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Sono passati un paio di giorni da quando ho parlato con Kageyama di un possibile aiuto esterno, ma ancora non riesco a decidermi se farlo davvero.
Ho passato quasi tutto il tempo a studiare, o almeno a provarci maledicendomi per la mia distrazione, in vista dei test di questa mattina.
Durante il primo cercavo di calmarmi con un giochino che mi aveva regalato lui, una sorta di antistress per sfogare l'iperattività, ma il professore me l'ha sequestrato perché diceva che creavo troppo rumore; ora mentre provo a svolgere il secondo di fila, dopo un'ora seduto e nemmeno un attimo di pausa, avendo trascorso l'intervallo tra le materie a ripassare il più possibile, inizio a sentirmi sempre più irrequieto e deconcentrato.
Non vedo l'ora che finisca, che termini completamente la giornata, ma è come se credessi di non poterci nemmeno arrivare alla conclusione.
Finisco il compito e rimango con lo sguardo perso nel vuoto, alzando lentamente il viso solo quando sento Kageyama accanto a me.
<<Stai bene?>> chiede accarezzandomi i capelli, sicuro che abbia notato la mia difficoltà, cosa di cui mi vergogno.
Annuisco piano ma non riesco nemmeno a sorridere, troppo preso dalla mancanza di movimento che comincia a soffocarmi.
<<Hey, vuoi uscire un po'?>> propone abbassandosi accanto a me e scuoto appena la testa mentre il fiato mi si spezza in gola, facendomi respirare con più difficoltà.
<<Respira, piano>> sussurra lui appena lo nota, prendendomi le mani che tengo debolmente poggiate sulle mie gambe.
Mi lascio andare verso di lui, portando la fronte sulla sua spalla mentre cerco di riprendere fiato, ma sento la tensione sovraccaricarsi sempre di più.
<<Guardami piccolo, respira con me, okay?>> mormora ancora cercando di prendermi il viso tra le mani e lo lascio fare annuendo piano, mentre mi sento svenire per la mancanza di fiato, ma provo a seguirlo ugualmente per scandire meglio il fiato.
Chiudo gli occhi arrossendo per la vergogna e il respiro bloccato, riuscendo grazie a lui a calmarmi dopo un po'.
<<Bravissimo, con calma>> sorride accarezzandomi i capelli e provo a guardarlo nonostante l'imbarazzo, accennando un sorriso per rassicurarlo.
<<Va meglio?>>
<<Sì tranquillo, tutto okay, scusa>> balbetto riabbassando lo sguardo, sentendo ancora il corpo tremare e abbandonarmi completamente.
<<Va tutto bene, vuoi parlarne?>>
Annuisco piano ma non so nemmeno cosa dire, vergognandomi per ogni possibile risposta.
<<Sono solo stato fermo troppo>> ridacchio cercando di sdrammatizzare, ma so che lui ha già capito tutto.
<<Sei stato bravissimo però, ora giochiamo e ti sfoghi un po', mh? Te la senti?>> chiede continuando a coccolarmi e chiudo gli occhi col sollievo del suo tocco, annuendo.
<<Mmh, tranquillo>>

Non so nemmeno come faccio ad alzarmi e sostenere tutto l'allenamento, ma forse nonostante la stanchezza è ciò che mi ci voleva.
Mi siedo con un sospiro appena rientriamo nello spogliatoio, più tranquillo che sia finita ma ancora scombussolato da tutta la situazione.
Vorrei non essere così, vorrei non sentirmi morire ogni volta che sto semplicemente fermo... vorrei essere normale, ma sono solo difettoso.
Difettoso e irreparabile.
Kageyama deve aver percepito tutto il mio flusso di pensieri, perché si abbassa davanti a me prendendomi le mani.
<<Tutto okay piccolo?>>
<<Tutto okay>> confermo anche se ancora distratto, sentendo l'ingranaggio finale scattare per la risoluzione del problema, facendomi sentire già più sollevato.
<<Voglio farlo... voglio chiedere aiuto e accettarlo>> sussurro per l'insicurezza che permane, evitando ancora il suo sguardo. Ma lui sembra illuminarsi.
<<Bravissimo amore, ti prometto che sarà la cosa giusta>>
Annuisco accennando un sorriso, mordendomi il labbro per trattenere le lacrime che tornano immediatamente, non lasciandomi nemmeno capire il perché.
<<Va tutto bene, vieni qui>> sorride lui stringendomi per farmi poggiare sulla sua spalla e riesco a calmarmi subito grazie alla sua sola presenza.
<<Ne parliamo con Takeda, che dici? È anche nostro professore e sicuramente può aiutarti>> propone parlando dolcemente e non so come riesco a credere ad ogni sua parola.
E contro ogni mia aspettativa e convinzione, finalmente accetto, non sopportando più la situazione sentendomi disposto a tutto pur di cambiarla.
<<Va bene>> mormoro separandomi lentamente da lui, annuendo piano con un lieve sorriso. <<Facciamolo>>

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