VI

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Londra, 17 aprile 1983


«Mamma, lei è Leila.»

La ragazza sorrise timida e Anne la scrutò curiosa, facendosi catturare d'impatto dalla gonna rosa che indossava. Era davvero una bella ragazza, non molto alta, un corpo definito e un viso dolce.

«Che piacevole sorpresa...» si espresse, meravigliata che suo figlio dopo diciotto anni gli avesse portato una ragazza a casa, per la prima volta. «Io sono Anne.»

«Noi stiamo qui mentre voi uscite e andate alla festa.» si affrettò il riccio.

«Come?? Non venite alla fiera?»

«Ci siamo stati ieri, mamma. Oggi preferiremmo guardare commedie italiane sul divano.» sorrise.

Con uno sguardo complice e perfido, li guardò: «Per me non ci sono problemi. Non incendiate o allagate la casa. Del resto, fate quel che volete.» fece l'occhiolino a suo figlio che, in imbarazzo, arrossì.

Richard era fuori che aspettava Anne, sarebbero saliti in macchina e avrebbero parcheggiato al drive-in, avrebbero visto un film e poi fatto un giro tra le bancarelle. La donna indossava un vestito floreale, appropriandosi della primavera nell'aria.

«Dunque, io vado. Ci vediamo più tardi, tesoro.» gli baciò la guancia e il riccio la guardò leggermente stizzito. «Ciao Leila, vi auguro una buona serata. Divertitevi!» si chiuse la porta alle spalle e, tirato un sospiro di sollievo, Harry si strofinò gli occhi.

La cheerleader ridacchiò: «Che bella, tua madre.»

«Ma anche insopportabile.»

«Ti sbagli» rispose scuotendo il capo, avvicinandosi. «L'ho vista molto sorpresa...non le hai mai portato una ragazza a casa, prima d'ora?» gli toccò il collo della maglia.

«No.»

«Quindi mi hai dato l'onore di essere la prima.» sorrise. «Sei così bello.» a quel complimento, il ragazzo le prese le mani e la portò con sé in soggiorno, dove si sarebbero seduti sul divano.

«Anche tu, lo sei.» le guardò i capelli avvolti dalla solita fascia rosa, annodata come un fiocco sulla cima del capo. «Sei bellissima. E le sei piaciuta tanto.»

«Come fai a saperlo?»

«Ti ha guardata e le brillavano gli occhi, Leila.» sollevò gli angoli della bocca. La ragazza arrossì. «Comunque, Louis è ancora di sopra.»

«Quando esce?» sbuffò.

«Non ne ho idea, né mi interessa. Ma starà via tutta la serata, quindi tranquilla.» scrollò le spalle. Poi il giovane le fece vedere tutte le cassette che possedeva delle più popolari commedie cult italiane. Richard ne era un appassionato, data la sua vasta collezione. Il Bisbetico Domato e Innamorato Pazzo furono in cima alla classifica delle preferenze di entrambi, così si accordarono per guardarli tutti e due. Inoltre, la giovane cheerleader assistette alle doti culinarie del ragazzo, che preparò per lei pop-corn al caramello e del the freddo.

Mentre i due adolescenti erano accanto la cucina e ridevano, dato che Harry aveva bruciato metà dei pop-corn, Louis scese dalle scale dopo aver passato due ore e trentasette minuti a prepararsi, con tanto di profumo e scuse per la sua Bethany. Percepì odore di zucchero e due voci. Non gliel'aveva detto, che avrebbe passato la serata a casa con la sua nuova amica. E non l'aveva incrociato nemmeno tutta la domenica, soprattutto dopo quello che era successo la sera prima.

Si era svegliato e aveva trovato il lato del letto vuoto; era sceso per la colazione, e lui era in bagno. A pranzo, Louis era uscito con i suoi amici. Al ritorno, lo aveva intravisto di spalle in cucina, mentre leggeva qualcosa e questi non lo notò affatto. Poi si chiuse in camera e si preparò, mentre Harry furbamente si era preso le sue cose e preparato nella stanza della madre, per Leila.

The Color Violet [Larry Stylinson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora