Spesso ci si ritrova ad allontanarsi da un passato complicato, cercare di dimenticarlo, di lasciarlo indietro o addirittura di fuggire da esso... ma inevitabilmente sarà di nuovo lì, alle calcagna di chi vorrebbe andare solo avanti. Purtroppo però, certe cose non possono essere dimenticate, non possono non esistere solo perchè si vuole far finta che sia così: prima o poi torneranno a galla per essere affrontate una volta per tutte!
I protagonisti di questa storia lo sanno fin troppo bene ed ognuno di loro ha qualcosa di oscuro alle proprie spalle: sentimenti repressi, dolore, rancore e sofferenza... tutto causato dai malati giochi di qualcuno! Confusi? Beh, direi allora di iniziare con ordine e raccontare le cose dal principio.
Si trattava di un'afosa giornata di Luglio del 1993 ed il Sole cocente splendeva in un cielo quasi spoglio di nuvole, riscaldando con i suoi raggi il vasto suolo americano. I lunghi binari di una ferrovia luccicavano come diamanti sotto la forte luce emanata dalla grande stella, mentre un treno sfrecciava a tutta velocità sulle rotaie. Quel giorno non erano di certo poche le persone che avevano deciso di mettersi in viaggio: chi di ritorno da una gita, per lavoro o semplicemente in partenza per una vacanza.
Tra i vari passeggeri però, un solo ragazzo è ciò che ci interessa al momento: Mike, un diciottenne dai capelli castani e dai vivaci occhi azzurri. Era solito indossare un paio di jeans scuri ed una maglietta semplice a maniche corte, sostenendo da sempre di ritenerla come una specie di portafortuna.
Il ragazzo al momento era in uno stato di dormi-veglia e con lo sguardo rivolto verso il finestrino, quando improvvisamente una voce lo fece tornare nel mondo reale.«Signori, tra poco arriveremo a 30th Street Station, prepararsi a scendere.»
Annunciò il controllore mentre passava per il vagone, accertandosi che tutto fosse in regola, per poi continuare il suo giro d'ispezione. Mike si svegliò del tutto stropicciandosi gli occhi, sollevato dalla notizia, ormai quel tragitto in treno sembrava non finire più. Si alzò per sgranchire le gambe, avvertendo un lieve dolore, ma non poteva biasimarle di certo: rimaste per tutto quel tempo quasi incastrate nello stretto spazio dei sedili.
«Ora capisco il costo dei treni economici.»
Ridacchiò tra sè e sè massaggiandole, infine tornò a sedersi e rivolse lo sguardo verso il finestrino per scrutarne l'esterno: il Sole, caldo ed accecante, riempiva con i suoi raggi un panorama mozzafiato ed in lontanza si potevano già intravedere i primi edifici della cittadina di Filadelfia, il luogo in cui il ragazzo aveva finalmente deciso a far ritorno. Era da un paio di mesi che tale idea gli girava per la testa, ma non l'aveva mai realizzata fino ad ora, sia per vari problemi economici/scolastici che per un motivo in particolare: suo padre William.
Il nome completo del ragazzo era in realtà Michael Afton, ma non aveva mai amato particolarmente il suo cognome dato che gli ricordava molto il suo vecchio.
Sì, proprio lui, William Afton, il ricco e famoso proprietario della Fazbear's Entertainment. Un uomo tutto d'un pezzo, carismatico, ambizioso e perfino di bella presenza... insomma, tutto il contrario di Mike, che fin da piccolo aveva sempre avuto una sensazione di inferiorità rispetto al padre. Non che quest'ultimo facesse la sua parte in effetti, dato che riteneva fin da sempre il proprio figlio un vero fallito, oltre che una distrazione dal proprio lavoro. Era per questo che Mike aveva vissuto gran parte dei suoi diciott'anni con gli zii a New York, i quali lo avevano cresciuto con amore ed affetto. Non era quindi un caso se il ragazzo preferiva farsi chiamare con il loro di cognome.
Divenuto però maggiorenne, capì che era finalmente giunta l'ora del suo riscatto e di dimostrare che suo padre si sbagliava sul suo conto. L'occasione perfetta, però, si presentò solo quando un giorno William inviò un messaggio piuttosto particolare al figlio:"𝘙𝘪𝘤𝘰𝘳𝘥𝘪 𝘲𝘶𝘦𝘭 𝘮𝘪𝘰 𝘷𝘦𝘤𝘤𝘩𝘪𝘰 𝘳𝘪𝘴𝘵𝘰𝘳𝘢𝘯𝘵𝘦, 𝘲𝘶𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘷𝘪𝘷𝘦𝘷𝘢𝘮𝘰 𝘢 𝘍𝘪𝘭𝘢𝘥𝘦𝘭𝘧𝘪𝘢? 𝘗𝘳𝘰𝘷𝘢 𝘢 𝘤𝘦𝘳𝘤𝘢𝘳𝘦 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘰 𝘭ì, 𝘮𝘪 𝘧𝘢𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦 𝘮𝘰𝘭𝘵𝘰 𝘱𝘪𝘢𝘤𝘦𝘳𝘦 𝘴𝘦 𝘵𝘶 𝘧𝘢𝘤𝘦𝘴𝘴𝘪 𝘷𝘪𝘴𝘪𝘵𝘢 𝘢 𝘭𝘰𝘳𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘰 𝘮𝘪𝘰."
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FNaF - IL METALLO UCCIDE
Fanfictionℹ️ Vi chiedete cosa potrà mai esserci di strano nel lavorare in uno degli stabilimenti appartenenti a vostro padre? Fidatevi, sareste d'accordo con me sul fatto che sarebbe alquanto insolito dato si tratta dello stesso padre che vi ha tenuti lontan...