9.

3.8K 96 9
                                    

Mi squillò il telefono. Risposi subito pensando fosse mio padre, ma si rivelò Edoardo. Mi ricordai della discussione avvenuta poco prima, ma decisi comunque di rispondere

Tu: Edoardo

Edo: scusa, se mi lasci parlare ti spiego. E' vero, mi sto sentendo una ragazza e te l'ho tenuto nascosto-

Tu: mi basta così. Non ti fidi più di me, vero? Sapevo che il trasferimento non ci avrebbe fatto bene

Edo: no clara ascoltami per favore

con ancora Jaden che stava cercando di capire cosa stesse succedendo, misi il vivavoce, tanto l'italiano non lo avrebbe capito.

Edo: ho sbagliato, ma te l'ho nascosto solamente per il tuo bene. Non volevo pensassi che ti avrei trascurato o altro, quindi preferivo non dirtelo

Tu: sarà così, e lo sai anche tu. L'importante per me è che tu sia felice

Edo: no, non sarà così. Sei la mia migliore amica, non ti trascurerei neanche per la persona più importante della mia vita, cosa che sei tu

Tu: smettila di mentire

Edo: ora sei tu che non ti fidi però

Tu: sono solo realista Edoardo. Non posso impedirti di avere la tua vita

mi risedetti cominciando a respirare velocemente. Reagivo così perchè era successo più di una volta, ed il mio migliore amico non volevo perderlo

Edo: hai ragione. Ormai non so neanche perchè ci tengo così tanto

sentii gli occhi lucidi. Mi portai una mano davanti alla bocca mentre evitavo di piangere facendo un'altra delle mie inutili scenate

Tu: non ti tratterrò. Sai che infine tengo più a te e i tuoi pensieri che a me ed i miei. Se vuoi andare, non ti fermerò

Edo: bene, allora penso che una pausa faccia bene ad entrambi

sentii la sua voce strozzata pronunciare queste ultime parole, che mi colpirono dritte al cuore. Chiusi la chiamata e sbattei più volte le palpebre. Alcune lacrime rigavano il mio viso, mentre Jaden si avvicinava quasi quasi preoccupato chiedendo cosa stesse succedendo
Jad: «ei ei tranquilla ci sono io» scoppiai in un pianto soffocato, mentre Jaden mi avvolgeva in un caldo abbraccio. Avevo appena perso il mio migliore amico, una delle persone più importanti della mia vita. Stavo perdendo tutto e tutti.
Tu: «non stare qui. Tanto prima o poi te ne andrai anche tu. Meglio che vai adesso che fa meno male» dissi fra singhiozzi
Jad: «non sparare cazzate, non me ne vado» rispose deciso
Tu: «ma te lo sto chiedendo io, per favore» ribadì
Jad: «smettila di essere così» dichiarò alzando leggermente la voce e mettendosi le mani fra i capelli come faceva spesso
Tu: «così?»
Jad: «hai bisogno d'aiuto ma lo respingi e dici frasi a caso che pensi potrebbero farti star bene quando in questo momento avresti solo bisogno di qualcuno al tuo fianco, io sono qui pronto ad offrirti il mio aiuto ma tu sei troppo testarda per capirlo ed accettarlo» disse tutto d'un fiato. Riprese un breve respiro soltanto per aggiungere un insignificante «cazzo» come per concludere la frase
Tu: «non sono testarda, non ho bisogno di aiuto e soprattutto, non di te!» ero incazzata. Avevo utilizzato le parole sbagliate e mi ero pentita di quello che avevo appena detto. In quel momento eravamo io e Jaden, in mezzo alla spiaggia. Oltre al rumore delle onde del mare, si sentivano solo i nostri pesanti respiri. Ci stavamo guardando da minuti senza proferire parola.
Tu: «non ho pensato a quello che ho detto, scusa, ero solo agitata e sopraffatta dal momento» ricominciai un discorso
Jad: «scusa se ho alzato la voce, non volevo urlarti addosso» mi rassicurò lui «tutto come prima?»
Tu: «come prima» gli sorrisi mentre mi perdevo nei suoi meravigliosi occhi. Devo ammettere che è un bel ragazzo, se solo non fosse per il carattere
Jad: «io tornerei a casa prima che qualcuno si insospettisca» si ricordò
Tu: «hai ragione» annuii concordando con lui. Poi pensai di fargli una domanda a cui non sapevo rispondere «perché manteniamo il nostro rapporto segreto? che male ci sarebbe?»
Jad: «dopo Ava ho portato a casa così tante ragazze che la mia famiglia penserebbe tu possa diventare una di quelle. Un giorno o due e spariscono come nulla» socchiusi gli occhi aggrottando le sopracciglia
Tu: «usi le ragazze quando ti pare e piace e poi sparisci?» mi trattenni dal picchiarlo quando per rispondermi si limitò ad annuire
Jad: «sento che però tu non sei come quelle, c'è qualcosa che mi trattiene» sospirai tirando un piccolo rosolio
Tu: «scommetto che queste sono le stesse cose che dici a quelle povere ragazze» nel mentre stavamo camminando verso casa, e se fossimo andati più in là, le nostre famiglie ci avrebbero visto
Jad: «scommetti male allora. Comunque se vuoi andare un po' più avanti e farti scoprire fai pure eh» disse ironicamente
Tu: «mi sono solo persa nel parlare» alzai gli occhi al cielo «vado a casa, ti aspetto alla finestra» come per istinto, lo abbracciai. Devo dire che mi trattenni dal dargli un bacio, anche se sulla guancia. Lo salutai con un sorriso e feci una piccola corsetta per raggiungere casa mia, in particolare la mia camera. Sentivo di aver dimenticato qualcosa, però. In effetti era come se sentissi ancora Jaden vicino, sentivo il suo profumo. Capii poco dopo: non gli avevo restituito la felpa, ed io la stavo ancora indossando. Decisi di mandargli un messaggio, mentre mi appoggiavo sul davanzale della finestra aspettandolo.

"stolker, ho preso la tua felpa. Te la riporto domani"

"puoi tenerla, principessa" sorrisi come un ebete, e non mi accorsi che c'era già Jaden alla finestra della sua camera che mi stava guardando. Quando lo vidi, ritrassi subito il sorriso

"come se non ti avessi visto" mi scrisse, riferendosi ovviamente alla mia reazione. Non sapevo cosa rispondere, ma lui mi precedette con un altro messaggio

"guarda che sei bella quando sorridi, mica devi vergognartene" evitai di sprofondare dall'imbarazzo, anche se trovandolo molto difficile

"smettila" era l'unica cosa che riuscii a scrivergli

"io non ti ho fatto nulla se non un complimento. Sei tu quella che non li regge" alzai gli occhi al cielo avvicinando un bel dito medio al vetro della finestra. Lui come per ricambiare sorrise ridendo mentre creava metà cuore con le mani. Mi limitai a sorridere ed alzare le sopracciglia, quando in realtà il mio corpo avrebbe desiderato reagire in una maniera completamente differente. Sentii la porta della mia camera aprirsi di scatto. Era mio padre. Non aveva un bell'aspetto, sembrava avesse appena smesso di piangere, ma mi trattenni a chiedergli cosa fosse successo per non risultare troppo opprimente. Mi chiese solo con voce strozzata se volessi mangiare o meno, ma io scossi la testa provando a sorridergli. Lui annuii richiudendo la porta della camera. Mi dispiaceva per mio padre, non stava passando un bel momento, e questo lo riconosco. Solo a vederlo in quelle condizioni non mi sentii tanto bene, episodio che mi costrinse a prendere un'altra delle mie pillole. Dato che non mi sentivo di tornare alla finestra a chiacchierare scrissi a Jaden per evitare che si preoccupasse o altro, anche se ne dubito fortemente.

"stolker non mi sento bene. Vado a dormire"

"buonanotte principessa, riprenditi" devo dire che con queste parole un bel sonno lo feci, tralasciando qualche film mentale

Ti do il mio cuore || Jaden WaltonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora