•Chapter number XXXVII•

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ZAYN'S POV
Sono più che sicuro che in questa storia c'entri qualcosa quel biondino tinto.
Lo avevo avvisato, che se avesse fatto del male alla mia Margaux, allora sarebbero stati guai.
E i guai sono arrivati.
Parcheggio la macchina nel primo posto libero che trovo nell'ospedale per poi dirigermi verso l'unico vicolo buio che conosco vicino all'uscita dell'ospedale.

'Margaux?'

La richiamo affacciandomi verso l'interno del vicolo ma non vedendo nulla dato che è completamente al buio.
Sento dei passi, per poi vedere il viso di Margaux rigato da ormai lacrime asciutte.
In 10 anni che la conosco, non ho mai sopportato il fatto che soffrisse per qualcuno, non se lo merita, ha un cuore troppo buono e un animo troppo debole.
Si pulisce i pantaloni, probabilmente perché era seduta per terra, per poi abbracciarmi, stringendoci l'uno con l'altra.

'Allora, hai già preso i tuoi vestiti?'

'No, quando sono andata via non ci ho pensato'

'Vado io'

Dico per poi girarmi verso l'ospedale, ma venendo bloccato subito dalla debole presa di Margaux.

'No, se ti vedesse capirebbe con chi sarei e dove'

'Non sa dove abito, e poi voglio parlargli'

'Zayn'

Mi rimprovera.

'Giuro che non gli faccio uscire troppo sangue'

'Zayn'

Mi rimprovera una seconda volta con tono più severo.
Le sorrido dolcemente facendole capire che sto scherzando, anche perché non mi piace usare la violenza contro le persone.

'Okay, prometto che non gli alzerò un dito.
Forse solo quello medio, ma non lo toccherò.'

Annuisce liberandomi dalla sua presa e abbassando lo sguardo.
Sospiro leggermente passandomi una mano tra i capelli per il nervosismo.

'Tu vai in macchina, ti raggiungo dopo, e sai cosa non devi fare'

Le porgo le chiavi della mia macchina avvisandola e facendole ricordare quello che non voglio che faccia quando è nella mia macchina.
Ad esempio mettere i piedi sul sedile con le scarpe, oppure mettere i piedi sul cruscotto, o mangiare e bere in macchina.
Afferra le chiavi annuendo accennando un sorrido, e seguendomi mentre tutti e due ci dirigiamo verso l'entrata dell'ospedale.

'Arrivo'

Le dico per poi farle l'occhiolino e vederla entrare in macchina, dirigendomi verso la sua stanza.
Gli faccio il culo, merda.
Non devo usare della violenza, è una cosa brutta, e io non devo lasciarmi ingannare.
Entro in ospedale e decido di travestirmi da medico, così passerò meno di vista, no?
Entro in uno degli uffici vuoti, chiudendomi a chiave dentro.
Prendo il camice bianco e lo indosso, staccando la targhetta con il nome del dottore. Apro i diversi cassetti cercando una mascherina e la cuffia che ci si mette quando si operano le persone.
Riesco a trovare tutto il materiale che mi serve dopo 3 minuti buoni di ricerca, e inizio a mettermeli, trovandomi subito non a mio agio, c'è da notare anche le mie scarpe da ginnastica, che con il camice non si addicono proprio.
In fretta esco dalla studio e mi dirigo al terzo piano prendendo l'ascensore.

'Buongiorno dottore'

Mi saluta un'infermiera sulla cinquantina d'anni, appena entro in ascensore.
Abbasso leggermente il capo in segno di saluto, così da non far sentire la mia voce da ragazzo, e da non farmi scoprire.
Fortunatamente arrivo al terzo piano senza riceve altre domande e mi dirigo spedito verso la camera di Margaux, trovando la porta semi aperta.

Problems||Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora