This is the end
Hold your breath and count to ten
Feel the Earth move and then
Hear my heart burst again
For this is the end
I've drowned and dreamt this moment
So overdue, I owe them
Swept away, I'm stolen
Let the sky fall
When it crumbles
We will stand tall
Face it all together
Let the sky fall(Skyfall - Adele)
Roccia del Drago, Mare StrettoMeleys atterrò sulla spiaggia di Roccia del Drago circa un'ora dopo l'incoronazione, accucciandosi a terra e permettendo alle due donne di scendere dalla sella. Ser Lorent Marbrand della Guardia Reale, in servizio presso la Principessa, si avvicinò cautamente all'enorme bestia, chiedendo il motivo di tale visita. «Dica alla Principessa Rhaenyra e al Principe Daemon che chiedo un'udienza, immediatamente» disse velocemente la Lady di Driftmark, facendo trasudare molta agitazione dalle proprie parole. Dopo essersi assicurata che la Guardia si fosse allontanata abbastanza da non sentire, Jocelyn tirò a sé la Targaryen, strattonandola per un braccio. «Ha visto quello che ha fatto? Era necessario entrare nella Fossa in quel modo, causando tutti quei morti... Tutta quella distruzione» disse trattenendosi a stento dall'urlare. Rhaenys sorrise alla donna più giovane accarezzandole il viso. «Non sono fiera di quello che ho fatto, ma sì, era necessario. Un chiaro messaggio ai Verdi : nessuno può manipolare Rhaenys Targaryen. Nessuno può convincermi a sostenere ingiustamente un uomo a scapito dei diritti concreti di una donna». Ferro fuso sembrava scorrere nelle vene di Jocelyn Strong. In quel preciso momento avrebbe volentieri dato fuoco al mondo intero. Quello che sentiva dentro di sé era un agglomerato di emozioni negative. Rabbia, disperazione, tristezza, delusione. Sentiva che il suo animo era diventato nero come la pece. Aveva visto troppi orrori per un solo giorno. Distolse lo sguardo dalla donna, puntandolo sulle onde del mare. Ascoltò il rumore della risacca, beandosi di quell'intenso odore salino. Inspirò a fondo, poi i volti di Laenor e Laena le tornarono alla mente. Avrebbe protetto i loro figli ad ogni costo. Avrebbe protetto tutti i suoi nipoti ad ogni costo, doveva solo riprendersi. Ser Marbrand fece ritorno poco dopo, invitando le due a seguirlo. Vennero condotte alla sala del Tavolo Dipinto, una massiccia lastra di legno modellata come una mappa di Westeros, sulla quale vi era intagliata ogni singola baia e penisola conferendo così al tavolo un contorno irregolare. Non appena Rhaenyra vide l'amica si sciolse in un sorriso sincero, incurante di ciò che stava per dirle. La donna gravida poggiò entrambe le mani sul ventre e si avvicinò al marito, anche lui sorridente nel vedere la Consigliera. Ignorava il fatto che che ormai lei non lo fosse più. «Principessa Rhaenys, possiamo sperare in notizie riguardanti la guarigione di Lord Corlys?» «Viserys è morto».Rhaenyra e Daemon Targaryen si guardarono negli occhi, che lentamente divennero umidi. Pietrificati da un dolore comune verso l'uomo più importante delle loro vite. Solo ieri avevano avuto l'opportunità di bearsi della sua presenza, ed oggi egli era scomparso per sempre. La schiettezza con cui la donna comunicò la notizia sbalordì Jocelyn, che la guardò in cagnesco e corse ad abbracciare l'amica. Quest'ultima pareva in apnea, così come suo marito. Una figlia che piangeva l'amato padre, un fratello che piangeva l'adorato fratello. Ecco cos'erano, al di là di diritti e doveri, di cariche e gerarchie. «Piango con voi questa perdita, Rhaenyra. Mio cugino, tuo padre, aveva un cuore gentile. Ma c'è dell'altro... Aegon è stato incoronato come suo successore» nel momento esatto in cui queste parole vennero pronunciate, una fitta scosse il ventre di Rhaenyra. La Strong portò immediatamente una mano sul pancione, sentendo dei strani movimenti. «Portate una sedia alla Regina e chiamate il Maestro» disse ad uno dei servi nella stanza. «Non serve Lyn...»sospirò dolorante la donna. Il servo tentennò, confuso sul da farsi, ma non appena la donna di Harrenhal gli urlò di fare come ordinato, saettò fuori dalla stanza. «Com'è morto Viserys?» chiese trattenendo le lacrime Daemon. «Non saprei dirlo» riferì Rhaenys. «Quanto tempo fa?» fu la domanda posta dalla figlia del Re quando la sedia venne finalmente portata nella sala. Tuttavia ella non si sedette. «Forse ieri notte o stamattina. Io e Lady Strong siamo state imprigionate mentre la Regina organizzava il tutto... » «Alicent vi ha chiesto di giurare fedeltà ad Aegon?». Jocelyn si parò dinanzi a Rhaenyra, prendendole il viso tra le mani e accarezzandolo con delicatezza. «Nyra, sorella mia... Alicent non è più quella di un tempo» sussurrò dolcemente, come se facendo così la notizia potesse essere meno brutta. «Io e Lady Strong abbiamo rifiutato di inchinarci ovviamente», «Eppure siete vive» notò amaramente Daemon, il quale iniziò a sospettare della lealtà della due donne. «L'Alto Septon ha incoronato Aegon nella Fossa dei Draghi. L'abbiamo visto noi stesse poco prima di fuggire sul dorso di Meleys e venire ad avvisarvi» «Quella puttana della Regina ha ucciso mio fratello e gli ha rubato il Trono, e voi avreste potuto bruciarli tutti. Perché non l'avete fatto? » urlò Daemon aggirando il tavolo e avvicinandosi alla cugina. Jocelyn vide un'altra smorfia di dolore sul volto di Rhaenyra, e capì che vedere il marito in quel modo le portava ulteriore agitazione. «Questo Regno non è il nostro, ma di Rhaenyra. È lei la Regina e sta a lei decidere come agire. Questa sarebbe stata la tua soluzione Daemon, ma non quella di Rhaenyra. Ne sono certa» disse Jocelyn fronteggiando l'uomo a viso aperto. Un sospiro di terrore lasciò le labbra della nuova Regina e fece sì che tutti si girassero verso la sua direzione. La Targaryen estrasse una mano sanguinante da sotto il vestito. «Il bambino sta arrivando...» sussurrò sotto shock. "È troppo presto" pensò Jocelyn, poi tutto accade velocemente. Rhaenyra entrò in travaglio, e assistita dalle sue ancelle e da Maestro Gerardys, venne portata nella sua stanza. Nel frattempo Daemon tenne un consiglio con i signori del Mare Stretto, la Guardia Reale e i capitani al comando della guarnigione di Roccia del Drago. La Principessa Rhaenys invece, corse a chiamare i suoi nipoti, Jace e Luke, per avvisarli di tutto quello che stava accadendo. Quando i giovani Velaryon entrarono nella stanza della madre il sangue si ghiacciò nelle loro vene. Rhaenyra Targaryen indossava una camicia da notte, un tempo bianca come il latte ed ora lorda di sangue. I lunghi capelli argentei attaccati alla fronte sudata ed il viso contrattato in una smorfia di dolore. Piegata in due dalle doglie, la donna aveva allontanato tutti tranne Jocelyn. Quest'ultima infatti stringeva le mani dell'amica, sorreggendola ogni volta che la forza sembrava abbandonarla. «Madre, cosa succede?» chiese Jace con la voce tremante. «Vostro nonno Viserys è morto. Aegon ha usurpato il mio Trono. Va da Daemon e dagli altri Lord. Niente deve essere compiuto senza il mio permesso» disse Rhaenyra cercando di ricomporsi dinanzi al figlio, per mantenere un barlume di austerità in un momento di totale fragilità. Jace annuì e fece cenno a Luke di seguirlo, ma quest'ultimo lo ignorò e rimase lì, chiamando la zia in disparte. Jocelyn si avvicinò al nipote, pulendosi sul vestito le mani ricoperte di sangue. «Mamma ce la farà?» chiese il ragazzo con le lacrime agli occhi. La Strong non voleva illuderlo. Il parto era prematuro e Nyra stava patendo dolori allucinanti. Non sapeva se lei o il bambino nel suo grembo sarebbero sopravvissuti. L'idea di perderli entrambi le toglieva il respiro ma doveva essere forte. «Non lo so tesoro mio. Ma tua madre è una donna forte, e farà di tutto per non mollare. Questo lo sai vero?», Luke annuì lanciando un ultimo sguardo in direzione della partoriente, poi se ne andò. Altre urla si diffusero nella stanza. Le ancelle della Regina erano in lacrime, poiché la donna non faceva altro che allontanarle, privandole della possibilità di aiutarla. Anche il Maestro Gerardys venne mandato fuori. «Lyn! Vieni qui sorella mia...» sospirò accovacciata a terra la Targaryen. Era allo stremo delle sue forze. Jocelyn la affiancò, accarezzandole il capo. «Chiama Daemon, fallo venire qui» poi urlò ancora. La donna dai capelli castani lasciò la stanza, correndo nella direzione del Tavolo Dipinto. Nel momento esatto in cui lei si trovò davanti alle possenti porte della sala, queste si aprirono, rivelando un piccolo gruppo di persone. Daemon, Jace e due Guardie Reali: Ser Lorent e Ser Steffon «Daemon, tua moglie ha bisogno di te» disse in un soffio avvicinandosi all'uomo. «Lo so, ecco perché sto portando Jace con me. Lo educo affinché diventi un buon erede». Altre urla di dolore li raggiunsero. Approfittando della distrazione della Strong, Daemon cercò di raggirarla e andarsene. Ma non funzionò. «Rhaenyra potrebbe non farcela. Il bambino potrebbe non farcela. Hanno bisogno di te», l'uomo inizialmente la ignorò, ma poi, si girò verso di lei tenendo il capo basso. Congedò il figlio e le due Guardie, rimanendo da solo con la donna. Non appena fu sicuro che nessuno li stesse guardando, Daemon Targaryen fece qualcosa che Jocelyn non avrebbe mai ritenuto possibile. Le si avvicinò e poggiò la testa sulla sua spalla destra, cominciando a piangere. «Non posso sopportarlo di nuovo. Non ce la faccio. No no no...» mormorò tra un singhiozzo e l'altro. La Strong abbracciò l'uomo cercando di consolarlo. Laena Velaryon forse non sarà stata l'amore della sua vita, ma il Principe Canaglia aveva davvero amato quella donna. Non aveva mai superato la sua morte. Ed ora, quello che stava vivendo Rhaenyra, gli aveva riportato alla mente quel triste evento. Era vero : non ce l'avrebbe fatta nuovamente a sopportare un dolore del genere, a doversi far carico del dolore di tutti i loro figli. Jocelyn gli prese dolcemente il volto, costringendolo a guardarla. «Daem lo so che sei spaventato, lo sono anch'io, ma non puoi far finta di nulla. Di sopra c'è tua moglie che ha bisogno di te. Non posso assicurarti che non accada quello che è successo a Laena. Quello che posso fare però, è starti accanto. Nyra ha bisogno di noi, di te. Di suo marito. Va da lei Daemon» l'uomo si asciugò le lacrime ed annuì. Jocelyn aveva ragione. Per quanta paura avesse, non poteva e non doveva abbandonare la moglie. Era rimasto al fianco di Laena fino alla fine e l'avrebbe fatto anche con Rhaenyra, qualsiasi cosa sarebbe successe. L'ennesimo urlo lo scosse, e senza esitazione corse verso la stanza della moglie, seguito dalla Strong. Quando entrarono però, era ormai troppo tardi. La Principessa Visenya Targaryen era nata morta. La piccola aveva un buco nel petto, dove avrebbe dovuto esserci il suo cuore e una coda tozza e squamata.Sua madre, la Regina Rhaenyra, la avvolse in un lenzuolo e iniziò a cullarla tra le sue braccia, in silenzio e piangendo amaramente. «Era la mia unica figlia e l'hanno uccisa. Hanno rubato la mia corona e ucciso mia figlia, e ne risponderanno.» mormorò devasta dal dolore la Targaryen. Secondo lei la causa di tale disgrazia erano stati i Verdi, e di ciò se ne convinse anche suo marito. Quest'ultimo raggiunse l'amata moglie, sedendosi accanto a lei e accarezzando la testa della figlia. Rimasero così per ore. Jocelyn invece, uscì dalla stanza e corse in un angolo, dove si inginocchiò e vomitò. Tutto il male del mondo, tutto l'orrore di cui era composto si era riversato sulla piccola Visenya. Quell'anima innocente aveva pagato con la vita. Aveva assorbito il dolore di una figlia, la disperazione di una donna che aveva visto ogni suo diritto venirle strappato via, li aveva fatti suoi al punto che una voragine si era aperta al posto del cuore. Per quanto assurdo potesse sembrare, Rhaenyra e Daemon avevano ragione : il dolore che i Verdi avevano arrecato alla Targaryen aveva fatto sì che sua figlia non nascesse mai. Jocelyn si alzò tremante, ed inspirò profondamente. Si diresse nelle sue stanze, dove si sciacquò il viso, poi, con l'abito ancora macchiato di sangue, andò dai suoi nipoti per dar loro la triste notizia.
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𝐋𝐚 𝐂𝐨𝐧𝐬𝐢𝐠𝐥𝐢𝐞𝐫𝐚 // 𝐇𝐨𝐮𝐬𝐞 𝐨𝐟 𝐭𝐡𝐞 𝐃𝐫𝐚𝐠𝐨𝐧
FanfictionIn un'epoca dove il valore di una donna era solito essere misurato con la quantità di figli avuti, Lady Jocelyn Strong dovrà combattere ogni giorno strenuamente per raggiungere il suo obiettivo : far parte del Concilio Ristretto di Re Viserys I Tar...