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Aleks scese dal cavallo di legno calandosi con la spessa fune. Guardò intorno a lei, vide la notte che si stava stagliando in quella città piena di dormienti e ubriachi. Non aspettò nemmeno che tutti i soldati scendessero a terra, prese una fiaccola da un muro lì vicino e diede fuoco alla prima casa che incontrò.
Se Ruby lo avesse saputo, probabilmente non gliela avrebbe fatta passare tanto liscia, ma lei non doveva destare sospetti. Si diresse alla seconda casa, e dopo soli pochi minuti, avevano già iniziato a urlare le prime vittime.
Sull'alto di una delle torri della città, una fiaccola venne mossa da destra a sinistra, da una sentinella Troiana ben pagata, per poter dire al resto dei Greci di poter entrare tra le mura.
Tutti i soldati erano scesi dal cavallo e avevano aperto il portone principale della città.
Aleks corse al palazzo reale, facendo bruciare di tanto in tanto qualche casa durante il suo passaggio. Man mano si allontanava dalla piazza centrale, che era ormai invasa dai Greci, non riuscì a capire se anche le urla dei Troiani si stessero allontanando da lei, ma sembravano sempre uguali.
Tante guardie vennero uccise, chiunque vedevano nelle strade incontrava la spada grondante di sangue dei Greci. Anche Aleks  trovò davanti a lei qualche famiglia che cercava la salvezza, e almeno quelli, li lasciò vivi, ma non sapeva per quanto tempo lo sarebbero stati.
Mentre correva, si palesò davanti a lei un bambino di circa dieci anni che piangeva in mezzo alla strada. Quando la vide capì che la sua armatura non apparteneva alla città di Troia, cercò di scappare.
Un altro greco riuscì a prenderlo per i capelli e a tagliargli la gola. Aleks non rimase oltre a guardare lo sguardo soddisfatto del Greco, ma ricominciò la sua corsa. Arrivò finalmente al palazzo, dove ormai anche lì chiunque si trovasse al suo interno, aveva iniziato a scappare. Delle guardie Troiane la videro, e provarono a fermarla, ma erano troppo ubriache anche per stare in piedi, figuriamoci combattere. Aleks li uccise molto in fretta e si ritrovò al centro del palazzo, nella sala del trono. Adocchiò subito le scale che portavano alle camere da letto dei reali, ovviamente ci trovò più di una trentina di guardie. Per Aleks avrebbero potuto essercene anche trecento, le avrebbe uccise tutte se si fossero messe in mezzo tra lei e Ruby. E così fece, le guardie non le lasciarono molta scelta, avevano capito la sua intenzione di andare negli appartamenti reali.
Aleks ne uccise più di una decina molto in fretta, prima che nel palazzo fecero irruzione i soldati greci.
I Troiani al vederli decisero di scappare ma non riuscirono ad andare molto lontano, prima di essere falciati.
Aleks corse su dalle scale, prima che qualcuno potesse fermarla, fino al terzo piano.
Su per le scale si aprivano diversi corridoi, sui quattro punti cardinali. Lei prese il corridoio ad ovest, arrivando davanti alla porta che Ruby le aveva detto qualche giorno fa. Sentì dietro di lei i soldati greci che si dirigevano verso le altre stanze, lasciando in pace Aleks, dopo averla vista. Questa provò ad aprire la porta, ma come le aveva detto Ruby, era bloccata. La aprì con un calcio e si diresse al suo interno: il letto era sfatto e metà dei vestiti  messi in una borsa sopra questo. Sembrava come se chi ci fosse stato all'interno, avesse deciso di andarsene, ma alla fine non era riuscito a farcela, chiudendosi lì dentro e nascondendosi. Richiuse dietro di lei la porta, e si diresse verso l'armadio mezzo vuoto.
Poggiò la mano su una piccola maniglia di legno più chiaro all'interno di esso, aveva quasi paura ad aprire, se non avesse trovato Ruby, non avrebbe saputo cosa fare.
Aprì la porticina, e vide la sua Troiana rannicchiata all'interno, che sollevò il viso spaventata. La sua espressione cambiò di colpo capendo che era Aleks.
<<Vieni, ti aiuto>>. Disse la Spartana, aiutando Ruby a uscire da quello spazio ristretto.
<<Grazie>>.
<<Riesci a stare in piedi?>>. Le chiese.
<<Sì>>. Rispose Ruby <<Prendo la spada, poi possiamo andare>>.
<<Guarda chi c'è qua..>>. Aleks si girò di scatto non riconoscendo la voce della persona che era appena entrata, e vide Paride che entrava nella stanza. Ruby non era riuscita neanche a fare un passo per raggiungere la propria arma, e ora aveva iniziato ad avere troppo paura per fare un qualsiasi movimento, rendendosi dopo conto di chi si trattava.
<<Paride, va tutto bene>>. Disse Ruby, notando anche lei l'arrivo del fratello armato, e iniziando a spaventarsi.
<<Tutto bene? Queste bestie hanno ucciso Ettore, e ora stanno bruciando la città>>. Disse Paride. I suoi occhi erano rossi come il sangue, si vedeva che aveva bevuto, ma l'odio che sentiva dentro, stava bloccando ogni serie di stordimento causato dal vino.
<<Perché tu hai deciso di rapire una fottuta regina>>. Ribatté Ruby urlando.
<<Non posso lasciarla uscire viva, continuerebbe a causare problemi>>. Continuò imperterrito Paride, come se non avesse ascoltato l'affermazione della sorella. Prese una freccia dal feretro e la incoccò, puntandola verso Aleks.
Ma davanti a lei si mise Ruby, guardando il fratello quasi con sguardo di sfida, non volendogli permettere di fare del male alla sua donna.
<<Ruby...>>. Prese parola Aleks, provando a dissuaderla.
<<Spostati sorella, non voglio farti del male>>.
<<No>>. Disse decisa Ruby <<Se vuoi uccidere lei, allora dovrai uccidere anche me>>.
<<Ruby, no>>. Disse Aleks, poggiandole le mani sulle spalle con fermezza per spostarla.
<<Non toccarla!>>. Urlò il principe con voce strozzata, e arida.
<<Va bene, non la tocco>>. Aleks si allontanò da un paio di passi da Ruby, tenendo sempre d'occhio l'arco di Paride, con la paura negli occhi.
<<Lei vuole portarti via, lo capisci?>>. Disse Paride rivolgendosi a Ruby.
<<Lei non vuole portarmi via, me ne voglio andare io>>. Specificò questa.
<<Come puoi voler abbandonare la tua casa? Ti ha oscurato il pensiero, corrotto la mente!>>.
<<Non ha corrotto nulla, posa l'arco, non voglio che qualcuno si faccia male>>.
<<Sarà solo lei a farsi male>>. Paride puntò gli occhi rossi e lucidi in quelli ora freddi e inespressivi di Aleks. Non lo sapeva nemmeno lei come, ma sentire Ruby che diceva ad alta voce a un membro della sua famiglia che voleva scappare con lei, l'aveva resa più sicura e più convinta di tutto quello che stava facendo.
<<Se tu le vuoi fare del male, dovrai prima passare sul mio cadavere>>. Continuò convinta Ruby.
<<Non lo vedi come ti sta mettendo contro la tua famiglia?>>.
<<E tu non lo vedi che è stata colpa tua tutta questa storia? Tu hai deciso di rapire la donna di un re, hai rapito una regina, tuta questa guerra è stata colpa tua. Tua e di nessun altro>>.
<<Io ero innamorato di lei>>. Ribatté Paride.
<<Tu parli di amore di ogni donna che riesce a fartelo venire duro, e ce ne sono state almeno cinque in ogni città o paese che hai visitato>>.
<<Io la amo. È la mia donna>>.
<<E lei è la donna che amo io>>. Affermò Ruby <<E tu non la sfiorerai neppure con un dito, perché se solo oserai farlo, non vivrai abbastanza a lungo da lasciare questa stessa stanza>>. Il principe scoppiò a ridere.
<<Tu non la ami, non è un amore sincero, lei ti ha solo usata per riuscire a entrare a Troia per distruggerla, e anche per entrare nelle tue cosce, e a quanto sembra ci è riuscita molto bene>>. Nel corpo di Aleks aveva iniziato a divampare un vero incendio, fatto solo di odio e ribrezzo per quel principe che si permetteva di dire certe cose alla sua donna. Paride però non si scompose notando sia la rabbia della Spartana e sia lo schifo negli occhi della sorella. Anzi, indicò con la punta dell'arco la finestra che c'era in camera dietro alle due ragazze, affinché guardassero ciò che stava accadendo, ma loro non voltarono la testa, non volevano perdere di vista il pericolo nelle mani del principe.
<<So già cosa sta accadendo, sento ogni singola persona>>. Ruby non poteva vere più ragione di così, le urla di tutti gli abitanti che erano ancora in vita si stavano propagando per tutta la città, c'era chi veniva ucciso, stuprato, o addirittura bruciato vivo per la gioia dei soldati Spartani di vederli morire soffrendo.
<<Questo è il tuo popolo che sta morendo tra atroci dolori, e tutto questo perché è entrata nella città per ordine del suo re avido!>>. Paride alzò ancora la voce.
<<Lo so!>>. Esclamò a sua volta la sorella, lasciando Paride immobile e stupefatto.
<<Lo sai?>>. Le chiese confuso, come se avesse paura di aver capito bene.
<<Certo che lo so! Io sapevo tutto. Ogni singolo particolare di questa notte, sapevo come sarebbe andata a finire, mi sono pure nascosta per evitare di fare la stessa fine di tutti gli altri. Non ho neanche avvertito nostro padre. Quindi se devi uccidere qualcuno, è giusto che tu uccida me>>.
<<Fermo!>>. Urlò Aleks quando vide Paride spostare la freccia dal suo petto verso a quello di Ruby.
<<A questo punto direi che potrei uccidere entrambe. Prima te, lurida cagna greca, e poi te, la mia cara sorellina... traditrice. Non sarebbe una perdita così tragica>>.
Se prima Aleks aveva ancora un briciolo di timore dentro di sé, ora si era stancata di tutta quella situazione, ed era sicura che Paride non avrebbe ucciso nessuna delle due. Se fosse stato altrimenti avrebbe già scoccato la freccia, senza perdere tempo in chiacchiere inutili solo per metterle in soggezione. Così si avvicinò al guerriero codardo con movimenti lenti, la spada in una mano e lo scudo nell'altra.
<<Non ti avvicinare!>>. Le urlò allora lui.
<<Io non ero con l'esercito durante il tuo scontro con Menelao. Non ero con loro, ma ho visto tutto dall'alto di una rupe. Tu sei il codardo che è andato a rifugiarsi tra le gambe del fratello, come fanno i bambini con le madri quando hanno paura del padre furioso. E io, caro Paride, principe codardo di una Troia che sta diventando cenere, sono l'unica persona furiosa che ti pentirai di aver ostacolato>>. Aleks arrivò veramente vicina a Paride, li separava solo la freccia nell'arco che era ancora teso, ora puntato verso di lei.
<<Ti ucciderò>>. Le disse, ma la sua voce stava ormai tremando, non voleva ammetterò, ma aveva sempre avuto timore di un possibile scontro con Aleks, era una Spartana, non aveva rimpianti su chi uccideva.
<<Fallo. So quanto sei bravo con l'arco, le voci girano quando si tratta di guerrieri e principi. Fallo. Uccidimi. Vediamo quanto a lungo riusciresti a vivere. Tu uccidi me, e Ruby uccide te. Lei starà male per la mia morte quando tutto questo sarà finito, ma riuscirà a sopravvivere, mentre il tuo corpo sarà mangiato dai corvi proprio come il mio>>.
<<Ucciderò anche lei>>. Aleks scoppiò a ridere con cattiveria, puntando gli occhi azzurri come il ghiaccio contro quelli di Paride.
<<Non riusciresti a incoccare una freccia nuova in tempo. Ruby ti trapasserà da parte a parte, e ti lascerà qui agonizzante>>.
<<Allora ucciderò Ruby!>>. Esclamò Paride volgendo la freccia contro la sorella.
<<Se ci proverai la morte sarà la cosa che desidererai di più al mondo quando avrò finito con te. Non riuscirai a uscire vivo da questa stanza se scoccherai quella freccia>>.
<<Ma almeno avrò tolto dalle terre una di voi luride bastar...>>. Paride non fece in tempo a concludere la frase, che Aleks aveva perso tutto quel briciolo di pazienza che le era rimasta in corpo per essere cinica, gli tirò un pugno sulla mascella, prendendo con l'altra mano la freccia nell'arco e lanciandola lontana da loro. Lo fece cadere al suolo con un altro pugno sullo zigomo sinistro. Prese Ruby per mano e insieme corsero fuor dalla stanza, facendo il percorso inverso che prima aveva fatto Aleks. I soldati greci che incontravano per strada, riconoscendo Aleks, si fecero da parte, non volendo scatenare la  sua ira contro di loro, e continuando ad uccidere i Troiani.
<<Dobbiamo andare via>>. Disse Ruby ad Aleks mentre continuavano a correre, dirigendosi fuori dal palazzo.
<<Non penso che esista un'altra scelta>>. Intorno a loro Troia stava diventando l'Ade salito in terra, per quanto fuoco era stavo appiccato, entrambe le ragazze stavano iniziando a sudare, ma il caldo era l'ultima cosa a cui badare in quella città.
<<Andiamo nel tuo accampamento, possiamo passare per il tunnel che uso io per venire di nascosto da te>>. Corsero mano nella mano per mezza città, cercando di evitare il più possibile i Greci.
Non che temessero di venire uccise, Aleks era un ottimo problema da evitare quando c'era di mezzo Ruby, ma dovevano fare in modo di non venire seguite. La Spartana sentì poco distante da lei Achille che urlava il nome di Briseide, cercandola. I loro occhi si incontrarono per pochi secondi. Annuirono verso l'altro, un addio silenzioso e pieno di rispetto reciproco. Poi ognuno ritornò al proprio obbiettivo.
Aleks si fermò di colpo, facendo scontrare Ruby contro la sua schiena.
<<Cosa...?>>. Stava chiedendo quest'ultima, quando si bloccò vedendo Agamennone che stava per trapassare con una lancia suo padre. Aleks si girò verso di lei e mise la testa della Troiana contro il proprio petto, nascondendole quello che stava accadendo velocemente. Ruby sentì molto bene il rumore della pelle e della carne che venivano trapassate, e il corpo del padre  che cadeva per terra.
Agamennone girò la testa per guardarsi intorno, e rise vedendo Aleks che proteggeva Ruby. Aleks si girò verso di lui, guardandolo fisso negli occhi.
<<Morirà anche lei come tutti quelli della sua specie>>.
La Spartana sguainò la spada, spingendo dolcemente Ruby indietro di qualche passo, proteggendola ancora. Attaccò il re di Micene con una furia che non si era mai manifestata neppure quando doveva combattere sul campo di battaglia. Lo disarmò nel giro di un tempo ridicolo per colui che si faceva chiamare "re", e gli puntò la punta della propria spada alla gola.
<<Vattene via>>. Disse Agamennone sorprendendola.
<<Cosa?>>. Chiese infatti la ragazza stupita.
<<Vattene. Io non ti ho mai vista, non ho mai visto che stavi salvando una Troiana. Non farti più vedere dalle parti di Micene. Muoviti!>>.
Aleks e Ruby non persero tempo a capire se stesse parlando per davvero, ricominciarono a correre, lasciandosi alle spalle il corpo ormai morto del re di Troia. Raggiunsero il tunnel e lo percorsero correndo, fino ad arrivare a circa un chilometro di lontananza dalla città, incontrando alla fine l'accampamento dei Greci. Ma lo videro totalmente vuoto.
<<Cosa facciamo ora?>>. Chiese Ruby, spaventata dalla solitudine intorno a loro. Aleks si girò verso di lei e le sorrise.
<<Andiamo sulla costa>>. Le rispose. Ricominciarono a correre, ormai con il fiatone e con i polmoni che sembravano bruciare a entrambe. Arrivarono a una scogliera non troppo alta, e sotto di loro, a circa un centinaio di metri videro una nave con le vele nere.
<<Sono i Mirmidoni>>. Disse Ruby sorpresa. Aleks si girò verso di lei facendole l'occhiolino, ma tornando seria molto in fretta.
<<Ascolta, so che quello che sto per chiederti di fare richiede tanta fiducia, ma dobbiamo lanciarci nel mare, e andare a nuoto fino alla nave>>.
Ruby non se lo fece di ceto ripetere, se c'era una persona in questo mondo alla quale avrebbe affidatole propria vita, quella era di sicuro la Spartana che aveva al proprio fianco. Indietreggiarono insieme di qualche passo, si presero per mano e corsero fino a che non si lasciarono cadere nel vuoto.
L'impatto improvviso con l'acqua gelata lasciò Ruby senza respiro. Tornò alla superficie con molta fatica, i muscoli si erano intorpiditi nel giro di pochi secondi, e restare a galla per respirare era una vera impresa.
<<Aleks!>>. Urlò con le poche forze che le erano rimaste.
<<Sono qua!>>. Rispose Aleks a pochi metri di distanza dalla Troiana. Non sembrava soffrire troppo il freddo. Si avvicinarono nuotando, Ruby aveva le labbra color blu.
<<Come fai a non morire di freddo?>>. Chiese la Troiana con i denti che tremavano insieme al resto del corpo.
<<Addestramento>>. Le rispose <<Dobbiamo raggiungere la nave dei Mirmidoni, pensi di farcela?>>.
<<Penso di sì>>. Ruby non sentiva più le proprie gambe, ma si impegnò quanto poteva per evitare di affondare. Aleks la vide e si passò il suo braccio intorno alle proprie spalle, sorridendole quando Ruby si girò verso di lei. Anche se nuotarono molto lentamente, arrivarono a una ventina di metri dalla nave, dove vennero lanciate due funi lungo la fiancata per farle arrampicare. Presero una fune a testa e con le ultime forze nel corpo si tirarono su, poggiando i piedi sulla nave e tirando il proprio corpo con le braccia.
Aleks non ebbe molti problemi, ma Ruby rischiò di scivolare un paio di volte, spaventando la Spartana.
Arrivate a bordo, si lasciarono cadere per terra sotto gli occhi dei Mirmidoni che sorridevano, ma tornarono a manovrare la nave per dirigersi verso la Grecia. Aleks e Ruby si guardarono negli occhi, e si avvicinarono l'un l'altra.
Ruby si guardò intorno e vide che la nave era in movimento.
<<Non aspettiamo Achille?>>. Chiese ad Aleks.
<<Achille non tornerà>>. Le rispose.
<<Ma lo abbiamo visto prima e stava...>>.
<<Achille non tornerà e basta>>. Entrambe le ragazze guardarono verso Troia, quella città che ormai era perduta. Una splendida città data alle fiamme per i desideri di avidità e potere. Ruby sospirò.
<<Mi dispiace per la tua città>>. Disse Aleks, abbracciandola.
<<Non era la mia città, era solo la mia gabbia dorata che mi impediva di essere felice. L'unica cosa di cui rimpiango, è il non aver potuto fare nulla per mio padre>>. Aleks la fece girare verso di lei.
<<Andiamo a casa>>.
<<A casa? Quale?>>. Chiese Ruby.
<<A Sparta>>. Rispose Aleks.
<<Davvero?>>. La voce di Ruby era molto felice, sapeva di non essere molto portata per il loro modo di vivere molto semplice, senza servitori o molti comodi, ma era sicura che se avesse avuto Aleks al proprio fianco, sarebbe stata capace di vivere in qualunque modo.
<<Sì, andremo nella mia casa, e da lì vedremo come fare>>.
<<Voglio stare con te, Aleksandra. Ogni singolo giorno>>.
<<Anche io, Ruby>>. Le due ragazze di baciarono, finalmente felici di vivere la vita che volevano insieme.

Dieci anni di guerra e una notte d'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora