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Londra, 15 aprile 1983

Quel venerdì sera, in onore di una festività del centro, il comune aveva organizzato una fiera con giostre, macchine, musica e tante, ma tante persone. Le strade erano state sbarrate, la movida era quasi ingestibile dal caos e dalla felicità dei cittadini. Quel fine settimana, per tre sere consecutive, Anne sarebbe andata con Richard. Le piacevano quelle cose, quel tipo di festeggiamenti. Lottie sarebbe uscita con la sua migliore amica, le gemelle con il loro gruppetto di amiche, e Louis con Bethany, Zayn e Liam. Per quanto riguarda gli Styles, Harry ci sarebbe andato solo di sabato con Niall; mentre Gemma avrebbe portato un po' la piccola assieme a Mark.

Harry era nella camera di Louis, quel tardo pomeriggio, che studiava biologia sul letto. Dopo quell'episodio così mistico, i due ragazzi parvero molto distaccati; almeno,davanti i loro familiari. Louis non faceva più storie sulla sua presenza nella stanza, anzi era stato lui a prendere i suoi libri e a porli sulle mensole, e non si preoccupava se il riccio si sdraiasse su metà letto o se invadesse i suoi cassetti. Solo con i suoi videogiochi, era rigido.

Louis era lì che si specchiava, con l'armadio ancora aperto, che si abbottonava una camicia colorata sopra i suoi jeans, cercando di infilarla nonostante ci fosse il cinturino; era troppo pigro per toglierlo e rimetterlo. Il suo profumo aveva invaso tutta la stanza ma il riccio era troppo concentrato ad imparare le cellule, per impegnarsi sulla sua figura di spalle e ripensare al bacio che si erano dati, allo sfregare dei loro corpi, alla sua saliva e al sapore della sua bocca.

«Secondo te va bene?» sbuffò il ragazzo più basso, guardandosi nello specchio.

Harry alzò gli occhi in modo vispo. «Perché non dovrebbe?»

«Perché lo so, che fa pena.» lagnò.

«Bethany di sicuro non la troverà così penosa.» scrollò le spalle. Occhi blu si voltò nella sua direzione.

«Io voglio sapere come la trovi tu, non lei.»

Il riccio riposizionò gli occhi nei suoi: «Io?»

Annuì: «Un parere tra uomini, sai...tu metti sempre, queste cose.»

Sospirò, alzandosi, con ancora la matita tra le mani. Poi, una volta vicino, cominciò a maneggiare con il suo colletto e Louis non poté fare a meno di guardargli l'espressione concentrata. Le mani del ragazzo, successivamente ì, passarono ai bottoni, siccome l'aveva chiusa male. Louis, per smorzare l'aria—o per renderla calda—parlò: «Sai maneggiare bene, complimenti» sollevò gli angoli della bocca, aspettando lo guardasse.

Il riccio lanciò uno sguardo fugace ai suoi capelli indietro, pieni di lacca, e tornò ad osservare le sue dita che gli chiudevano la camicia. «Sei tu, che non sai vestirti.»

«Andiamo, lo sai che non alludevo al vestirsi.» incalzò «Stento a credere che tu non abbia mai...insomma» Harry a quel punto tossì.

«Ti devi fare i cazzi tuoi.»

«Con calma, ti raccomando!» ridacchiò. «Quindi è vero, che sei vergine?»

Non gli rispose, allontanandosi. «Ecco, così Bethany ti farà anche qualche complimento.» cambiò discorso, incamminandosi verso il letto per continuare lo studio delle cellule ma, la mano di occhi di ghiaccio, finì sul suo braccio, fermandolo.

«Perché non me lo fai tu, un complimento?» sussurrò.

«Oh, povera ragazza» disse, facendo riferimento alla sua fidanzata.

«Dai, dimmi almeno come ti sembro. Sii sincero, però.»

Dopo attimi esitanti a guardare nel suo azzurro, deglutì. «Sei bellissimo...» gli sfuggì, perso nei suoi magnetici occhi.

The Color Violet [Larry Stylinson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora