𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐈𝐈𝐈

541 22 2
                                    


Oh, no, oh, no
I can't save us, my Atlantis, we fall
We built this town on shaky ground
I can't save us, my Atlantis, oh, no
We built it up to pull it down
Now all the birds have fled
The hurt just leaves me scared
Losing everything I've ever known
It's all become too much

(Atlantis - Seafret)

Approdo del Re, (6 mesi dopo)

Lord Corlys Velaryon entrò come una furia all'interno della Sala del Concilio, attirando su di sé sguardi curiosi ma soprattutto contrariati. «Stamani le forze della Triarchia hanno affondato quattro navi, inclusa una della flotta Velaryon. La situazione è ingestibile ormai. Oggi sono state quattro navi, domani ne saranno otto e tra non poco avremo la Capitale sotto assedio. Vostra Altezza, mi conceda l'opportunità di gestire un attacco diretto alla Triarchia affiancandomi la flotta reale. In men che non si dica le Stepstones saranno libere.» Re Viserys poggiò la schiena alla spalliera della sedia e trasse un grosso respiro. Sorrise e poi invitò Lord Corlys a sedersi. Lanciò uno sguardo in direzione del suo Primo Cavaliere, lasciando intendere che non aveva voglia di discutere nuovamente di questo argomento. «Credo sia controproducente utilizzare la flotta reale, Lord Velaryon» incominciò Lord Hightower. «L'occupazione di Drahar, è finanziata dalle Città Libere. Muovere guerra al Nutrigranchi significherebbe andare contro metà dell'Essos. Non possiamo permettercelo.» asserì Lord Lyman Beesbury, Maestro del Conio. Il Re si girò verso la figlia che reggeva l'otre di vino e le chiese di riempirgli la coppa, bevve un sorso e parlò. «Ho iniziato delle trattative con Pentos e Volantis, con la prospettiva di un'alleanza contro il nostro comune nemico. Credo che al momento, più di così sia inutile fare. Non è stata dichiarata nessuna guerra, perché ne dovremmo iniziare una ?» Il Serpente di Mare aggrottò la fronte e poi lanciò uno sguardo furente al Re. «Un'ulteriore inazione rafforzerà solo la convinzione nelle Città Libere, che Re Viserys sia un debole, incapace di difendere le proprie terre. Come dimostra il fatto che non ha fatto nulla per porre fine all'occupazione illegale di Daemon di Roccia del Drago per quasi sei mesi.» Sei mesi prima, dopo aver insultato l'appena defunto Principino Baelon, il Principe Canaglia era voltato a bordo del suo drago con la sua puttana ed aveva raggiunto Roccia del Drago insediandosi illegalmente. Per tutto questo tempo, Re Viserys aveva semplicemente ignorato la questione, troppo assuefatto dal dolore e dalla delusione. «Se la flotta Velaryon venisse affiancata dai cavalieri di draghi Targaryen , potrebbe facilmente reclamare le Stepstones.» osservò la Principessa Rhaenyra. Jocelyn sorrise orgogliosa dell'amica da dietro la doppia parete. Il suggerimento non soddisfò solo la Strong, ma anche il Velaryon, che si disse d'accordo con la giovane dai capelli argentei. «Oh Principessa, non si preoccupi di ciò. Perché invece non dà una mano a Ser Harrold a trovare un degno sostituito di Ser Ryam?» disse Il Primo Cavaliere. Rhaenyra mosse qualche passo in avanti per obiettare ma venne stroncata dal Re. «Otto ha ragione cara. Mi raccomando, scegli a dovere la nuova Guardia Reale. Dovrà proteggere me, e soprattutto dovrà proteggere te.»

Quando Jocelyn entrò nelle stanze del sovrano, la prima cosa a colpirla fu l'immenso modellino della vecchia Valyria. Completamente bianco, era la fedele e minuziosa ricostruzione di una città del passato, che l'ormai esausto Re dinanzi a lei, voleva trasportare nel futuro. «A cosa devo la vostra visita Lady Strong?» fece l'uomo alzandosi dalla sedia. «Scusi il disturbo Altezza, ma ci tenevo a darle qualcosa che forse la allieterà un po'», Viserys inarcò le sopracciglia incuriosito e si avvicinò alla giovane. Jocelyn gli porse un libro: "Gli amori della regina Nymeria ".«Non capisco... Cos'è?», gli occhi della giovane si inumidirono. Abbassò lo sguardo ed attese che il nodo alla gola svanisse e poi parlò. «È l'ultimo regalo che la Regina Aemma mi fece prima di...» fece una pausa e guardò il Targaryen. Quest'ultimo aveva silenziosamente preso a piangere. «Mi scuso per aver impiegato tanto tempo a consegnarlo, ma avevo promesso alla Regina che l'avrei letto. È giusto che l'abbia lei.» senza aspettare che l'uomo rispondesse si diresse verso la porta. In verità non avrebbe voluto separarsi da quel libro. Era l'unico dono che qualcuno di più vicino ad una madre le avesse mai fatto. Ma sapeva di aver fatto la cosa giusta. «Jocelyn fermati!» disse a gran voce Viserys. Si avvicinò alla giovane e le porse il libro. «Proprio perché non ero l'unico ad amare Aemma, non è giusto che tu te ne separi. Ti ringrazio per il pensiero. Non dimenticherò mai questo gesto così gentile.» Jocelyn lo prese sorridente e guardò il sovrano. «Altezza posso darle un consiglio?» «Certo», la Strong riflettè su quello che stava per dire. Era certa che il sovrano non avrebbe gradito e che questa cosa sarebbe giunta alle orecchie di suo padre, ergo sarebbe finita nei guai. Ma pazienza, avrebbe tentato per il bene del regno. «Non sottovaluti la preoccupazione di Lord Corlys per la situazione nelle Stepstones. Bisogna che vengano difese fin da subito. Spesso la tolleranza può essere scambiata con arrendevolezza. E credo che il Nutrigranchi stia aspettando solo questo. Ascolti il Serpente di Mare. Ascolti sua figlia. Ha molti più giusti consigli lei, di quanti ne abbiano gli uomini seduti in quella sala.» Il Re rimase completamente senza parole. In un primo momento pensò di aver immaginato la conversazione. Quando trovò le parole adatte per rispondere alla giovane, la porta della sua camera si aprì e Lady Alicent Hightower venne annunciata. Gli abiti fanciulleschi e dai toni tenui avevano lasciato posto ad un suntuso ed elegante abito color verde smeraldo appartenuto a sua madre. I lunghi capelli ramati erano raccolti in una crocchia fermata da una coroncina d'oro, che ben si abbinava alla collana che cingeva l'esile collo. In mano reggeva un pesante tomo. Jocelyn rimase a bocca aperta. Era magnifica. Ma non l'aveva mai vista così.«Perdonatemi. Vi ho disturbato?» chiese la figlia del Primo Cavaliere. «No. Lady Strong stava per andarsene, giusto?» le chiese il Re. No, non voleva andarsene. Non ora che aveva trovato l'opportunità per parlare delle Stepstones al Re. Tuttavia quest'ultimo la guardava spazientito. «Giusto. Stavo per andarmene» e si avviò alla porta lanciando una lunga occhiata all'amica.

𝐋𝐚 𝐂𝐨𝐧𝐬𝐢𝐠𝐥𝐢𝐞𝐫𝐚 // 𝐇𝐨𝐮𝐬𝐞 𝐨𝐟 𝐭𝐡𝐞 𝐃𝐫𝐚𝐠𝐨𝐧 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora