Guardo fuori dal finestrino dell'auto mentre attraversiamo le ampie strade di Pyongyang. Alcune persone camminano sui marciapiedi, altre vanno in bicicletta lungo i bordi della carreggiata. La maggior parte di loro indossa abiti semplici, monocromatici e dalle tinte scure, con pantaloni lunghi e giacche leggere. Tutti sembrano rilassati e sorridenti. Mi sento in pace guardando queste persone che vivono in armonia con la tranquillità della città.
Alzo lo sguardo. Il sole splende nel cielo azzurro, intenso e senza nuvole. La sua luce si riflette sui tetti e i muri degli edifici, facendo risplendere la città come se fosse illuminata da una luce divina.
Lungo la strada vedo i grattacieli moderni e i palazzi governativi, simboli della forza e della potenza del nostro Paese, ma anche i monumenti antichi, che rappresentano la cultura e la storia del nostro popolo. Il loro contrasto crea un effetto unico e affascinante. Le bandiere della nostra nazione sbocciano come fiori rossi, blu e bianchi tra il grigio cemento delle abitazioni, rendendo il paesaggio circostante ancora più suggestivo. I grattacieli, imponenti e maestosi, si ergono verso il cielo come giganti di acciaio e vetro; sembrano toccare le nuvole. Non posso fare a meno di sentirmi piccolo e insignificante di fronte a tanta maestosità. Un senso di meraviglia mi pervade mentre continuiamo ad avanzare sulla strada, con i grattacieli sempre presenti alla vista.
Il nostro autista, il signor Ri, rallenta appena giungiamo al ponte Taedong. Riesco a scorgere il fiume sottostante, con le sue acque cristalline che riflettono il cielo azzurro. Gli unici suoni che si possono udire sono quelli dell'acqua che scorre e il rombo di alcune automobili che ci passano accanto.
«Signor Jeon, come si sente oggi?» chiede l'autista. La sua voce è profonda, ma gentile. «Sembra un po' pensieroso. Qualcosa la preoccupa?»
Per un attimo, incrocio lo sguardo del signor Ri attraverso lo specchietto retrovisore. Le rughe agli angoli degli occhi tradiscono i suoi cinquant'anni, così come il resto del volto ormai segnato dal tempo.
«Ammetto che ho molte cose per la testa, ma credo sia per il matrimonio.»
L'autista annuisce un paio di volte. «Capisco perfettamente. È un momento molto importante per lei, ma sono certo che andrà tutto bene.»
Sposto lo sguardo la mia destra. Seduta accanto a me, sul sedile posteriore dell'auto, c'è mia madre. I suoi capelli corti sono acconciati alla perfezione e mettono in risalto il suo viso ovale, con zigomi pronunciati e occhi leggermente inclinati verso il basso. La sua pelle è liscia e luminosa, in netto contrasto con la capigliatura scura. La sua postura è eretta e composta, con le spalle dritte e la testa alta. Continua a stringere e tirare tra le dita la tracolla della sua borsetta nera, con lo sguardo fisso fuori dal finestrino. Ha un'espressione seria e intensa sul viso, sembra assorta nei suoi pensieri. Credo sia agitata tanto quanto me, o forse anche di più. Tuttavia, so che qualcosa la turba più dei preparativi per il matrimonio: voleva fossi io a scegliere la mia futura moglie, invece ho deciso di sposare la donna che mi ha suggerito mio padre, Kim Eunjung. Nessuno me l'ha imposto, ma lei è convinta che io l'abbia fatto per compiacerlo.
Eunjung sembra essere la donna perfetta: giovane, carina e ben educata; proviene anche da una famiglia ricca e importante, proprio come la mia. All'inizio ero un po' incerto su come comportarmi: rispettare la volontà di mio padre era importante, ma non mi sentivo pronto per il matrimonio. Tuttavia, ho dovuto prendere una decisione. Prima o poi avrei dovuto scegliere una moglie e non ne avrei mai trovata una migliore di lei.
«Mamma.» La mia mano si posa sulla sua, bloccandone i movimenti frenetici delle dita. «Stai bene?»
Lei si volta verso di me, poi sorride. Le rughe all'angolo degli occhi si accentuano, creando dei piccoli solchi sulla pelle. «Sì, sto bene, sono solo un po' agitata per gli ultimi preparativi. Non voglio imprevisti.»
STAI LEGGENDO
La libertà di amarsi ✯ TaeKook
FanfictionA Pyongyang, nel cuore della Corea del Nord, vivono due giovani all'apparenza simili ma che in realtà non potrebbero essere più diversi. Jeon Jungkook è un cittadino modello, convinto che il suo Paese sia il migliore del mondo. Kim Taehyung, invece...