𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐗𝐈𝐈𝐈

410 15 9
                                    


It's my own design
It's my own remorse
Help me to decide
Help me make the most
Of freedom and of pleasure
Nothing ever lasts forever
Everybody wants to rule the world

(Everybody wants to rule the world -Tears for Fears )


Fortezza Rossa, 6 anni dopo

Quella mattina il vento gelido sferzava bruscamente sul viso di Lady Jocelyn Strong che, protetta da uno spesso mantello, era diretta alla torre più alta della Fortezza. Lì infatti, vi erano cinque gabbie piene di corvi e la Consigliera aveva la necessità di inviare due missive. Una era per aggiornarsi sulle condizioni di suo nipote Daeron che, compiuti i dodici anni era stato mandato a servire come coppiere e scudiere presso Lord Ormund Hightower ,cugino di sua madre Alicent, a Vecchia Città . L'altra invece era per suo nipote Lyonel, l'ultimo figlio di sua sorella Kella. Quell'oggi era il suo compleanno, e la Strong non potendo partire per raggiungere Harrenhal, aveva deciso di scrivergli una lettera, promettendogli che una volta giunta l'estate sarebbe andata a trovarlo. Scelse due corvi, legò i messaggi alle loro zampe e li guardò spiccare il volo. Rimase affacciata alla balaustra per un po', poi la sua attenzione venne catturata da una carrozza, sempre più vicina. Sorrise a trentadue denti quando vide lo stemma dei Targaryen. Rhaenyra le aveva scritto tre giorni prima per avvisarla che insieme alla sua famiglia sarebbe tornata nella Capitale per combattere per la rivendicazione di Luke al Trono di Legno di Driftmark. Lord Corlys Velaryon dopo la morte di suo figlio Laenor, aveva deciso di riprendere a combattere nelle Stepstones, nella speranza che la guerra ed il mare soffocassero il suo dolore. Sfortunatamente, l'uomo era stato ferito in un imboscata del Triarcato, ed ora la sua vita era appesa ad un filo. Dunque era necessario stabilire per precauzione una linea di successione per la dinastia dei Velaryon. La Consigliera aveva avvisato i Reali del ritorno della Principessa per organizzare una degna accoglienza , ma quando scese nel cortile si rammaricò molto nel vedere che vi erano solamente lei e i Caswell ad accoglierli. Nemmeno il Re era potuto scendere nel cortile. La malattia negli ultimi sei anni era avanzata terribilmente, fino a renderlo curvo, tremante e incredibilmente debole. Il Sovrano era stato anche privato, quasi del tutto, della metà destra del volto, tanto che ormai era costretto ad indossare una maschera in oro per coprire la metà marcia, e la sua mente era ormai offuscata. Tre vocine stridule giunsero alle orecchie di Jocelyn, che ben presto venne assalita da i gemelli Jaehaerys e Jaehaera e dal piccolo Maelor. I tre avevano ovviamente i tratti tipici dei Targaryen, ma fortunatamente avevano preso più dalla madre che dal padre. Erano acuti, graziosi, gentili e puri di animo, oltre che dei veri combina guai. Dietro i bambini vi era la loro madre, Helaena, più bella e raggiante che mai. «Sono contenta che tu ed i bambini siate qui Hel. È l'accoglienza peggiore che abbia mai visto in vita mia» disse sconsolata la Strong. «Come potevo non venire zietta? Sono contenta di rivedere Nyra e gli altri» affermò la Targaryen, mentre sistemava una ciocca di capelli ribelli che era sfuggita dalla treccia di sua figlia. La donna dai capelli castani baciò la fronte della nipote ed accarezzò le testoline dei bambini, poi venne richiamata dal rumore del portone d'ingresso che veniva aperto. La carrozza fece il suo ingresso nel cortile ed i primi a scendere furono i due coniugi Targaryen. «Nyra, Daem finalmente!» Jocelyn corse dai due abbracciandoli e sorridendo come una bambina. «Oh Lyn, quanto mi sei mancata» sussurrò la Principessa all'orecchio dell'amica. La Strong diede un bacio sulla fronte all'amica, poi spostò la sua attenzione sul pancione della donna. La Principessa era in attesa del terzo figlio di Daemon, ed era sicura che questa volta sarebbe stata una femmina. Aveva anche scelto il nome da dare alla figlia : Visenya. La donna dai capelli castani si abbassò all'altezza del ventre della Targaryen e lo accarezzò amorevolmente. «Piccola Vis, non vedo l'ora di stringerti tra le mie braccia» sussurrò per poi ricomporsi. Il Principe si guardò intorno con fare scocciato. «Si sono impegnati parecchio per accoglierci» «Mi dispiace per l'assenza di festeggiamenti zio» si scusò Helaena che abbracciò prima l'uomo e poi la sorella. Nel frattempo dalla carrozza scesero Jacaerys, Lucerys, Joffrey e Rhaena, che abbracciarono teneramente la zia. Erano tutti cresciuti parecchio . Jace aveva da poco compiuto sedici anni, era quasi un uomo, bello di aspetto e gentile nei modi. Era anche un bravo spadaccino a detta della madre. Luke invece era quello che tra tutti e tre somigliava di più ad Harwin. Aveva gli stessi capelli ricci e occhi chiari del padre. Invece Joffrey si era dimostrato un bambino spigliato ed un abile cavalcadraghi, nonostante la sua giovanissima età. Rhaena non aveva ancora ottenuto un drago, ma era la copia della madre: testarda, determinata, intelligente e bella. Rhaenyra poi si sporse all'interno della carrozza facendo cenno a due balie di uscire. Le donne avevano tra le braccia i figli nati dal matrimonio tra la Delizia del Reame e il Principe Canaglia : Aegon e Viserys. Jocelyn aveva assistito a tutte e due le nascite, ma da allora li aveva visti ben poco. Nonostante fossero poco più che due infanti, si portavano abbastanza grandi per la loro età. Occhi viola e capelli argentei. A differenza dei loro fratellastri avevano il classico aspetto Targaryen. A differenza dei fratellastri, loro sì che erano dei Targaryen. «Come sta nostro padre Hel?» chiese dopo un po' Rhaenyra alla sorella. «Non molto bene Nyra. Peggiora di giorno in giorno. Mia madre fa il possibile per allietare le sue pene» disse tristemente Helaena mentre osservava i suoi figli giocare con quelli della sorella maggiore. «Perché non andate a trovarlo? Gli farà molto piacere vedervi. Ora scusatemi ma sono già in ritardo alla riunione del Concilio Ristretto» sentenziò la Consigliera, che fece un ultimo grande sorriso agli ospiti prima di correre verso la Sala del Concilio. Raggiunse il corridoio di corsa, fermandosi dinanzi alla porta per prendere fiato e sistemarsi. Poi Ser Harrold aprì la porta e l'annunciò. «Mi scusi per il ritardo Altezza, mi sono trattenuta nel cortile per accogliere la Principessa Rhaenyra e il Principe Daemon» disse marcando la voce sui nomi dei due. La Regina Alicent guardò il padre e poi annuì all'amica. «Certo, ha fatto bene Lady Strong. Finito il Concilio andrò a salutarli». Otto Hightower guardò di sbieco la Consigliera, sbuffando e roteando gli occhi al cielo. In quei sei anni in cui la salute del Re era peggiorata, il Primo Cavaliere aveva tentato in tutti i modi di estromettere la Strong dalla Concilio e dalla vita politica di Approdo del Re. Ma quella donna era impossibile da allontanare, e soprattutto, nulla sembrava sfuggirle. In più, godeva dall'amore assoluto di sua figlia, del Re e dei suoi nipoti, oltre che della Corte e del popolo della Capitale. L'argomento all'ordine del giorno era la successione di Driftmark. Il primo a parlare fu il Gran Maestro Orwyle, che aveva preso il posto di Mellos dopo la morte di quest'ultimo. «Se non ricordo male, Lord Corlys desiderava che Lucerys Velaryon gli succedesse» «Ricorda bene Gran Maestro» confermò Jocelyn sorridendo all'uomo, poi Lord Lyman Beesbury tossì per attirare l'attenzione dei presenti. «Concordo con il Gran Maestro e con Lady Jocelyn. In quanto figlio di Laenor, Lucerys è l'erede legittimo»,«A onor del vero, Lord Corlys non ha mai fatto testamento o nominato formalmente Lucerys come suo erede» asserì Lord Jasper Wylde, l'uomo che aveva preso il posto di Lord Lyonel Strong come Maestro delle Leggi. «Perché basarci su un pezzo di carta quando qui a Corte abbiamo il testamento vivente di Lord Corlys? Sono sicura che la Principessa Rhaenys confermerà la pretesa di Lucerys Velaryon al Trono di Legno» sentenziò Jocelyn nella speranza che quella questione finisse lì. Si era sollevato un polverone inutile. Se Lucerys avesse avuto i capelli argentei e gli occhi viola i suoi diritti su Driftmark non sarebbero mai stati discussi. Lord Tyland Lannister si sporse in avanti, unendo le mani e guardando la Consigliera. «Lucerys non ha esperienza nel comando di navi, un requisito fondamentale per mantenere la posizione di Lord delle Maree» «Avere esperienza nel comando delle navi è un requisito fondamentale anche per mantenere la posizione di Maestro delle Navi, eppure non mi sembra che lei abbia tale esperienza Lord Tyland. Driftmark spetta di diritto a Lucerys Velaryon. Per quanto riguarda l'esperienza, ha tutta la vita davanti a sé per apprendere i segreti della navigazione». Orwyle, Beesbury e Wylde annuirono fieramente in direzione della Consigliera. Il suo discorso non faceva una piega. «I ricorrenti potranno presentare le loro petizioni domani mattina. Ora miei Lord, vi prego di scusarmi ma devo andare ad incontrare la Principessa Rhaenyra» disse la Regina Alicent facendo cenno col capo all'amica di seguirla. Una volta fuori le due si presero sottobraccio e cominciarono a camminare tra i corridoi della Fortezza, proprio come quando erano delle ragazzine. «Lyn, mi accompagneresti? Non so come comportarmi con Rhaenyra. Averti al mio fianco mi aiuta a calmarmi» «Certo Ally, sai che mi fa piacere stare con voi. Mi ricorda i vecchi tempi». Erano quasi arrivate fuori alla stanza dei coniugi Targaryen, quando sentirono il tintinnio di un'armatura. Le due donne si voltarono all'unisono e la Strong sorrise quando riconobbe il suo sole e stelle. La faccia dell'uomo però era come bardata a lutto. «Er...Ehm, Ser Erryk va tutto bene?» chiese Jocelyn poggiando una mano sull'avrambraccio della Guardia, per poi ritirarla quando si accorse dello sguardo stranito dell'amica al suo fianco. «C'è stata una situazione delicata nelle stanze del Principe Aegon. Sarebbe meglio se la Regina mi seguisse», Alicent guardò la Consigliera piena di agitazione, poi prese la mano della donna stringendola forte ed infine accettò di seguire la Guardia Reale, trascinando l'amica con sé. Con grande stupore da parte delle due donne, Ser Erryk Cargyll le scortò negli appartamenti della Regina, dove ad attenderle vi erano due donne: Talya, dama di compagnia della Sovrana e una ragazza in lacrime. «Vostra Altezza, Lady Strong, lei è Dyana, una delle cameriere della Principessa Helaena.» disse Talya allontanandosi e affiancando Erryk. «Avanti cara, raccontaci cos'è successo. Non temere» Alicent rafforzò quanto detto accarezzando il capo della giovane. «Ho portato il vino al Principe, e l'ho appoggiato sul tavolo. Quando mi sono girata... Non l'ho visto. Gli ho chiesto di fermarsi, Altezza. L'ho fatto, veramente... Deve credermi» Dyana era scossa da un pianto irrefrenabile, ed era evidentemente sotto shock. Alicent l'attirò a sé, stringendola forte e accarezzandole il capo. Jocelyn invece, era in trance. Gli occhi le si riempirono di lacrime e le mani preso a tremare. Avrebbe voluto vomitare. Aegon, suo nipote, aveva abusato di quella povera ragazza. La Consigliera avrebbe preferito una coltellata al cuore che apprendere una cosa del genere. Aveva sempre trasmesso ai suoi nipoti maschi l'importanza del rispetto verso le donne e del consenso. Si era battuta strenuamente affinché non prendessero la mentalità dell'epoca in cui vivevano. Un epoca dove la donna veniva oggetificata, trattata come una schiava e abusata. Sentiva di aver fallito. Ma all'improvviso un sentimento nuovo, verso il nipote, si diffuse in lei: disgusto. Profondo disgusto. «Grazie per avermelo detto, Dyana. So che non è stata colpa tua. Ti credo» sussurrò la Regina alla giovane. «Davvero Altezza?» «Sì, davvero. Ma quello che mi preoccupa è quello che gli altri potrebbero credere. Eri sola con il Principe vero?» Dyana annuì tremante, e Jocelyn iniziò a collegare i punti, capendo dove l'amica volesse andare a parare. Si riprese dallo sgomento e si avvicinò alle due. «E nessun altro ha visto cos'è successo tra voi due. Se qualcun altro dovesse sentire questa cosa...» continuò l'Hightower. «Non l'ho detto a nessuno mia Regina» «L'hai detto a Ser Erryk, a Tayla e ora a me e a Lady Strong. E credo che tu non sia da biasimare, ma altri potrebbero non essere così fiduciosi. Potrebbero pensare che tu stia mentendo e che stia cercando di infangare il Principe o peggio,che tu l'abbia sedotto di proposito, e sai cosa succede alle ragazze così...» Jocelyn andò su tutte le furie, prese Dyana per mano e la trascinò dietro di sé, come a volerla proteggere da ciò che la Regina stava dicendo. «Alicent sei impazzita? Tuo figlio ha violentato questa ragazza e tu vuoi comprare il suo silenzio? Gli stupratori vengono imprigionati e mandati alla Barriera. È questo che merita Aegon. Questa è la giustizia che Dyana merita, non un sacchetto di monete e qualche pacca sulle spalle» «Aegon è il Principe, non posso far trasparire questa cosa. Che penserebbero le persone di lui, mh? Non ti importa di tuo nipote Lyn?» «Non lo riconosco nemmeno più mio nipote. Non mi interessa del ruolo che ricopre, deve essere punito Alicent. Devi prendere dei provvedimenti!». Alicent guardò in direzione di Tayla, e quest'ultima prese un sacchetto di monete da un cassetto e mise a riscaldare un intruglio. Il tè della luna. La Regina sorpassò la Consigliera, e porse il sacchetto ed il tè alla ragazza. Dyana bevvè tutto di un fiato il liquido, ma quando posò lo sguardo sulle monete, riprese a piangere. «Jocelyn tu non sei madre, non mi aspetto che tu comprenda ciò che ho fatto, ma... » «Hai ragione Alicent, non sono una madre, ma sono una donna. E non oso immaginare come Dyana possa sentirsi al momento. È stata violata senza il suo consenso, trattata come un oggetto e poi messa da parte. Ed ora, non solo deve convivere con questo ma deve anche sentirsi dire che il suo stupratore non verrà mai punito solo perché è un Principe?». Dyana strinse la presa sulle mani della Consigliera, nascondendosi dietro le sue spalle. La Regina guardò le due rammaricata, poi uscì dalla stanza, diretta dal figlio, seguita da Tayla ed Erryk, e lasciando Jocelyn e Dayna da sole. La ragazza in preda al panico annaspò e poi scagliò con furia il sacchetto pieno di monete contro il muro,poi cadde a terra piangendo. La Strong si inginocchiò ed abbracciò la cameriera, cullandola e accarezzandole il capo. «Io non voglio quei soldi Lady Strong. Io vo-voglio... G-giustizia!» «L'avrai Dyana, te lo prometto. Farò il possibile per punire Aegon», detto ciò, aiutò la ragazza ad alzarsi e le asciugò il viso. «Qualsiasi cosa ti serva vieni da me, va bene? Anche se hai solo voglia di sfogarti. E se non dovessi trovarmi, rivolgiti a Ser Erryk. È l'uomo migliore che conosca, ed è fidato. Ti aiuterà» «Grazie infinite Lady Jocelyn» disse la cameriera abbracciandola un'ultima volta. Poi la Consigliera la accompagnò fuori, mentre lei si diresse verso le stanze del nipote. Quando aprì la porta, trovò Alicent abbracciata ad Helaena e Aegon nudo, coperto solo da un lenzuolo bianco e visibilmente alterato. «Zia cos'è successo?» «Niente mia dolce Helaena. Vorrei parlare da sola con tuo marito, potresti accompagnare tua madre fuori?» la Targaryen annuì, trascinando la madre con sé. Prima di chiudere la porta Alicent guardò l'amica negli occhi. Sentiva di averla allontanata da sé, e non poteva biasimarla. Aveva vergogna di sé stessa e di quello che aveva fatto a quella povera ragazza, ma doveva proteggere il suo bambino. Doveva farlo. La porta venne chiusa definitivamente e Aegon, trascinandosi il lenzuolo dietro, tentò di avvicinarsi alla zia allungando una mano. Jocelyn indietreggiò di colpo, inorridita. «Non mi toccare Aegon. Sono disgustata da te e da ciò che hai fatto. Il solo pensiero mi fa orrore. Dovresti vergognarti» «Zia era solo un gioco, un...» «Un gioco per chi Aegon? Sei disgustoso. Hai approfittato di Dyana nonostante lei ti avesse detto di no, e la cosa che più mi infastidisce è che tua madre ha comprato il suo silenzio e che tu non verrai punito. Sai cosa faceva Daemon Targaryen agli stupratori quando era il Comandante della Guardia Cittadina? Li castrava e li spediva alla Barriera. Questo meriti. Questo ho suggerito a tua madre, ma sono stata ignorata. Ma ho promesso a quella ragazza che avrebbe avuto giustizia. E l'avrà, non so quando, ma l'avrà», il Principe singhizziova senza contegno e ben presto si rese conto di aver perso l'unica persona che l'aveva sempre amato incondizionatamente, senza mai pretendere nulla da lui e difendendolo sempre da ogni crudeltà del mondo. Ma lui si era nutrito per troppo tempo di tutta quella crudeltà, e l'aveva riversata su quella cameriera. «Mi dispiace zia...» «Le tue scuse non cambieranno la realtà dei fatti». La Strong guardò un'ultima volta suo nipote, sapendo che da quel giorno in poi, non sarebbe stato più lo stesso. Il fragile ed emotivo Aegon aveva lasciato spazio ad un uomo lussurioso e irrispettoso. Lo avevano plagiato e sovraccaricato di aspettative e adesso era diventato la versione peggiore di sé stesso, come una sorta di ribellione. Jocelyn lasciò la stanza, e con il panico che le cresceva nel petto, si diresse al Parco degli Dei, per poter stare da sola e dar sfogo alle sue emozioni. Arrivata lì però, si accorse che non le sarebbe stato possibile rilassarsi. Nascoste tra i folti rami di un possente albero vi erano le Principesse Rhaenyra e Rhaenys. Jocelyn si avvicinò alle due, non potendo tenere a freno la propria curiosità. «Lady Strong, che piacere vedervi» «Lo è anche per me Principessa Rhaenys. Come sta Lord Corlys?», la donna dai capelli argentei abbassò il volto sconsolata. Il Serpente di Mare era tutto per lei. Il suo migliore amico, il suo complice, il suo confidente, l'amore della sua vita. Il solo pensiero di poterlo perdere la gettava nel panico più totale. «Stabile, ma i Maestri non sanno ancora se sopravviverà», la Strong le fece un mesto sorriso e le strinse la mano come a volerle dare forza. Rhaenyra la guardò dritta negli occhi e poi mosse impercettibilmente il capo verso la Lady di Driftmark. Stava tentando di portarla dalla propria parte, per farla parlare a favore di Lucerys. La cugina del Re però, era una donna scaltra, dunque decise di condurre lei le danze. «Lady Jocelyn, lei serve come Consigliera del Re da ormai quasi venti anni. Consigli anche me, cosa dovrei fare?». La donna dai capelli castani guardò l'amica e poi la donna più anziana. Avrebbe parlato senza peli sulla lingua. «Principessa Rhaenys la regalità le dona parecchio a detta di Baela. Io e mia nipote ci siamo scritte spesso per aggiornarci e mi ha detto come lei sappia gestire in maniera impeccabile Driftmark e tutti i suoi affari. Lei è nata per stare su un Trono. Dei vecchi e bigotti Lord le hanno impedito di sedersi sul Trono di Spade, ma gli Dei le hanno concesso quello di Legno. So che lei non ha intenzione di perderlo. Se Vaemond Velaryon dovesse succedere a suo fratello, crede che lascerebbe spazio a lei o a sua nipote? Verreste estromesse immediatamente. Invece, se lei appoggiasse la rivendicazione di Lucerys ciò non accadrebbe. Anzi, ne terrebbe enormi vantaggi», la donna di Altamarea inarcò le sopracciglia stupita. «Quali sarebbero questi vantaggi?» chiese. Rhaenyra gongolò dentro di sé, sapendo che ormai era fatta. «La Principessa Rhaenyra ha intenzione di fidanzare Jace e Luke con Baela e Rhaena» la Delizia del Reame annuì in direzione della Regina Che Non Fu Mai per darle conferma di ciò. «Un giorno Baela sarà la Regina dei Sette Regni e Rhaena sarà la Lady di Driftmark, facendo sì che il sangue di Laena segga sul Trono di Legno, come lei ha sempre desiderato.
Tuttavia, mentre Jacaerys e sua moglie avranno una schiera di Consiglieri qui a Corte, Lucerys e sua moglie potranno contare su poche persone. Ma lei, Principessa Rhaenys, potrebbe essere la loro Consigliera. Vede quanti vantaggi potrà trarre da una semplice conferma della volontà di suo marito?». La donna più anziana fissò le due più giovani, poi sorrise divertita ed infine se ne andò. «Credi che ci appoggerà?» chiese la. Targaryen ansiosamente. «Credo proprio di sì Nyra», un rumore assordante si diffuse dal cielo. Una tempesta stava per abbattersi sulla Capitale.


𝐋𝐚 𝐂𝐨𝐧𝐬𝐢𝐠𝐥𝐢𝐞𝐫𝐚 // 𝐇𝐨𝐮𝐬𝐞 𝐨𝐟 𝐭𝐡𝐞 𝐃𝐫𝐚𝐠𝐨𝐧 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora