VIII

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Londra, 24 maggio 1983


La campanella suonò e, la massa di studenti, si scaraventò come un formicaio all'esterno, nel cortile, popolando le strade dove ognuno sarebbe tornato nelle proprie case. Louis camminava qualche passo dietro Harry, che teneva il suo zaino in spalla e fingeva che il ragazzo dietro sé fosse colui che odiava, mentre s'inoltravano all'esterno. Il riccio si appartò poi in un angolo, controllando nella sua borsa se avesse preso tutti i libri, se i quaderni fossero giusti ma, in realtà, il suo interesse erano quei due occhi blu che, subito dopo, lo accecarono.

Lo affiancò, sogghignando, e guardò quei studenti schiamazzare nei loro jeans vintage, le maglie colorate, giacche in pelle e scarpe alla moda. Qualcuno appuntava le cuffie al walkman, altri chiacchieravano, chi scappava, chi rideva. C'era un movimento caotico e pieno di vita, lì in mezzo. Sospirò e, aspettando il cortile si svuotasse, si avvicinò al ragazzo solo quando furono finalmente soli.

I due si guardarono e il proprietario degli occhi verdi sorrise solo quando le braccia di Louis si chiusero attorno alla sua schiena e le sue labbra si posarono sulla sua guancia. «Finalmente» borbottò e, contro la sua bocca, occhi blu sorrise, prima di baciarlo castamente.

«Oggi sei proprio bello» commentò, scrutando il suo vestiario «Cioè, lo sei tutti i giorni, ma adesso...non so, come ti vedo. Sei radioso.» gli scompigliò i ricci e il ragazzo lo beò della visuale delle sue fossette.

«Lou, sei dolcissimo» mormorò, accarezzandogli le guance. «Facciamo una passeggiata?»

«Volentieri» gli sorrise, prendendogli la mano e presero a girare tutto il perimetro della scuola, spostandosi poi nel campo sportivo.

«Questa sera Gemma viene a cena.» disse il ragazzo.

«No!» protestò, fermandosi.

«Perché??» replicò a tono Harry, accigliandosi.

«Quel mostriciattolo di tua nipote...»sospirò.

«Ma come osi!» gli diede un colpetto sulla spalla, «Lo sai, che Didi è il mio piccolo universo!»

«Ed io, cosa sono?» ribadì con una domanda, permaloso.

Harry lo guardò negli occhi, «Sei il mio amore, tu.» gli rispose scazzato.

«Hm, mi accontento. Solo perché è una creatura, e perché è la tua felicità.» mise le braccia conserte. Il ragazzo lo mirò e, un secondo dopo, lo abbracciava con tutta la forza nel corpo.

«Ti amo.» replicò sottovoce, accanto al suo orecchio, chiudendo gli occhi e appoggiando il mento sulla sua spalla. Louis sospirò rassegnato, liberando le braccia e portando le mani sui suoi fianchi, avvicinando i loro corpi.

«Ti amo» ripeté, aderendo le loro guance.

«Ho paura che mamma ci scopre.» se ne uscì il riccio.

Occhi di ghiaccio esitò: «Perché pensi tali cose?»

Scrollò le spalle: «Non lo so. Viviamo assieme, e con loro. Immagina se un giorno ci vedano baciarci, o toccarci.»

Louis deglutì, scuotendo il capo. «Fin quando possiamo, continueremo a tenerlo nascosto. Non preoccuparti, Harry.» gli accarezzò la schiena «Ci sarò io, e tu ci sarai per me. È la nostra situazione.»

«Però a me piacerebbe gridarlo al mondo intero.»

«Cosa?»

«Che hai scelto me.»

The Color Violet [Larry Stylinson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora