7.

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Non seppi quanto tempo stesse passando, ma non mi importava. Stavo bene al mare, e ancora meglio con compagnia. Ovviamente non che mi facesse piacere proprio Jaden, soltanto per non stare sola, credo.
Ora eravamo seduti molto vicini alla riva, senza nessuno contatto fisico.
Jad: «principessa, che ore sono?» presi il telefono per controllare l'orario, quando vidi chiamate su chiamate da parte di mio padre, Jayla e Javon.
Tu: «cazzo» mi alzai di scatto. Jaden, non capendo, afferrò anche il suo cellulare. Spalancò gli occhi, quindi sottintesi che avessero chiamato anche lui
Jad: «non siamo stati molto furbi, direi» si sistemò i capelli, riponendo il telefono al suo posto
Tu: «per nulla» ci guardammo per pochi secondi, cominciando a ridere come non mai. Mi cominciò a far male lo stomaco da quanto quasi non stavo respirando dalle risate
Tu: «fermo fermo, chiamo Jayla e metto vivavoce» respirai, cercando di riprendere il controllo. Stessa cosa fece Jaden.
Jay: «dove sei? ero e sono preoccupatissima, Jaden è con te? Perché stamattina entrambi non ci siete? dove sei?» cominciò a riempirmi di domande
Tu: «calma calma, ora ti spiego» cercai nella mia mente una veloce scusa per la nostra assenza «Jaden è con me, ma non pensare nulla. Era l'unico sveglio e avevo bisogno per il programma della scuola semmai dovessi restare fino a settembre. Mio padre immagino non mi abbia nemmeno cercato in casa dato che siamo entrambi in camera mia» spiegai, mentre Jaden mi faceva un pollice in su come per dire che avessi tirato fuori una scusa brillante
Jay: «perché non rispondete al campanello? ci avete fatto preoccupare»
Tu: «cazzo Jaden! Ti avevo detto di spegnere la musica prima!» urlai rimproverandolo per finta
Jay: «sempre colpa sua. Va bene se ti raggiungo a casa? Viene anche Javon»
Tu: «certoo» corsi come non mai con Jaden che mi seguiva. Dovevamo raggiungere casa mia prima che venissero i suoi fratelli
Jay: «va bene 2 minuti e arriviamo, poi ti devo parlare»
Tu: «va bene a tra poco» chiusi la chiamata continuando a correre. Per nostra fortuna arrivammo a casa, ma con un fiatone di cui metà ne bastava. Aprii la porta velocemente, che quando entrammo Jaden badò a chiudere.
Jad: «non sono così sudato neanche dopo un allenamento di baseball»
Tu: «almeno ora siamo in forma. Se chiedono perché siamo sudati, acchiapparella nel giardino»
Jad: «concordo solo perché non c'è una scusa migliore»
Tu: «ho bisogno di una doccia, ma prima dobbiamo aprire ai tuoi fratelli, se si sbrigano» feci giusto in tempo a concludere la frase, che suonarono il campanello. Mi affrettai ad aprire la porta, porgendo un gran sorriso.
Jav: «perché sei bagnata?»
Jay: «anche Jaden lo è» ci guardarono confusi. Parlò Jaden per primo.
Jad: «quella zoppa mi ha fatto correre per tutto il giardino solo per una scommessa»
Jav: «scommessa?» parlò poi Jaden con voce stridula, come per imitarmi
Jad: «scommetti che se giochiamo ad acchiapparella vinco io? Non mi prendi. Cit ho vinto io» Alzai gli occhi al cielo. Aveva aggiunto fin troppi dettagli inutili. Mi girai e gli feci un bel dito medio
Tu: «bene, ho bisogno di una doccia. Voi fate come se foste a casa vostra. Stolker- Jaden tu puoi farla nel bagno di mio padre se sei troppo sudato» mi guardò male quando per sbaglio lo chiamai stolker. Pareva che nessuno dei due volesse far sapere a nessuno che qualche forma di rapporto fra noi due c'era eccome. Meglio così.
Jad: «si grazie, mi ci puoi portare?» lo accompagnai su per le scale, mentre indicai agli altri due fratelli Walton la mia camera. Ci ritrovammo io e Jaden nella stessa stanza
Tu: «Jaden» si girò verso di me, dato che poco prima era intento a guardare il bagno
Jad: «dimmi principessa» alzò le sopracciglia, invitandomi a continuare
Tu: «nessuno dovrà sapere di questo, siamo d'accordo?»
Jad: «d'accordo. E non chiamarmi stolker in pubblico, principessa»
Tu: «e tu non chiamarmi principessa ne in pubblico ne quando siamo soli. Buona doccia» me ne andai chiudendo la porta alle mie spalle. Mi diressi verso l'altro bagno più vicino alla mia camera. Entrai in doccia, e come al mio solito, non potei fare a meno di metterci mezz'ora. Uscii dal bagno in accappatoio e capelli bagnati. Entrai nella mia camera, dove c'erano Javon e Jayla sdraiati sul letto con una foto in mano. Era una cornice che conoscevo fin troppo bene. Guardai loro e la foto, spostando lo sguardo da uno all'altro più volte.
Tu: «siamo io e lei due anni fa. Si pensava avesse sconfitto la malattia, cosa non vera a quanto pare» pensai fosse giusto spiegargli. Era una mia foto abbracciata a mia mamma, appena uscita dall'ospedale dopo quella che dovrebbe esser stata la fine del suo cancro.
Jay: «ci dispiace, non dovev-» la interruppi subito
Tu: «tranquilli. Non è successo nulla. Prendo i vestiti» sorrisi ad entrambi mentre cercavo qualcosa nell'armadio. Sicuramente non avrei avuto intenzione di stare a casa tutti il giorno, quindi pensai di provvedere a vestirmi direttamente con i vestiti del pomeriggio.

Ti do il mio cuore || Jaden WaltonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora