So you better run
Run fast for your mother, run fast for your father
Run for your children, for your sisters and brothers
Leave all your love and your longing behind
You can't carry it with you if you want to survive(Dog Days Are Over - Florence and the Machine)
Fortezza Rossa, Approdo del Re
All'alba del giorno successivo a quella cena disastrosa tanto voluta dal Re, qualcuno bussò prepotentemente alla porta di Jocelyn. Quest'ultima si svegliò di soprassalto, scese dal letto infilando delle ciabattine e si avvicinò cautamente alla porta, chiedendo chi fosse a quell'ora. «Sono Genna, mia Signora» disse la sua ancella frettolosamente. La ragazza entrò chiudendosi con attenzione la porta alle spalle. «Cosa succede Genna? Perché sei così agitata? » chiese la Strong, insospettita dai comportamenti della ragazza. «La Regina chiede di vedervi immediatamente nella Sala del Concilio. Ho paura che sia accaduto qualcosa di brutto. Hanno ordinato a tutti i servitori di scendere nelle segrete» disse tutto d'un fiato l'ancella. La Consigliera la ringraziò e la congedò, poi corse a vestirsi. Per una strana casualità del fato, estrasse dall'armadio un abito nero con il corpetto e le maniche tempestate da rubini rossi, quasi come una dichiarazione di parte, non sapendo a cosa stava per andare incontro. Si spazzolò velocemente i capelli ed uscì dalla stanza, dimenticando Ribelle sulla cassapanca. Quando arrivò fuori alla Sala del Concilio, le urla di Alicent la raggiunsero, impanicandola. Qualche istante dopo,Ser Harrold Westerling uscì dalla stanza con il volto rosso dalla rabbia e privo del suo mantello bianco. Il Lord Comandante della Guardia Reale guardò la Consigliera e le si avvicinò.«Faccia attenzione Lady Strong» disse l'uomo per poi scomparire dietro l'angolo. Jocelyn entrò di corsa, col cuore in gola ed una brutta sensazione che le attanagliava lo stomaco. La prima cosa che vide una volta entrata fu il povero Lord Beesbury con il capo riverso sul tavolo. Avvicinandosi constatò che l'uomo era ormai morto,la testa era stata spaccata ed il sangue aveva ricoperto il tavolo, fino a sgocciolare a terra. Dietro il cadavere si erigeva fiero e con sguardo di sfida, Ser Criston Cole. «Brutto bastardo assassino!» gli urlò Jocelyn, cercando di raggiungerlo, ma qualcuno la bloccò prima che potesse avvicinarsi alla Guardia Reale. Suo fratello Larys, appoggiandosi traballante al suo bastone, la tirò indietro, accarezzandole il capo e dandovi un bacio sopra. Poi la invitò a sedersi. «Che sta succedendo?» chiese la donna ai membri del Concilio. Tyland Lannister e Jasper Wylde guardarono il Primo Cavaliere, attendendo che prendesse parola, invece il Gran Maestro Orwyle faceva di tutto per non guardare il cadavere dell'uomo di fianco a lui. Lord Otto fece qualche passo in avanti, schiarendosi la voce. «Stiamo per offrirle la possibilità di salvarsi la vita, Consigliera» disse marcando l'ultima parola. «Il Re è morto Lyn» la informò Alicent, che seduta al posto riservato al Sovrano, si passò le mani sul volto stanco. Il mondo parve caderle addosso. La sensazione che aveva avuto la sera precedente si era rivelata veritiera, e lei non era minimamente preparata alla cosa. Re Viserys non si era rivelato né il migliore dei Sovrani, né il migliore dei padri, ma era un brav'uomo. Giusto, pacifico e assentato. Inoltre era stato l'unico a credere in Jocelyn fin dall'inizio, a non ridicolizzare il suo sogno e a darle l'opportunità di emergere. Quello che aveva ottenuto, quello che era, lo doveva anche a quell'uomo. I suoi pensieri corsero subito a Rhaenyra e Daemon, che avevano fatto ritorno a Roccia del Drago la sera prima. Jocelyn guardò la Regina e gli uomini seduti al tavolo con lei e capì che la figlia del Re, la nuovo legittima Regina, non era stata avvisata e che ciò non sarebbe avvenuto per un po'. Avevano intenzione di usurpare il Trono di Spade. La Strong si alzò dalla sedia, producendo un gran frastuono, ed indietreggiò orripilata, come se stesse scacciando via l'idea. «Alicent, per i Sette, ieri hai brindato a Rhaenyra, dicendo che sarebbe diventata un'ottima Regina, ed ora che quel momento è arrivato le vuoi strappere ogni diritto?» «Ieri notte mio marito mi ha parlato. Ha espresso il suo desiderio di vedere Aegon sul Trono e...» «Bugie! Il Re non ha mai cambiato idea in più di vent'anni» urlò rivolta alla donna dai capelli ramati. La Regina si alzò, andandole incontro con viso sconsolato e prendendole le mani. Aveva paura per la sua amica. Suo padre non l'aveva mai vista di buon occhio e sapeva che se Jocelyn si fosse rifiutata di giurare fedeltà ad Aegon, l'uomo di Vecchia Città l'avrebbe uccisa. Era a stento riuscita a convincere l'anziano uomo a non assassinare Rhaenyra e tutta la sua famiglia. «Hai ragione, per vent'anni ha voluto che fosse Nyra a succedergli, ma prima di morire ha cambiato idea. È questo che conta. Non fai che ripetere quanto sia importante la giustizia per te... Giura fedeltà ad Aegon. È lui il legittimo erede di Viserys». La Strong scosse il capo, e fece una risata amara. «Lo sai meglio di me che Viserys non avrebbe mai scelto Aegon come suo erede. In più Eg non ha mai desiderato regnare. Chiedi a me di fare la cosa giusta, ma quando la farai tu? Svegliati Ally,devi sottrarti dal giogo di tuo padre e smetterla con questa sceneggiata. Rhaenyra Targaryen è la legittima erede al Trono di Spade. Ora e per sempre, ed io non avrò altro Sovrano all'infuori di lei. Uccidimi se vuoi. Ma non cambierò mai idea». Gli uomini nella sala, compreso suo fratello, trattenero il respiro. Quello che Lady Strong aveva appena detto le sarebbe potuto costare la vita, come per Lord Beesbury.La Regina lasciò la presa sulle mani dell'amica e si voltò, il capo chino ed il passo lento. Sapeva che la Strong non avrebbe mai cambiato idea, non per preferenza di una fazione rispetto all'altra, ma per semplice coerenza. Fedeltà. Si sedette, poi fece cenno al padre di avvicinarsi. Forse non sarebbe riuscita a convincerla, ma di certo avrebbe attraversato le fiamme dell'inferno per salvarle la vita. I due parlarono fittamente tra loro, poi il Primo Cavaliere fece cenno a Ser Criston Cole di prendere la donna. Jocelyn supplicò con lo sguardo il fratello, ma quest'ultimo chinò il capo, ignorandola. Fu quello che più di tutto la ferì. Aveva sempre saputo, in fondo al suo cuore, che alla morte del Re una situazione del genere di sarebbe creata, ma non si aspettava di certo che Larys l'abbandonase e si schierasse con i Verdi. Che rimanesse immobile mentre il sangue del suo sangue veniva portata via con forza. «Lars... Stai commettendo un'enorme sbaglio. Lars! Guardami maledizione, sono tua sorella!» nulla. Non ci fu risposta. Guardò un'ultima volta Alicent, ma anche lei chinò il capo, evitando di guardarla. La Strong aveva le lacrime agli occhi. Aveva dinanzi a lei la sua amica di sempre, eppure non la riconosceva affatto. La dolce Ally, quella sempre preoccupata di cosa la Septa dicesse su di lei e Nyra, quella che adorava le torte al limone e le passeggiate all'aria aperta , quella sempre gentile con tutti e dal cuore grande era morta da tempo. Uccisa dal padre, da un matrimonio combinato, da gravidanze precoci e dalla gravosità della sua posizione. Cole le afferrò un braccio e la trascinò fuori, a precederli vi era Lord Otto, che fece loro strada fino alla Sala del Trono. «Ora vedrai com'è che ci si comporta» le disse il Primo Cavaliere, facendo cenno con la mano ad un folto gruppo di entrare nella sala. Circa trenta nobili che vivevano a Corte, si guardarono tra loro in maniera interrogativa. Ser Criston spintonò Jocelyn in avanti, facendola inciampare. La donna cadde rovinosamente a terra, riuscendo per un soffio a poggiare i palmi a terra per evitare di procurarsi ematomi sul volto. Si girò verso la Guardia e semplicemente la fissò dritta negli occhi. Un brivido di terrore si diffuse lungo la schiena dell'uomo delle Marche dorniane. Poche volte in vita sua aveva visto uno sguardo del genere. Pieno di odio, rancore e rabbia. Il viso della donna era disteso, rilassato. Del tutto immutato. Eppure lì ci lesse la sua condanna a morte. La Strong si alzò in silenzio, e assunse una posa rigida, quasi militare. «Miei Lord, mie Lady. In qualità di Primo Cavaliere, mi duole informarvi della morte del nostro amato Sovrano. Poco prima di spirare, Re Viserys ha espresso alla sua consorte , la Regina Alicent, la sua volontà di designare suo figlio, il Principe Aegon II Targaryen come suo erede» un mormorio si diffuse tra i presenti, del tutto amareggiati per la morte del Targaryen e per la sua repentina decisione di cambiare la successione. «Vi chiedo, miei Signori, di giurare fedeltà al nuovo Re, dando il buon esempio a Lady Jocelyn Strong, la quale si è rifiutata di inchinarsi ad Aegon II» terminò il suo annuncio Lord Otto, aspettando che la folla metabolizzasse il tutto. Molte ginocchia toccarono il pavimento per paura. Molti giuramenti vennero pronunciati per aver salva la vita. Con stupore dell'Hightower, alcuni nobili rimasero fieramente all'in piedi. Lord Merryweather, Lady Fell e Lord Caswell erano convinti sostenitori della Principessa e della sua ascesa al Trono. «Signori vi invito a riflettere sulle conseguenze delle vostre azioni» suggerì in tono mellifluo il Primo Cavaliere. «Non c'è nulla su cui riflettere. Casa Fell mantiene il suo giuramento alla Principessa» « Lo stesso vale per Casa Merryweather. Non sono uno spergiuro. Non mi inginocchierò». Jocelyn rimase stupita e commossa dalla loro fedeltà e dal loro coraggio. Li guardò entrambi ed annuì soddisfatta, come per ringraziarli. I due ricambiarono con un cenno del capo. «Bene, avete fatto la vostra scelta» disse il padre della Regina, poi chiese ad alcuni soldati di scortare fuori i due oppositori. Di lì a poco le loro teste sarebbe finite sulle picche sopra i cancelli di Approdo del Re. «Lei Lord Caswell cosa ha intenzione di fare?», con grande stupire da parte della Consigliera, Lord Allun Caswell si inginocchiò e giurò fedeltà ad Aegon. «Vede Lady Strong, è così che ci si comporta. Dovrebbe seguire l'esempio di questo saggio uomo. Ora la riporto dalla Regina, e le offrirò un'altra possibilità per fare il suo giuramento». Prima che Ser Criston la afferrasse nuovamente per un braccio, Jocelyn notò che l'uomo che si era appena inginocchiato le aveva fatto uno strano ed impercettibile occhiolino. Non avrebbe mai tradito la sua legittima Regina. La donna dagli capelli castani venne scortata nuovamente nella Sala del Concilio, dove questa volta, all'interno vi erano solo suo fratello Larys e la Regina. Quest'ultima si avvicinò all'amica, cercando di prenderle le mani,ma fu del tutto inutile. «Allora? Giurerai fedeltà a mio figlio?» chiese affiancandosi al Lord di Harrenhal, nella speranza che la sorella potesse cambiare idea vedendolo. «Credevi davvero che farmi vedere un paio di voltagabbana inginocchiarsi mi avrebbe fatto cambiare idea?» disse furiosamente la Consigliera. Larys le si avvicinò zoppicando e le posò una mano sulla spalla. «Rifletti sorellina... Hai faticato tanto per ottenere la tua posizione di Consigliera. Perché perderla? Potresti essere di grande aiuto al nostro nuovo Re», la giovane tolse bruscamente la mano del fratello dalla propria spalla e si allontanò. «Non mi interessa. Potete privarmi di tutto. Della mia carica, dei miei averi, del mio nome. Ma non mi priverete mai del mio onore». Lord Strong tornò al fianco della Regina del tutto sconsolato. Adorava sua sorella, e voleva vederla al sicuro. Sapeva che finché lui sarebbe rimasto nelle grazie degli Hightower nulla le sarebbe successo. Ma non avrebbe potuto proteggerla per sempre. La sua incolumità dipendeva da lei. «Ti prego Lyn, fallo per me, giura fedeltà ad Aegon. Salvati la vita, ti prego Lyn!» disse in un impeto di panico Alicent, che scoppiò presto in lacrime. Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Jocelyn raggiunse la donna dai capelli ramati e le afferrò il volto con una mano. Strinse forte le dita intorno al volto della sua interlocutrice avvicinandolo al suo. «Mi dispiace Alicent ma dovrai vedermi morire. Proprio come Lord Merryweather e Lady Fell. Voglio che tu sia lì quando mi metteranno il cappio intorno al collo. Voglio che tu mi guardi mentre soffoco lentamente e mi agito per cercare un po' d'aria. Voglio che tu sia lì mentre muoio e che pensi che sia tutta colpa tua. Di tuo padre e di tutti questi bastardi che ti sussurrano all'orecchio» Ser Criston la prese per le spalle, facendo sì che lasciasse la presa sul volto della Sovrana. Quest'ultima era tremante e sotto shock. Il viso arrossato le doleva, ma non quanto il suo cuore. Non aveva mai litigato così furiosamente con Jocelyn, e soprattutto non aveva mai tanto temuto per la sua vita. Nemmeno quando aveva deciso di andare a combattere il Nutrigranchi. «Per rispetto nei confronti di vostro fratello, Lady Strong, avrà salva la vita. Ma rimarrà qui a Corte in qualità di oppositrice politica» sentenziò Lord Otto, felice di vederla messa all'angolo. All'improvviso si sentì bussare, ed un soldato entrò nella stanza, avvicinandosi all'Hightower e sussurrandogli qualcosa all'orecchio, poi se ne andò. L'uomo sorrise in maniera sinistra, poi chiese a Ser Criston di avvicinarsi. Parlarono fittamente tra loro per un po', poi la Guardia Reale lasciò la stanza. Dieci minuti più tardi, lo scudo giurato della Regina fece ritorno. «È tutto pronto mio Lord» disse rivolto all'anziano uomo. Quest'ultimo annuì e prese sottobraccio la Strong, invitandola a seguirlo. La Regina Alicent guardò allarmata i due, ma il padre la tranquillizzò dicendo che voleva mostrare alla donna di Harrenhal l'integerrimità della giustizia del Re. Jocelyn venne portata al piano superiore del Fortino di Maegor, dove le possenti arcate affacciavano sul pavimento sottostante. Su una delle balaustre sul lato opposto del quadrato, vi era all'in piedi, Lord Caswell. Intorno al suo collo era stato legato uno spesso cappio. Non appena l'ormai ex Consigliera vide l'uomo, si dimenò con tutte le sue forze, cercando di raggiungerlo. Lord Otto stando attento a tenerla ben ferma, ordinò ad un soldato di posizionarsi dietro il nobile, pronto a spingerlo giù. «Ci sono due tipi di persone che odio al mondo : gli stolti ed i traditori. E sfortunatamente per Lord Allun, lui rientra in entrambe le categorie. Ha falsamente giurato fedeltà ad Aegon II, ma poi ha tentato di scappare per avvisare la Principessa Rhaenyra. Un comportamento davvero sgradevole, che sarà punito adeguatamente» disse il Primo Cavaliere, avvicinandosi al Lord e trascinando con sé la donna. «Lasciatelo andare! Non potete ucciderlo. Imprigionatelo con me.Raccomando io per lui» urlò piangendo la Strong. Non avrebbe mai voluto né piangere, né supplicare l'Hightower, ma ciò era inevitabile. Non poteva abbandonare Lord Caswell al suo destino, non dopo che aveva tentato il tutto per tutto per avvertire la sua Regina. «Una traditrice che supplica per la vita dì un traditore... Che cosa esilarante. La invito a dire le sue ultime parole mio Lord». Il Lord di Ponte Amaro cominciò a piangere in silenzio, con grande contegno, nonostante il suo triste destino. Poi si voltò verso Jocelyn. Aveva visto quella fanciulla crescere al fianco delle due Regine, e diventare tanto benvoluta e influente a Corte come entrambe. L'aveva vista farsi strada in un mondo di uomini, combattendo pregiudizi e ostilità varie. E l'aveva vista trionfare. Allun era stato un grande amico di Lord Lyonel Strong, e sapeva che ovunque fosse l'amico ora, sarebbe stato incredibilmente fiero della figlia. «Non pianga mia Signora, vado a incontrare vostro padre. Lunga vita alla Regina Rhaenyra Targaryen» queste furono le ultime parole di Allun Caswell, prima che un soldato lo spingesse giù dalla balaustra con un calcio. Il cappio si strinse, l'aria terminò nei polmoni, il viso divenne cianotico. Con l'uomo che ancora penzolava al centro del Fortino, una Jocelyn tremante e piangente, venne portata in una stanza lì vicino, scortata da uno scudiero. La porta della stanza che l'avrebbe ospitata si aprì, rivelando un'altra figura al suo interno. La Principessa Rhaenys non appena vide la donna in pieno stato confusionale corse da lei, abbracciandola e scacciando in malo modo l'uomo che l'aveva accompagnata. Fu in quel momento che Jocelyn parve come svegliarsi dallo stato catatonico in cui era finita. Riconobbe immediatamente lo scudiero. Quel ragazzo non poteva che avere più di diciotto anni, e da molti era deriso per il fatto che fosse analfabeta. Più di una volta la Strong aveva scritto per lui delle lettere da inviare all'anziana madre. «Dove sono i fratelli Cargyll?» chiese, accorgendosi all'improvviso che non aveva visto nessuno dei due. Una forte sgomento l'assalì. E se Erryk fosse venuto a conoscenza di ciò che le era accaduto e avesse provato a ribellarsi? Era certa che l'Hightower non ci avrebbe pensato più di tanto prima di ucciderlo.«Li ho visti lasciare il palazzo in abiti civili più di un'ora fa. Mi dispiace per tutto quello che sta passando, mia Signora» disse lo scudiero prima di uscire dalla stanza e chiudere la porta a chiave. Il fatto che i due gemelli fossero usciti in coppia la rassicurò. Ciò significava che il suo amato ignorava della sua situazione, e in quel momento era la cosa migliore. Jocelyn era certa che Erryk avrebbe fatto fuoco e fiamme per tirarla fuori dal quell'incubo, anche a costo della sua vita. E questo non doveva e non poteva assolutamente accadere. Rhaenys Targaryen le prese le mani e la condusse sul letto, poi con fare materno le si sedette affianco stringendola a sé e porgendole un bicchiere di acqua. Alla Targaryen mancavano da morire i suoi figli: la sua temeraria Laena ed il suo dolce Laenor. Nemmeno l'amore che provava nei confronti dei suoi nipoti riusciva a colmare quel vuoto. Eppure, ogni volta che era con Jocelyn Strong sentiva i suoi ragazzi un po' più vicini a lei. La donna di Harrenhal era stata la migliore amica di entrambi e non faceva altro che rivederli in lei. «Cos'è successo?» chiese la donna dai capelli argentei, che pur avendo intuito il tutto, voleva avere una conferma dei fatti. Aveva scoperto di essere prigioniera circa due ore prima, e oltre a osservare il via vai di servi dalla finestra di camera sua, che affacciava all'interno di una delle sale del Fortino di Maegor, non aveva potuto fare altro. Nessuno era venuto a parlare con lei. «Il Re è morto e il Concilio sta manipolando la Regina affinché Aegon usurpi il Trono. Alcuni Lord hanno già giurato fedeltà al nuovo regime. Lord Merryweather e Lady Fell si sono opposti e sono stati uccisi. Lord Caswell ha tentato di fare il doppio gioco per avvisare Rhaenyra. Lo hanno impiccato. Davanti a me... Ho provato ad intercedere per lui. Ci ho provato davvero...» disse la donna più giovane scossa da un pianto irrefrenabile. «Non è colpa tua se al mondo esiste gente senza scrupoli e del tutto spietata. Ora dobbiamo farci forza l'un l'altra e trovare un modo per uscire da qui», Jocelyn si asciugò le lacrime con il dorso della mano e sorrise alla sua interlocutrice. «Ha ragione, dobbiamo scappare da qui» «Potremmo usare i tunnel segreti» «Sì, è l'unica soluzione. Il problema è che i passaggi che si diramano da questa stanza sono troppo esposti: uno porta al cortile e l'altro alle stalle. Sono due luoghi troppo affollati. Dobbiamo aspettare che il Concilio e la Regina escano per l'incoronazione di Aegon» riflettè la Strong alzandosi e cominciando a fare avanti e indietro per la stanza. «Incoronazione?» chiese la Targaryen, la quale faticava ancora a credere a tutto ciò che stava accadendo. Il suo adorato cugino era morto e lei non aveva nemmeno potuto stargli accanto. Ed ora il delirio totale stava per sommergere il regno e la sua famiglia. «Sì, credo che tra non molto Aegon verrà incoronato. Qui nella Capitale Rhaenyra ha troppi sostenitori ed ogni minuto che mio nipote passa senza una Corona sulla testa equivale ad una probabile non accettazione dal popolo. È la gente che costituisce un Regno, non i suoi Sovrani. Ha bisogno di essere accettato e acclamato prima della sorella.» la porta si aprì all'improvviso e le due prigioniere si avvicinarono tra loro, pronte a proteggersi. La Regina Alicent, che aveva cambiato abito e raccolto i lunghi capelli ramati in una stretta crocchia, entrò nella stanza con passo cadenzato. «Cosa ci fai qui?» le chiese sprezzante Jocelyn. «Non sono riuscita ad ottenere il tuo supporto, ma sono qui per chiedere quello della Principessa Rhaenys» disse l'Hightower stando attenta a non guardarla in faccia. «Devo riconoscere la tua audacia» sentenziò la Targaryen, poi voltò lo sguardo verso la Strong. Avrebbero ascoltato ciò che Alicent aveva da dire, giusto per sembrare collaborative e per non destare sospetti. «La Casa Velaryon è stata a lungo alleata con la Principessa Rhaenyra. E cosa ci ha guadagnato? Tua figlia è morta, da sola a Pentos. Tuo figlio è stato tradito. Gli eredi di Rhaenyra non sono i tuoi...» con la furia di un maremoto, Jocelyn si avvicinò minacciosamente ad Alicent, con l'intento di schiaffeggiarla. Ma tenne a bada l'impulso, limitandosi a spaventarla. «Non osare mai più nominare Laena e Laenor. Sono troppo puri per la tua lingua da serpe e per i tuoi subdoli scopi». La Regina sembrava sull'orlo del pianto, tuttavia ignorò i propri sentimenti e continuò a rivolgersi esclusivamente alla Targaryen, fingendo che la sua amica non fosse lì. La Strong capì le intenzioni della donna e decise di non intromettersi più e di ascoltare solamente. Era inutile agitarsi tanto, quando era certo che non sarebbe stata ascoltata. «... Anche tuo marito, che si è sempre aggrappato incurantemente al Trono, ti ha abbandonata. Se n'è andato per sei anni a combattere una battaglia disperata, tornando gravemente se non mortalmente ferito, lasciando la Lady di Driftmark a tracciare la sua rotta da sola». Rhaenys Targaryen aveva quasi odiato l'amato marito per averla lasciata da sola, non solo a gestire Driftmark ma anche quell'immenso dolore che li aveva stravolti. Corlys Velaryon aveva preferito perdersi tra le onde del mare pur di non perdersi nel baratro di dolore in cui era stato catapultato. «La parola della mia Casa non è volubile»sentenziò la donna dai capelli argentei avvicinandosi alla finestra. Alicent la rincorse, prendendolo per i gomiti. «No. Ma cara cugina, tu più di ogni anima vivente capisci quello che dico. Amavo mio marito, ma dirò la verità. Sappiamo entrambe che avresti dovuto essere Regina» «Non pensavo che avrei mai sentito queste parole da te» «Il Trono di Spade sarebbe dovuto essere tuo per sangue e temperamento. Viserys avrebbe vissuto i suoi giorni come un Lord di campagna, contento di cacciare e di studiare i suoi tomi di storia. Ma eccoci qui. Noi non governiamo, ma possiamo guidare gli uomini che lo fanno, dolcemente, lontano dalla violenza e dalla distruzione, verso la pace». Jocelyn cominciò a ridere, come se si trovasse difronte ad uno di quei spettacoli volgari che si trovavano al Fondo delle Pulci. Ciò a cui stava assistendo era davvero esilarante. Era come se la Regina avesse messo insieme tutti i difetti e gli orribili marchingegni del Concilio e li stesse riversando sulla Targaryen. Fortunatamente quest'ultima era una donna di innata intelligenza. Entrambe le donne le lanciarono un'occhiataccia, reputandola fuori luogo, poi ripresero la loro conversazione. «Se è Driftmark che vuoi, l'avrai. Per te e per le tue nipoti, da tramandare come meglio credi» questa fu la proposta finale della Sovrana. La Regina Che Non Fu Mai si avvicinò alla sua interlocutrice, quasi come a volerle sussurrare qualcosa. «Sei più saggia di quanto credessi, Alicent Hightower» «Una vera Regina calcola i costi per il proprio popolo» «Eppure ti affatichi ancora a servire gli uomini. Tuo padre, tuo marito, tuo figlio. Non desideri essere libera ma aprire una finestra nel muro della tua prigione. Ti sei mai immaginata seduta sul Trono di Spade?». Non appena sentì questa domanda, Alicent indietreggiò, come se qualcuno le avesse appena detto qualcosa di peccaminoso. Guardò le due donne e si diresse confusa verso la porta. Uno strano applauso attirò la sua attenzione. Vide Jocelyn gongolare fasullamente e affiancarsi alla Lady di Driftmark. «Le mie congratulazioni Alicent. Ti sei dimostrata la degna figlia di tuo padre» disse, come se al mondo non esistesse insulto peggiore di quello, e forse era così. La Regina abbandonò la stanza, con la speranza di aver convinto la Targaryen e con la consapevolezza di aver perso per sempre la Strong.
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𝐋𝐚 𝐂𝐨𝐧𝐬𝐢𝐠𝐥𝐢𝐞𝐫𝐚 // 𝐇𝐨𝐮𝐬𝐞 𝐨𝐟 𝐭𝐡𝐞 𝐃𝐫𝐚𝐠𝐨𝐧
FanfictionIn un'epoca dove il valore di una donna era solito essere misurato con la quantità di figli avuti, Lady Jocelyn Strong dovrà combattere ogni giorno strenuamente per raggiungere il suo obiettivo : far parte del Concilio Ristretto di Re Viserys I Tar...