𝗲𝘅𝘁𝗿𝗮 ❥

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Il rumore del respiro pesante e irregolare dell'uomo padroneggia la camera da letto della coppia.
È tutto così perfetto: entrambi sdraiati nel letto, uno di fronte all'altro.
Il braccio del uomo strige possessivamente il corpo della donna, lei invece, dorme tranquilla con tutti i capelli in disordine, sopra al cuscino e con le mani tra i capelli color platinati, del marito.

Il sole passa dalla finestra illuminando e riscaldando la stanza, tutto è così pacifico, non possono chiedere di meglio.

Tutto così tranquillo, fino a quando la porta di legno non di si apre di scatto, urtando contro il muro e facendo un rumore così tanto forte da rimbombare per tutta casa.

Il latto inizia a cigolare e le coperte iniziano a cadere dal latto degli adulti stanchi.
I lamenti iniziano a farsi più forti come anche i salti.

X: DAI PAPÀ ME LO HAI PROMESSO! È mattina daiii, papà insegnami a usare il fuoco bene come te!-

X: Naomi torna a dormireee.-
Si lamenta l'adulto riprendendo una coperta dal pavimento e coprendosi da testa a piedi, senza successo però:
la bambina dagli occhi azzurri gli è la ritoglie con la forza, iniziando ad urlargli nell'orecchio.

Naomi: PAPÀ ME LO HAI PROMESSO!-

(T/n): Tōya...accontenta tua figlia.-
Sussurra ancora mezza addormentata.

Tōya: Ah?! È anche tua figlia!-
Si alza di scatto guardando male la moglie.
-Mi chiedo il perché io abbia deciso di mettere su famiglia con una tale stronza.-
Sussurra mentre si alza per preparai ed uscire ad allenarsi con la bambina.

(T/n) si mette a ridacchiare ripensando a quello che successe sei anni fa.


𝙍𝙄𝘾𝙊𝙍𝘿𝙊:

(T/n) pov:

Ero in bagno e il mio corpo tremava dalla paura, fuori invece mi aspettava Natsou.
Mi aveva obbligata a fare un test di gravidanza perché secondo lui ero incinta, anche perché quando il giorno prima  siamo dovuti andare, sotto il comando di Rei, a fare la spesa, avevo iniziato a voler prendere tutto quello che vedevo e ad avere delle voglie strane fino a sentirmi male.

Sentii il timer suonare, era arrivato il momento di controllare.
Afferrai con ansia il test per poi voltarlo subito verso di me, i miei occhi si spalancarono e iniziai a piangere, mentre nel mio volto comparve un sorriso spontaneo.

Aprii la porta di scatto e saltai addosso al mio cognato abbracciandolo.
Inutile dire che iniziammo a piangere e a saltare entrambi come due bambini, ci siamo fatti sentire pure da Fuyumi, che intanto si trovava nel piano terra a cucinare.

Ovviamente in tutto questo ci fu un lato negativo, avevo la paura matta di come avrebbe reagito Tōya, gli avevo citato molte volte il fatto di volere una famiglia con lui, ma cercava sempre di cambiare discorso come se la conversazione non gli interessasse.

Era passata una settimana e finalmente avevo deciso di dirgli tutto.

Sentii la porta di casa aprirsi e i suoi passi arrivare verso il soggiorno.
Tōya: Lucciona, che cosa stai facendo?-
Mi chiese vedendomi seduta sul divano a fissare fuori dalla finestra.

(T/n): Dobbiamo parlare.-
La mia voce tremava e il sup volto si incupii appena senti quelle due parole uscire dalla mia bocca.

Si sedette di fronte a me e mi prese le mani accarezzandomele.
Tōya: Ho fatto qualcos-.-

Chiusi gli occhi.
"Tōya sono incita!"
Urlai con tutta la mi forza facendomi sentire sicuramente anche dai vicini di casa.

Smisi di sentire il calore delle sue mani e riaprii gli occhi vedendo una scena al quanto divertente.
Dabi era tutto impallidito, la bocca aperta e tremante come se le parole non gli uscissero.

(T/n): L'ho scoperto una settimana fa con l'aiuto di Natsou.-
Appena sentì il nome del fratello mi guardò male.

Tōya: Lo hai detto prima a lui che a me?! CHE COSA???-
Iniziai a ridere.

(T/n): Ti stai preoccupando del fatto che Natsou lo abbia saputo prima di te e non del fatto che diventerai padre? Sei imbarazzante.-
Lo vidi sorridere in modo strano per poi baciarmi subito dopo a stampo.

Tōya: Guarda che io lo sapevo anche prima di te...possiamo dire che era da un po' di tempo che stavo bucando i preservativi.-
Si stava grattando la testa come un bambino che combina qualche guaio e poi cerca qualche scusa per non subire le urla della madre.

(T/n): TU CHE COSA?? è perché non mi hai detto nulla?!-

"sorpresa" mi disse.
Inutile dire che quel giorno Tōya si dovette far perdonare per avermi fatto pensare per tutto quel tempo, di non volere una famiglia con me.

|| dabi x reader ||   E⃜N⃜L⃜I⃜G⃜H⃜T⃜E⃜N⃜ M⃜E⃜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora