<<Che c'è?>> mormoro alzando lo sguardo stanco su di lui, anche se farmi vedere così è l'ultima cosa che vorrei, ma mi sto trattenendo anche troppo.
Mi sento ugualmente patetico.
<<Si può sapere che ti prende?>>
Vuole davvero saperlo? O gli serve un altro pretesto per darmi fastidio?
<<Non importa...>> sussurro poggiandomi con la guancia sulle ginocchia raccolte al petto, rivolgendo il viso dall'altro lato rispetto a lui.
<<Te lo sto chiedendo invece>>
Il suo tono è sempre duro, ma stavolta sento come se fosse più gentile, il che mi sorprende e mi porta ad alzare la testa, poggiandomi col mento.
<<Perché ti interessa?>> domando con voce flebile, così esausto anche solo per parlare.
Lui esita per un attimo, arrossendo nel distogliere lo sguardo.
<<Perché ho esagerato, solo ora ho iniziato a capire che forse c'è qualcosa di più e che ho sempre sbagliato>>
Sgrano gli occhi, incredulo, rimanendo senza parole. Torna col viso sul mio e arrossisce di più.
<<Di' qualcosa, su>> borbotta imbarazzato e non riesco a non ridere, probabilmente per il sollievo e la dolcezza della sua attenzione... dimostrata a modo suo.
Il che lo rende ancora più apprezzato, sapendo anche che tipo è.
<<Lo capisco di essere fastidioso, lo so, ma non lo faccio di proposito... ho cercato di contenermi ma sono esploso, tutto qui>> ridacchio nervosamente alzando le spalle, stringendomi di più le gambe. Riabbasso lo sguardo e lo intravedo sedersi di fronte a me.
Accenno un sorriso senza farmi notare, toccato dal fatto che non si arrenda.
<<Perché allora? Cosa ti rende così?>>
Sorvolo la durezza delle sue parole in cui riconosco e apprezzo l'impegno che ci sta mettendo, quindi provo ad andargli incontro.
<<Ho l'ADHD, non riesco a stare attento e parlo tanto... mi muovo involontariamente e non sto mai fermo>> spiego imbarazzato, riassumendo alcuni effetti che possano risultare all'esterno, come per giustificare nei miei comportamenti tutto ciò che ho menzionato.
Non sentendolo replicare, alzo lo sguardo e lo trovo col suo già sul mio, lasciandomi cogliere della sorpresa nei suoi occhi, prima di distoglierlo e rimettersi in piedi, indugiando per un attimo come se volesse rispondere, per poi uscire senza dire nulla. Sollevo la testa per seguirlo da lì, cercando poi di alzarmi per farlo davvero.
<<Kageyama>> provo a chiamarlo affacciandomi dal bagno, poggiandomi allo stipite per non cadere, ma vedo solo la porta dello spogliatoio chiudersi dietro di lui.
D'istinto riprendo a piangere, chiudendo gli occhi con la fronte contro la parete, e mi tengo più stretto quando mi sento di nuovo svenire.
Mi vergogno così tanto per aver pensato di potermi aprire con lui, ma sembrava davvero preoccupato per me... ma chi voglio prendere in giro?
Trovo la forza di recuperare le mie cose e uscire, passando davanti ad Ukai e Takeda nel modo più calmo possibile per non ricevere domande, con lo sguardo basso per non farmi vedere.
<<Arrivederci>>
<<Hinata, tutto bene?>> chiede l'allenatore. Continuo a camminare.
<<Tutto bene>>
Un sospiro, silenzio. <<Va bene, a domani>>
Torno a casa a fatica, mi lascio cadere sul letto e piango finché non mi addormento.La mattina dopo, spengo la prima sveglia con cui mi alzavo per correre, cosa di cui non ho alcuna intenzione. Sono a pezzi... non solo fisicamente.
Rimango un po' steso mentre provo a rimettere a fuoco spazio e tempo, prima di alzarmi lentamente e approfittarne per farmi la doccia che ho saltato il giorno precedente.
Magari mi farà sentire meglio.
Ma non è così, e la cosa non mi sorprende.
Oggi prendo la bicicletta per andare a scuola, ed è troppa fatica persino così.
Arrivo in ritardo e sorbisco le lamentele del professore, ma ci sono abituato e non mi importa granché.
Per la prima volta nella mia vita sto valutando se andare o meno in palestra dopo le lezioni, non tanto per la stanchezza, ma per la paura di vederlo.
Nonostante il timore, per fortuna la voglia di giocare ha la meglio, anche se non so con quali energie riuscirò a superare l'allenamento.
Appena finiscono le lezioni, recupero le mie cose e mi dirigo verso la palestra a passo lento, mangiando con la stessa debolezza un panino che avevo portato per pranzo.
Arrivo nello spogliatoio e saluto timidamente, forzando un sorriso agevolato dal fatto che lui non ci sia ancora.
<<Hinata, tutto bene?>> chiede Suga dopo aver ricambiato con gli altri.
<<Sì, voi?>> domando in risposta per cercare di rigirare la situazione e distogliere l'attenzione da me, e li noto titubare nel replicare in modo affermativo, ma almeno prendo tempo.
<<Ti aspettiamo fuori>> mi avvisa ancora lui, uscendo dopo il resto della squadra.
<<Arrivo subito>> confermo annuendo, ma mi blocco appena sento la porta riaprirsi dopo di loro. Kageyama.
Non lo vedo, ma so che è lui, anche se non ho il coraggio di guardarlo.
Quindi finisco di cambiarmi e mi allontano a testa bassa.
<<Hinata>> mi richiama appena prima di uscire, e mi blocco rabbrividendo alla sua voce.
<<S-sì?>> mormoro voltandomi e sforzandomi di sembrare sicuro, ma non lo sono affatto.
Lui fa vagare lo sguardo sul pavimento, sospirando prima di parlare, puntando gli occhi nei miei.
<<Mi dispiace>>

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Focus // Hinata; Haikyuu!!
Fiksi PenggemarHinata si sente costantemente incompreso e inadeguato, soprattutto da se stesso: ha l'ADHD, ma per tutti è soltanto disattento e rumoroso, fastidioso ed esuberante. Sempre più stanco di questa concezione, soprattutto da parte di Kageyama, la persona...