IX

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Londra, 5 giugno 1983

Le sue mani si stringevano attorno ai suoi fianchi, marchiandogli la pelle sotto quella larga maglia di cotone. Nonostante il freddo di quella tarda sera di giugno, Harry aveva deciso di indossare qualcosa di leggero, notando comunque il caldo e l'estate avvicinarsi. Quella domenica, erano andati a vedere un film al drive-in; che avessero incontrato poi Bethany e Zayn mano nella mano, intenti a compiere atti osceni, quello era un dettaglio su cui ridevano.

L'aria fresca solleticava la sua pelle, provocandogli brividi lungo le braccia spoglie e le gambe, nude, avvolte attorno al suo bacino. Louis gli graffiava la schiena, lo toccava e poi stringeva le braccia intorno il suo busto. Respirava il suo profumo e ascoltava il suo respiro pesante.

Il riccio gli arruffava i capelli e giocava con le sue ciocche lisce, appoggiando il viso contro la sua guancia e il naso nell'incavo del suo collo, baciandogli le clavicole. E ansimava, muovendo il bacino e contemplando come Louis era capace di completarlo, di donargli pienezza e di portarlo all'apice di qualcosa di finito ed intero, intatto e risoluto.

Occhi di ghiaccio lo aveva spogliato dalla vita in giù e, poco dopo, il suo ragazzo lo cavalcava in cerca di un orgasmo desiderato, in quella sua Cabrio rossa sui sedili anteriori. Il riccio si muoveva lentamente, assimilando ogni centimetro di lui e assaporando ogni istante del piacere che gli donava.

Louis lo guardava con occhi grandi, azzurri e liquidi, colmi di passione e desiderio, colmi di lui e del suo riflesso, colmi del suoi boccoli ribelli, colmi del suo verde, della sua voce ansimante, colmi di lui. Erano occhi scritti e formulati solo per le sue mani delicate e le sue labbra rosse.

E, quando Harry alzava il capo e si dimenava, gli lasciava qualche bacio sulle labbra o dei piccoli morsi, ci cadeva e tremava, nelle sue pupille dilatate e le iridi vorticose.

Il più basso inclinò il viso, guardandolo. «Amore, tutto bene?» mormorò sottovoce ed Harry annuì, prendendogli il mento e baciandolo ripetute volte sulle labbra. «Dio, come sei...» sbuffò, avvinghiandosi al suo corpo, desiderando di strappargli quella maglia, unico indumento a coprirlo. «Ti amo.» esasperò, e il ragazzo morì in un suo bacio, stringendosi a lui.

«Anch'io, ti amo anch'io. Ti amo tantissimo.» replicò col fiato corto, mordendogli il labbro e Louis lo tenne un momento fermo, spronandosi verso lui e prendendogli il mento, per poi baciarlo dolcemente.

«Piccolo, lo so che ti sono mancato.» ridacchiò, quando vide come il suo ragazzo strillava e inarcava la schiena, affaticando il respiro e stringendogli nel pugno della mano la stoffa della maglia.

«Stai zitto, ti prego.» borbottò ansimando, portando un palmo davanti la sua bocca. Louis si protese, insistendo che saltasse su di lui con più frenesia. Il riccio, assetato di piacere, si contorse e lo guardò negli occhi, desiderando un letto, al posto dei sedili dell'auto, e che il suo fidanzato lo piegasse contro il cofano e lo trattasse come una lurida puttana.

Poco dopo, il liscio soddisfò i requisiti e si trovarono fuori il veicolo, semi nudi, in quel posto sperduto non molto distante da casa, e il petto di Harry si scontrava repentino contro il cofano della Cabriolet, reggendosi ai suoi lati, mentre Louis gli teneva i fianchi e gli accarezzava le forme, morbide e marcate, di quel bacino così magro e scolpito.

«Ricciolino mio, quanto cazzo sei bello.» ansimò il più basso, spronandosi per baciargli la spalla.

«Louis, non ti fermare mai. Ti prego.» gemette, inarcando il collo e schiudendo le labbra. Chiuse gli occhi, quando la mano del suo ragazzo s'impugnò nei suoi capelli e tirò. Il riccio emise un verso dolente, cercando di ignorare il dolore picchiettante alle zone basse.

The Color Violet [Larry Stylinson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora