poseidone, per un ritorno a casa benedetto, ma non saremo andati a casa, saremo nascosti, alcuni nelle navi che porteremo dietro alle coste alte, e altri nel cavallo. Io sarò nel cavallo, così potrò correre subito da te>>.
<<Come farete a entrare a Troia?>>.
<<Tuo padre sarà convinto di avere vinto, e si ritroverà un dono per Poseidone, e se non sbaglio c'è un tempio in suo onore nella vostra città, e sappiamo molto bene che tuo padre non toglierebbe mai un dono a un Dio. Sarà lui stesso a ordinare di portare all'interno di Troia il cavallo con noi dentro>>. Spiegò Aleks, lasciando stupefatta Ruby.
<<Noi penseremo che ve ne sarete andati, saremo convinti di avere vinto>>. Controbatté Ruby.
<<Esatto>>. Affermò Aleks.
<<E saremo ubriachi e felici>>.
<<Sì>>.
<<Ok, basta così>>. La fermò Ruby.
<<Amore...>>.
<<Va bene>>. Affermò la Troiana. Stavolta a essere stupefatta fu Aleks.
<<Va bene?>>.
<<Sì, va bene. Andrò a letto presto e mi nasconderò, ma tu vienimi a prendere>>.
<<Sai che lo farò>>.
I giorni passarono molto lentamente per entrambe le ragazze, erano giorni che non si vedevano. La tregua era finita e Aleks non si sentiva per niente tranquilla a tenerla nella sua tenda.
I Greci avevano iniziato a costruire il cavallo, smantellando diverse navi, le battaglie si susseguivano giorno dopo giorno. Aleks combatteva con una furia indomita, ora aveva qualcosa da perder se fosse morta, e non poteva permettersi un viaggio nell'Ade in questo momento. Non che servisse essere una furia quando combatteva, l'esercito Troiano risentiva molto della morte di Ettore, le formazioni si scioglievano nei primi minuti della battaglia lasciando libero campo ai Greci per trucidarli.
Ruby sedeva sul tetto del palazzo e assisteva a ogni battaglia, cercando con lo sguardo Aleks. Non la trovava quasi sempre, ma era sicura che fosse lì.
Priamo vedeva la figlia cambiare umore molto in fretta, passava da un triste quasi angosciante quando era in casa, a un'allegria travolgente quando vedeva la presenza di Aleks nel campo di battaglia.
Pochi giorni dopo, il cavallo era pronto, la squadra che doveva starci dentro era stata formata e in piena notte, i Greci fecero salpare le navi rimaste, nascondendole dietro alle coste. Vari corpi colpiti e morti per la peste erano stati lasciati sulla spiaggia in bella vista. Aleks vide le navi che salpavano e i soldati rimasti avevano iniziato ad arrampicarsi sul cavallo grazie a una corda. I suoi due fratelli non erano stati scelti, e in un certo senso Aleks era felice della cosa, c'erano non pochi rischi a trovarsi dov'era lei. Quando Aleks e i soldati riuscirono a salire e a chiudere la porta della botola, si sedettero e quasi senza fare rumore si misero a parlare tra di loro.
<<Quanto tempo ci vorrà?>>. Chiese Agamennone a Ulisse.
<<Difficile dirlo con certezza, è notte fonda, bisogna aspettare il sorgere del sole, forse anche fino al pomeriggio prima che si insospettiscano e vengano a controllare, mio re>>. Gli rispose.
<<E cosa dovremmo fare nel frattempo?>>. Chiese ancora il re.
<<Riflettere su quanto tu sia egoista>>. Si intromise Aleks, rispondendogli lei.
<<Che cosa vorresti insinuare?>>. Agamennone si stava adirando.
<<Non stavo insinuando nulla, stavo solo dicendo che puoi usare queste ore che ti sono state concesse per pregare gli dèi e provare a farti perdonare per le tue azioni sconsiderate>>. Aleks sentì Achille ridacchiare, era la prima volta dopo la morte di Patroclo che lo vedeva sorridere. Si alzò dal suo posto, e andò a sedersi vicino a lui.
<<Agamennone dovrebbe capire che non è il re del mondo intero>>. Le disse Achille dopo che Aleks le si sedette a fianco.
<<È solo l'ennesimo re esaltato su questa terra, che si aggrappa con le unghie e con i denti a ogni scusa per iniziare una guerra contro anche delle semplici ombre>>.
<<Sei stranamente tranquilla>>. Le fece notare.
<<Devo stare tranquilla, non posso permettermi di lasciarmi sopraffare dalle emozioni proprio ora. Devo andare da lei>>.
<<È bello sentirti parlare così finalmente, mi ricordano tanto le mie parole quando con me c'era ancora Patroclo>>.
<<Mi dispiace tanto, Achille>>.
Le ore dentro quel cavallo passavano con una lentezza quasi agonizzante, il sorgere del sole venne quando meno i Greci se lo aspettavano, e attraverso le fessure del cavallo videro in lontananza l'esercito Troiano che si avvicinava alla spiaggia, restando stupefatti quando la trovarono vuota, se non per quella grande costruzione in legno. Tornarono velocemente a Troia, e la notizia arrivò subito al re.
Questo scese sulla spiaggia contornato da un silenzio quasi innaturale. Pochi consoli erano con lui. C'era anche Ruby, che sapeva molto bene che la sua amata si trovava in quel cavallo, ma suo padre no, quindi doveva mantenere la propria parte.
<<È la peste<<disse un console verso il re, indicando i corpi che i Greci avevano lasciato apposta.
Ruby cadde per terra: la recita era iniziata.
Si portò le mani al petto e urlò, volgendo verso di sé l'attenzione di tutte le persone presenti.
<<Figlia mia!>>. Esclamò il padre prendendola tra le braccia.
<<Se né andata>>. I singhiozzi le rendevano faticoso parlare.
<<È meglio così, hanno deciso di abbandonare la guerra, non poteva restare>>.
<<Aveva...Aveva promesso... Di non abbandonarmi... Mai>>. Il re la fece alzare e riportare all'interno della città da un console, mentre decideva cosa fare di quel cavallo.
<<Sire, è un dono per Poseidone>>. Prese la parola un console.
<<Per invocare la sua protezione durante il viaggio di ritorno>>. Si intromise un secondo.
<<Sarebbe scortese non portarlo al tempio>>. Esortò Priamo.
<<Concordo pienamente, Sire>>. Confermò il primo console.
<<Tra l'altro è l'unica cosa che rimane a mia figlia di quella donna greca. Portatelo in città>>.
La notizia della resa dei Greci fu subito accolta con gioia, e dopo aver portato il cavallo di legno al tempio di Poseidone, le feste iniziarono in tutta Troia, fino a tarda notte.
Ruby era rimasta affacciata alla finestra per tutto il pomeriggio e per tutta la sera, guardando le persone che festeggiavano quella vittoria, convinti di aver sconfitto la Grecia. Otre di vino venivano aperte e svuotate di continuo, le musiche venivano suonate ininterrottamente, e le persone ballavano in mezzo alle strade. Ruby aspettò per tutto il giorno nella sua stanza, leggendo, suonando con la cetra canti disperati e cacciando tutte le persone che cercavano di entrare per consolarla.
Anche Priamo più di una volta ci provò, ma venne mandato fuori dalla figlia che iniziava a piangere.
Era ormai giunta la sera, e i Troiani avevano iniziato ad addormentarsi per strada, le guardie erano più ubriache che lucide, e fu in quel momento che decise di rendere la stanza come se volesse fuggire. Aprì l'armadio e si infilò dentro, lasciando solo un'anta mezza aperta. Tastò la parete finché non trovò la porticina, la aprì e si infilò in quel piccolo buco nel muro, richiudendola poi dietro di sé.
Non ea uno spazio grande, faceva molta fatica a muoversi, ma si ripeté che nonostante stesse scomoda, faceva tutto questo solo per Aleks, e per un loro futuro insieme.
L'unica cosa da fare, era aspettare, e così Ruby fece, viaggiando con la mente verso ciò che poteva star facendo Aleks.
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Dieci anni di guerra e una notte d'amore
ChickLitTanto tempo fa, su un campo coperto di rosso, il cielo e la terra s'incontrarono. Occhi d'onice, portamento divino, bellezza ultraterrena: questi furono i particolari che la guerriera greca notò nella sua avversaria. Il suo corpo tonico, scolpito da...