②-𝐂𝐀𝐋𝐀 𝐋𝐀 𝐍𝐎𝐓𝐓𝐄

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Il ragazzo stava firmando il contratto d'assunzione, ma rimase piuttosto colpito nel leggere di sfuggita le ultime parole sul foglio.

"... non siamo responsabili in caso di ferite, smembramenti, amputazioni o morte."

«Scusi, ma che vuol dire? C'è qualche rischio?»

«Oh, nulla di che, è solo una battuta di pessimo gusto di tuo padre.
William dovrebbe seriamente rivedere il suo repertorio.»

Rise l'uomo riprendendo il contratto, ma Mike non accennò un sorriso: non ricordava affatto tale aspetto di suo padre.
Un'altra cosa che trovò strana, inoltre, fu non vederlo nei paraggi, il che era strano dato sapeva che passava più tempo al lavoro che a casa propria.

«A proposito, sa per caso il motivo per cui papà non è quì a dirigere il locale con voi?»

«Pensavo te l'avesse detto. Ormai si è trasferito ad Hurricane, non potendo di certo fare avanti e indietro ha affidato a me l'incarico di gestire il locale durante la sua assenza.»

«Capisco.»

Rispose il ragazzo con una leggera delusione, dopotutto avrebbe voluto vederlo, con la speranza che dopo tutto quel tempo avesse finalmente cambiato idea e fosse pronto ad un riavvicinamento. Questo avrebbe quindi spiegato il motivo di quella richiesta così improvvisa.

«Ma stai tranquillo, lo vedrai presto!» Esordi Fred, come se gli avesse letto nel pensiero. «Una volta al mese viene quì di persona per controllare come procede l'attività. Dovrebbe arrivare settimana prossima.»

«Sul serio? Non vedo l'ora, sono ormai anni che ci sentiamo solo per telefono.»

«Immagino figliolo, e scommetto che sarà fiero di te nel vederti finalmente come parte della compagnia. Comunque, direi che siamo a posto quì, ma prima di andare voglio illustrarti gli ultimissimi dettagli del tuo lavoro.»

«Sono tutto orecchie.»

L'uomo mostrò quindi al ragazzo i due corridoi paralleli e l'ubicazione del suo ufficio. Disse che sarebbe iniziato lì il suo turno e, in parole povere, esso consisteva nel sorvegliare il posto, precisamente dallo scoccare della mezzanotte fino alle sei di mattina.

«Non sembra tanto difficile.» Commentó Mike, suscitando l'ennesima risata di Fred.

«Vieni a parlarmene quando il caffè sarà il tuo migliore amico. Ad ogni modo, avrai a disposizione un sistema di telecamere in modo da poter tenere d'occhio la pizzeria e gli spostamenti delle mascotte.»

«Tutto chiaro, farò del mio meglio.»

«Questo è lo spirito giusto.»

Detto ciò Fred diede una pacca sulla spalla al ragazzo e gli consegnò una copia delle chiavi del locale, augurandogli buon lavoro. Fece poi per dirigersi all'uscita, ma prima si fermò alle porte e si voltò un'ultima volta verso il ragazzo.

«Dimenticavo di dirti un dettaglio cruciale. Ti prego di rimanere all'interno dell'edificio, per tutto il tuo turno. Non uscire devi uscirne... mai.»

«D'accordo signore, resterò con il fondoschiena incollato alla sedia! Mi farò scavare addirittura la tomba quì se sarà necessario!»

«Sei proprio il ragazzo che stavamo cercando! Notte, Afton!»

Concluse il proprietario in una grassa risata ed uscì dalla pizzeria, chiudendosi la porta alle spalle. Il boato della violenta chiusura si propagò per la sala, facendo sobbalzare Mike, il quale rimase lì immobile nell'atto di salutare, riuscendo a malapena a rispondere con un «... notte».
Nel mentre gran parte delle luci si spensero, così Mike decise di raggiungere il suo ufficio, orientandosi grazie all'illuminazione che proveniva dal fondo dei corridoi. Il silenzio regnava durante il tragitto e la zona era veramente buia, tanto che il giovane si pentì di non aver portato con sè una torcia. Improvvisamente sentì qualcosa muoversi alle sue spalle, seguito da un veloce rumore di passi, così si voltò credendo che il suo capo fosse tornato per un altro dei suoi scherzi, ma non vide nessuno. Mike di istinto diede un rapido sguardo agli animatronics sul palcoscenico, ma erano ancora lì nella penombra e fermi come li aveva lasciati, con lo sguardo spento rivolto verso il vuoto.

FNaF - IL METALLO UCCIDEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora