𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐗𝐈𝐈

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Love doesn't discriminate
Between the sinners and the saints
It takes and it takes and it takes
And we keep loving anyway
We laugh and we cry and we break
And we make our mistakes
[...]
Death doesn't discriminate
Between the sinners and the saints
It takes and it takes and it takes
And we keep living anyway
We rise and we fall and we break
And we make our mistakes

(Wait for It - Leslie Odom Jr.)

Driftmark, Castello di Altamarea

Jocelyn trascorse il viaggio verso Driftmark in silenzio, mentre, avvinghiata al nipote, godeva della vista del mare sottostante. Non era la prima volta che volava su un drago, ma ogni volta che accadeva si sentiva come una bambina a cui erano stati appena donati dei dolciumi. Quando Aegon le aveva detto di Laena si era sentita sprofondare, di nuovo. Inizialmente aveva pensato di aver capito male, ma il volto teso del Targaryen non lasciava spazio a nessun dubbio. La sua dolce e coraggiosa Laena era morta, avvolta anche lei tra le fiamme. Un suicidio a detta di molti, una morte da vera cavalcadraghi a detta della Strong. Aveva deciso di risparmiare un'immensa sofferenza a se stessa ed anche a quella povera creatura che sembrava come intrappolata nel suo grembo. In quei lunghi dieci anni, Laena aveva sposato il Principe Daemon e dato alla luce due splendide bambine : Baela e Rhaena. Spesso la coppia aveva fatto ritorno ad Approdo del Re e Driftmark per salutare parenti e amici, e spesso era stata la stessa Jocelyn ad andare a Pentos per ricongiungersi con l'amica e le sue nipoti. La Consigliera aveva organizzato un viaggio per la Città Libera proprio in vista del parto della Velaryon. Sarebbe dovuta partite a fine mese, ed ora eccola lì, sulla scogliera di Altamarea diretta verso il funerale della sua migliore amica. Vaemond Velaryon, fratello del Serpente di Mare, si era offerto di pronunciare l'elogio funebre in alto valyriano per l'adorata nipote, ma il tutto aveva preso una pessima piega. Il suo elogio era tutt'altro che un ricordo commosso della defunta, era un vile attacco sulla paternità dei figli di Laenor. Vaemond, come il fratello Corlys, era un uomo estremamente ambizioso, e desiderava il Trono di Legno a discapito di Lucerys. Il Principe Daemon rise amaramente. Trovava quell'uomo disgustoso e meschino . Sua moglie stava per essere lanciata in mare e quell'essere pensava solamente ai suoi interessi. La Principessa Rhaenys, che teneva stretta a sé le due nipoti, piangenti e tremanti, guardò di sbieco il Targaryen. Fu allora che Jocelyn intervenne per stemperare la situazione, rendere un vero omaggio all'amica e risparmiare alle figlie di lei un'altra sofferenza. «Lord Vaemond il suo discorso è stato davvero commovente, ma desidererei prendere parola. Permette?» l'uomo dalla pelle color ebano annuì infastidito mentre la Consigliera accarezzò il volto della Velaryon inciso sul sarcofago di pietra. «Ricordo come se fosse ieri il giorno in cui Laena reclamò Vhagar. Il suo desiderio più grande, quello di essere una cavalcadraghi si era appena realizzato, e lei, coraggiosa come pochi a questo mondo, era stata capace di legare a sé il drago di Visenya Targaryen, una dei Conquistatori. Laena scrisse tre lettere, una a me, una alla Principessa Rhaenyra ed una alla Regina Alicent, per avvisarci che sarebbe arrivata ad Approdo del Re e ci avrebbe fatto volare su Vhagar. Nemmeno a dirlo, il giorno dopo la ritrovammo nel cortile della Fortezza all'alba. Era euforica. Vi ho raccontato di questo evento perché credo sia quello che più di tutti possa descrivere che tipo di persona fosse. Gli Dei sono stati ingiusti, ma recentemente qualcuno mi ha detto che hanno dei piani per tutti noi. Ora io non so che piano ci sia dietro la morte prematura di una donna e del bambino che aveva in grembo, ma una cosa la so. Laena Velaryon, è morta nello stesso modo in cui è vissuta. Con coraggio, determinazione, forza e soprattutto, con l'animo di una guerriera, di una vera cavalcadraghi. Morta nel fuoco come una Targaryen, ritornerà all'acqua come una Velaryon.» Jocelyn terminò l'elogio nelle lacrime, mentre Daemon Targaryen l'attirò a sé abbracciandola. «Grazie Lady Jocelyn, era quello che Laena avrebbe voluto sentire» le disse il Principe Canaglia. Tra la commozione e la disperazione generale, il sarcofago venne lasciato cadere in mare, dove la Velaryon avrebbe riposato insieme ai suoi antenati. Dopo la cerimonia, l'intera Corte si riunì nel cortile sulla scogliera del castello di Altamarea. I presenti si erano cimentati in conversazioni tese e lunghi silenzi imbarazzanti, per via della presenza delle due rivali, la Principessa e la Regina, che non si vedevano dalla nascita di Joffrey. Rhaenyra e Laenor avevano lasciato la corte per Roccia del Drago lo stesso pomeriggio della partenza di Jocelyn per Harrenhal. La Consigliera vide Jace dirigersi dalle cugine cercando di confortarle, mentre Luke era intento a parlare con il nonno Corlys. Una testa argentea però attirò la sua attenzione. Aemond dondolava sui piedi, mentre fissava di sottecchi Baela e Rhaena. Era evidente che cercasse di dire qualcosa, ma non sembrava avere il coraggio. La Strong si diresse verso il nipote, lo abbracciò e gli diede un bacio sulla fronte. «Va a parlare con loro Aem» «Non so cosa dire zia. Forse è meglio che lasci stare» disse il piccolo Targaryen, che raggiunse i fratelli, Aegon e Daeron, intenti ad osservare la sorella Helaena che stringeva un ragno tra le mani. La Consigliera scosse il capo sconsolata. Aemond era l'unico della famiglia di Alicent a mostrare anche solo un accenno di simpatia per il lato Velaryon della famiglia, e Jocelyn cercava di incoraggiarlo a rapportarsi con loro in tutti i modi, ma era davvero difficile. I pensieri della donna vennero interrotti dalla visione di Lord Corlys, che prima guardò amareggiato la spiaggia e poi prese Ser Qarl Correy, il nuovo amante di Laenor, bruscamente per le spalle. «Cerca di recuperare il tuo "patrono". Si sta comportando in maniera imbarazzante» disse il Serpente di Mare all'uomo. Jocelyn si mosse in avanti, bloccando la strada a Qarl. «Lord Corlys, se permette, vorrei andare io da Laenor. Posso capire cosa sta provando» e senza aspettare una risposta, procedette a scendere le scale della scogliera e a raggiungere l'amico. Da quando aveva saputo della morte dell'amata sorella, Laenor era come assuefatto dal dolore, e a detta di Rhaenyra, non c'era stato un momento in cui si era mostrato sobrio. La Strong raggiunse l'erede di Driftmark, che si era uffato tra le onde della spiaggia per essere più vicino al luogo del riposo di Laena. Il vestito nero le si attaccò lungo le gambe, mentre avanzava tra le onde ed afferrò la mano di Laenor. I due si guardarono in silenzio, poi volsero lo sguardo all'orizzonte. Il rumore del mare riempiva le loro orecchie e soffocava le urla laceranti dei loro cuori. Stavano vivendo lo stesso immenso dolore, potevano capirsi, anche se nessuno dei due aveva ancora trovato un modo per affrontarlo. «Non sono riuscito a proteggerla Lyn. Quando eravamo bambini facemmo una promessa: ci saremmo sempre aiutati, non importa per cosa o quando, saremmo sempre rimasti l'uno al fianco dell'altro, proteggendoci. Laena non è mai venuta meno a questa promessa, ma io sì» le spalle dell'uomo si inclinarono in avanti, e vennero rapidamente scosse da un pianto irrefrenabile. Jocelyn lo strinse a sé, poggiando la testa sulla sua. «Non è vero Lenny, tu ci sei sempre stato per lei e l'hai sempre protetta. Questa volta non potevi fare nulla. Anche se fossi stato lì a Pentos, a tenerle la mano, non c'era niente che avresti potuto fare.» sapeva che quelle parole erano inutili come la sabbia al vento, era ciò che le stavano ripetendo da giorni. Nonostante tutto voleva cercare di evitare all'amico il baratro in cui lei stesa era sprofondata. «Come fai a non crollare Lyn? Ti prego insegnamelo...» l'uomo cadde in ginocchio, l'acqua gli lambiva il petto, mentre con le braccia cinse le gambe dell'amica, poggiandovi sopra la fronte. Jocelyn guardò il cielo, cercando di trattenere le lacrime, poi con voce tremante rispose al Velaryon. «Oh Laenor, sapessi quante volte sono crollata in questi giorni. Sono ridotta ad un cumulo di macerie. Ma per ogni persona che ci ha lasciato, ce ne sono altre che fanno immenso affidamento su di noi. Dobbiamo essere forti per loro»,l'erede di Driftmark la guardò ammirato, ed annuì debolmente. «Facciamolo noi un patto, va bene?» continuò la donna. «Io non sarò mai Laena e tu non sarai mai Harwin, ma da oggi in poi, io e te saremo uniti più che mai. Ci proteggeremo da tutto e tutti,ed affronteremo questo dolore immenso insieme. *Kesi sagon lēkia se mandia ondoso iderennon, daor ondoso ānogar», Laenor si alzò, e porse la mano a Jocelyn,ma quest'ultima lo attirò a sé abbracciandolo, infischiandosene del fatto che fosse completamente fradicio. Dopo qualche minuto si staccarono e mentre Laenor decise di proseguire la sua passeggiata sulla spiaggia, Jocelyn cominciò a risalire le scale che l'avrebbero portata sul cortile, dove a causa del tramonto, gli ospiti stavano rientrando. Vide i suoi nipoti andarsene silenziosamente nelle loro camere, tranne uno, che in quel preciso momento era disteso sulle scale stordito dal troppo vino. La Consigliera accelerò il passo per raggiungerlo, ma qualcuno la precedette. Lord Otto Hightower, a distanza di meno di cinque giorni dalla morte di Lord Lyonel, si era presentato a Corte per reclamare il suo ex ruolo di Primo Cavaliere del Re. Quest'ultimo, ormai indebolito nel corpo e nello spirito dalla malattia, aveva accettato la proposta dell'uomo, spinto anche dalle suppliche della figlia di questo, e l'aveva rinominato sua Mano. L'Hightower si guardò intorno, e dopo essersi assicurato che nessuno lo stesse guardando, sferrò un violento calcio al nipote e poi lo prese per il colletto. Lo avvicinò a sé e sembrò dirgli qualcosa che scosse profondamente il più giovane. Jocelyn strinse i pugni e tossì, attirando l'attenzione su di sé. «Lord Otto, mi auguro che lei sappia che maltrattare il figlio del Re è un atto vile, oltre che tradimento» disse rabbiosa, procedendo a liberare il nipote della prese dell'uomo. «Lady Jocelyn, mi auguro che lei sappia che Aegon è mio nipote. E come suo nonno, ho il dovere di educarlo» «L'educazione non passa attraverso calci e schiaffi. E inoltre, Aegon è un Principe e lei il Primo Cavaliere del Re, sono queste le gerarchie che contano a Corte. È prima un funzionario del Re, e poi un nonno. Deve rispettare Aegon per quello che è, ossia il suo Principe.» l'uomo di Vecchia Città si scurì in volto e si avvicinò minacciosamente alla donna. Tuttavia venne respinto dal nipote, che prese coraggio e si frappose tra i due. «E lei Lady Jocelyn? Non le rispetta le gerarchie? Vorrei ricordarle che questi ragazzi non sono nemmeno i suoi veri nipoti, vada ad occuparsi di chi le appartiene realmente» «Ho sempre rispettato il mio ruolo, e non ho mai abusato di esso, al contrario di alcuni. Inoltre, non ho bisogno di condividere il sangue di questi ragazzi per amarli e proteggerli. Ah, ricordi una cosa... Chi calunnia la futura Regina rischia la pena di morte ». Il Primo Cavaliere del Re guardò disgustato il nipote e la zia, e poi se ne andò via, borbottando tra sé. Aegon fissò sconsolato il pavimento prima di accorgersi che per tutta la durata della conversazione non aveva fatto altro che tenere per mano la donna. «Eg, tesoro mio, non dovresti farti trattare così. Da nessuno», il ragazzo rise amaramente. «Oh zia, non importa cosa io faccia, dica o pensa, mi trattano sempre tutti così. Anche quando mi sforzo di fare qualcosa di buono, non va mai bene per nessuno» «Aegon, ascoltami. Tu non devi fare nulla per gli altri, intesi? Devi fare del bene per te stesso, non per ricevere approvazioni o pacche di incoraggiamento. Nessuno applaude i successi degli altri. So quanto sia frustrante essere ignoranti e sottovalutati, ma ciò non ti autorizza ad essere succube delle persone. Devi reagire, prendi in mano la tua vita e smettila di bere, per gli Dei. Sei così giovane, non rovinarti già ora». Il Targaryen allora, scoppiò a piangere e poggiò la testa sulla spalla della Strong. Quest'ultima era convinta che quella reazione fosse dettata principalmente dal vino. « Io ci provo a vivere la mia vita, ma sento come se tutti si aspettassero qualcosa da me, e siccome sono un buono a nulla decidono al posto mio. Mia madre vuole farmi sposare con Helaena. Io non voglio sposarla...». La Consigliera sbiancò d'improvviso. Era mancata alla Fortezza Rossa per meno di una settimana ed era successo un putiferio. Complotti e decisioni sbagliate. Alicent avrebbe condannato i suoi figli alla sua stessa vita: un matrimonio infelice e soprattutto combinato. Jocelyn afferrò il nipote per il viso e fece in modo che la guardasse dritto negli occhi. «Eg sta tranquillo, parlerò con tua madre e la convincerò...» «No zia, è troppo tardi. Mio padre ha già accettato e mio nonno ha già avvertito metà dei Lord più importanti di Westeros. Non c'è niente che tu possa fare»disse il giovane prima di dirigersi nelle sue stanze. Quel viscido Hightower aveva organizzato tutto nei minimi dettagli. Stava spianando la strada per mettere Aegon ed Helaena sul Trono, ma la Strong non gliel'avrebbe permesso, a costo della sua stessa vita.


𝐋𝐚 𝐂𝐨𝐧𝐬𝐢𝐠𝐥𝐢𝐞𝐫𝐚 // 𝐇𝐨𝐮𝐬𝐞 𝐨𝐟 𝐭𝐡𝐞 𝐃𝐫𝐚𝐠𝐨𝐧 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora