•Chapter number 57•

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MARGAUX'S POV
La sveglia del telefono suona e mi affretto a spegnerla dato che non voglio svegliare nessun altro. Sono appena le 5 e 30 del mattino, sono nella camera degli ospiti di Zayn, ieri ho convinto Niall a lasciarmi qui a casa sua dato che questa settimana l'ho passata da lui. Elizabeth si è ripresa bene, ha ancora bisogno di alcune cure e visite, ma i medici prevedono di dimetterla la settimana prossima, la vado a trovare ogni giorno, dalla mattina alle 10 fino alla sera tardi, i medici e le infermiere ci lasciano insieme anche fuori dagli orari di visita perché sanno che non facciamo poi così tanta confusione.
Mi alzo dal letto scostando il lenzuolo da sopra il mio corpo, oggi fa leggermente freddo e il tempo non promette niente di buono, credo che durante la giornata pioverà. Prendo dell'intimo e dei vestiti puliti, andandomi a lavare nel bagno di fianco alla camera e cercando di fare meno rumori possibili, ma sia Zayn che Tricia hanno il sonno pesante, quindi non credo si sveglino per così poco.
Finisco di lavarmi e mi trucco leggermente, anche se so che tra poco già andrà via tutto, sporcandomi di nero il viso. Ritorno in camera e controllo di non aver preso il telefono così che nessuno possa trovarmi o disturbarmi, apro la finestra della camera e mi attacco alla grondaia, così da scivolare giù facilmente, anche perché sono al primo piano, e non è molto in alto.
Mi giro controllando che nessuno mi abbia vista e afferro la bici che ho posizionato giù ieri sera, inizio a dirigermi verso la parte est della città, che non dista molto e in bici ci metterò più o meno 10 minuti, forse anche meno.
Sono le 6 del mattino e in strada non c'è tanta gente, solo quelle poche persone che si dirigono a lavoro, sono coperta dalla felpa grigia che ho preso con me, dato che in bici fa piuttosto freddo e mi sono anche alzata il cappuccio, così da non farmi riconoscere da troppa gente. L'idea di mettermi dei jeans lunghi, è stata ottima.
Arrivo dopo qualche minuto davanti ad un grande cancello nero, scendo dalla bici ed entro, cercando tra tante, quella di mio padre. Non sono mai venuta a trovarlo nell'arco di un anno, e oggi è la prima volta, quindi vedere la sua foto attaccata su una lapide di marmo nera, mi tocca particolarmente.
Appoggio la bici per terra, senza nemmeno darci tante attenzioni e mi siedo di fronte a lui, osservando quella foto che non guardavo ormai da tanto tempo. I suoi occhi azzurri chiari quanto i miei risaltano ancor di più con lo sfondo bianco dietro a lui, i suoi capelli mori sono tirati all'indietro, ma la cosa che più mi attira di quella foto, è il grande sorriso che aveva in quel momento.

'Mi manchi così tanto papà'

Dico con voce spezzata dall'emozione, non credo che se fosse stato lì davanti a me, mi avrebbe sentito. Accarezzo la sua foto, come se potessi davvero sentire la sua pelle morbida e quel poco di barbetta che si faceva crescere, è sempre stato un uomo che ci teneva all'aspetto, sempre ben vestito e in ordine, senza mai un capello fuori posto.

'Sono cambiate così tante cose in un anno, e sono sicura che tu le hai viste tutte da lassù'

Le lacrime iniziano a bagnare le mie guance e ormai non riesco più a fermare i singhiozzi persistenti. Non mi interessa se intorno a me c'è gente, sono con mio padre, e quando sono con lui faccio quello che voglio, come quando ero piccolina.

'Avrei voluto passare molti più momenti insieme a te, se avessi saputo come sarebbe finita, allora sarei scappata insieme a te, non ti avrei lasciato da solo, ti avrei fatto calmare perché lo dicevi sempre tu che l'unica donna a farti ragionare ero io, ti ricordi?
Con Evelynne non ci parlo più e so che sei a conoscenza di tutto quello che ha fatto, fa male sapere che tu abbia visto tutto quello schifo e che magari hai anche sofferto, volevi la nostra felicità ma volevi farne parte e questo gliel'ho detto, ma lei non mi ha ascoltata. Non credo si meriti più di essere chiamata mamma da parte mia, lei è la causa di tutto questo, lei è il perché sono qui in un cimitero a parlare davanti ad un stupidissimo pezzo di marmo quando vorrei che ci fossi tu davanti a me, lei ha causato tutto questo e lei deve pagarne le conseguenze. Gil è un uomo schifoso, doppiogiochista, stronzo e maledettamente bastardo, ma se è lui quello che vuole, sicuramente non posso metterle i bastoni tra le ruote, se ne accorgerà con il tempo quello che ha perso.'

Problems||Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora