•Chapter number 50•

1.3K 87 2
                                    

La mia testa è interamente disconnessa dalla realtà, non ci sto davvero capendo nulla e credo che potrei entrare in una crisi da un momento all'altro.
Inizio ad esaminarla, notando che sulla tempia ha un grosso cerotto interamente sporco di sangue, probabile che sotto di esso ci sia una ferita saturata con dei punti.
Il suo viso non è messo così tanto male come quello di Louis, ma anche su di esso sono presenti varie ferite disinfettate precedentemente, lo sguardo passa dalle sue guance alla sua bocca, notando che al suo interno è infilato un tubo di plastica.
Abbasso lo sguardo immediatamente dato che mi da fastidio vedere questa scena, notando il suo collo circondato dal collaretto. Le sue braccia sono interamente circondate da siringhe che le bucano e già da li capisco che è qualcosa di piuttosto grave.
Fortunatamente, le sue gambe non sono né rotte né fasciate.
Sono appoggiate sulla coperta bianca.
Piccole e deboli.
Proprio come lei in questo momento.
Mi avvicino al bordo del letto, prendendo la sua cartella medica e iniziando a leggerla. Ci sono davvero troppi termini che io non riesco a capire, ma alla fine di una frase, è scritta una parola, la quale non avrei mai immaginato ci potesse essere scritta, e che davvero, mai avrei voluto leggere. Lascio cadere la cartella per terra, e senza nemmeno pensare alle conseguenze che le mie azioni possono causare, inizio a prendere tutto quello che mi ritrovo in mano, e sbatterlo contro il muro, così da romperlo in mille pezzi.
Piango.
Piango lacrime amare.
Piango lacrime dolorose, piene di rabbia, di amarezza, di rancore.
L'abbraccio.
L'abbraccio stando attenta a tutti i fili ma nello stesso momento l'abbraccio fregandomene di tutto quello che ha attaccato.
L'abbraccio perché io ho bisogno di lei.
L'abbraccio perché deve ritornare da me.
L'abbraccio perché io le voglio così tanto bene, che rinuncerei a tutto per lei.
Sento aprire violentemente la porta, e qualche istante di silenzio segue, ma me ne frego e continuo a piangere mentre la stringo forte a me, così da farle sentire la mia presenza anche se è lontana.

'Lei non può stare qui, cos'è successo?'

Quasi urla un dottore con tono di voce serio e incazzato, chiamando immediatamente gli altri infermieri così da aiutarlo. Si avvicina ma nemmeno lo degno di uno sguardo, continuo a rimanere attaccata ad Elizabeth, fino a quando, però, non mi sento prendere con forza dalle braccia ed essere trascinata lontana da lei.

'No, lasciatemi stare, andate via'

Urlo piangendo dimenandomi e cercando di staccarmi da loro, ma i miei tentativi sono vani, non mi lasciano.
Mi portano fino a fuori la stanza, chiudendo la porta a chiave.

'No, lasciatemi con lei'

Urlo di nuovo, andando a sbattere alla porta chiusa a chiave, cercando così di aprirla, ma anche questa volta, i miei tentativi sono vani.

'Margaux'

Sento la voce di Niall alle mie spalle, e senza avere il tempo di voltarmi verso di lui, mi ritrovo avvolta tra le sue braccia, con le sue mani che percorrono la superficie della mia schiena, con il solo scopo di tranquillizzarmi.
Tentativo nullo anche questo.

'Niall, di loro di lasciarmi andare da lei'

Gli dico continuando a piangere e stringendo il tessuto della sua maglia tra le mie mani.

'Vieni con me'

'No, andiamo da Elizabeth'

Nego appena sento Niall iniziare a camminare verso la parte opposta di dove voglio andare io.

'Andiamo a fare un giro, poi ti prometto che ritorniamo'

Oramai stanca di lottare e di oppormi, cedo, iniziando a camminare di fianco a Niall, verso l'ingresso.

'Andiamo da Louis'

Quasi lo obbligo io.

'Va bene'

Problems||Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora