12.

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Dopo altri pianti e confessioni, mi addormentai sul divano cullata dal battito del cuore di Javon. Mi scossi quando dopo non so quanto tempo mi spostò dal suo petto per fare non so cosa. Non aprii gli occhi, ma sentii la voce di Jayla ricordandomi dello shopping.
Tu: «Jav torna qua» mi lamentai grugnendo mentre sentivo la chiusura di una porta e Javon che mi rispostava sopra di lui. Io circondai le gambe intorno al suo busto e le mani intorno al suo collo, mentre giravo la testa di lato per stare più comoda.
Tu: «Jay stiamo un po' qua ho sonno» sussurrai ancora con gli occhi chiusi
Jay: «comodo?» la sentii ridacchiare, allora feci un sorriso annuendo
Tu: «regalatemi una copia di Javon fatta a cuscino grazie» sentii Jav ridere dato che scosse il petto. Decisi di aprire gli occhi e accarezzargli i capelli, mentre giravo la testa verso Jayla. Cazzo, quando avevano intenzione di dirmi che c'era anche Jaden? Non sembrava nemmeno troppo contento dal suo sguardo. Mi alzai da Javon, da cui partii un lamento
Tu: «mi trucco e andiamo» tossii mentre giravo le spalle per andare in camera. Non ci misi molto, forse solo un paio di minuti in più rispetto al solito, data la miriade di pensieri che giravano nella mia testa, tutti accomunati da un solo nome: Jaden
Mi diressi verso il salotto senza proferire parola. Jayla appena mi vide di catapultò verso di me appoggiandomi un braccio intorno alle spalle
Jay: «tu ed io abbiamo tanto da raccontarci eh» mi sorrise come da conforto, alzando le sopracciglia. Io mi limitai ad annuire mentre aspettavo che entrambi i gemelli uscissero da casa per poterla chiudere. Ci incamminammo tutti e quattro verso la città, mentre io mi accendevo la prima sigaretta del giorno. Jayla continuò a parlarmi come se fosse nulla, e non servì girarmi a guardare Javon per sapere che mi stesse uccidendo con lo sguardo. Feci come niente, e mi godetti la mia amica per quel poco che potevo.
Tu: «Jay, lo voglio» indicai un vestito esposto in una vetrina
Jay: «entriamo, così lo provi» Jayla fece un cenno ai suoi fratelli per avvisarli che saremmo entrate, e loro non fecero altro che seguirla. Io spensi la sigaretta e la buttai, per poi raggiungerli. Io e la mia ormai migliore amica non ci misimo molto a trovare il vestito, dato che era uno fra i primi all'entrata. Non feci altro che entrare in camerino e provarlo, cercando un giudizio da Jayla
Jay: «cla è stupendo. Da prendere subito» le sorrisi concordando con lei.
Jav: «corto, scollato, non mi piace» Jaden non parlò usando la lingua, ma ero sicura lo stesse facendo con gli occhi. Mi stava minacciando con lo sguardo, e io lo percepivo
Tu: «bene lo prendo» sorrisi sfacciata mentre scoppiai a ridere con Jayla, che aveva ben pensato di tirarmi un cinque di supporto. Javon sbuffò unendosi alla risata, mentre Jaden ci seguiva alla cassa con mascella serrata. Il pomeriggio in realtà passò in fretta, tra provare nuovi snack americani e cavolate inutili in giro, tutti ci eravamo divertiti. Quasi, tutti. Ci trovavamo sul marciapiede per tornare a casa, quando ricevetti una chiamata da mio padre. Risposi con una certa fretta, dato che non lo vedevo a casa da molto tempo
Papà: amore mio, se non mi vedi a casa è per lavoro, sarò fuori città per quasi due settimane
Tu: papà cazzo, mi hai fatta preoccupare. Non sparire più. Ti voglio bene
Papà: tranquilla, ti voglio bene anche io, ciao amore
Tu: ciao papà
chiusi la chiamata sollevata. Dopo ever spiegato la situazione ai tre fratelli, stranamente tutti attenti alla spiegazione, proposi un pigiama party tutti insieme. Infondo, dato che mio padre non c'era, di camere libere ce n'erano quattro.
Jay: «cla sarebbe bellissimo, aspetta che chiamo mia mamma» si affrettò a prendere il telefono, e dopo l'affermazione dell'adulta che ormai io avevo perso, tutti i fratelli prepararono un borsone con il necessario per passare almeno una settimana da me. E si, avevo invitato anche Jaden. Datemi della stupida, lo sono. Non volevo sembrare maleducata, come al mio solito.
Dopo una buona mezz'ora, in cui avevo fissato il soffitto a vuoto, accolsi i tre fratelli attrezzati in casa. Li invitai ad appoggiare le loro cose, per poi buttarmi stanca sul divano.
Jay: «cosa facciamo?» chiese Jayla raggiungendomi, mentre appoggiava la testa sulle mie gambe
Tu: «ti insegno l'italiano se vuoi» cominciai ad accarezzarle i capelli, ma lei si girò elettrizzata guardandomi negli occhi
Jay: «si si si e ancora si» sorrise ed io la imitai ridacchiando
Tu: «cosa vuoi sapere?» le chiesi
Jay: «non lo so» ribatté ridendo «fai tu»
Tu: «ripeti insieme a me. Io»
Jay:«io» dichiarò allungando la "o", con accento americano
Tu: «non lo so ancora» continuai. Mi stupì quando Jayla riuscì a ripetere senza errori
Tu: «ma tu sei» dovetti ripeterlo un paio di volte per farglielo pronunciare correttamente, ma ci riuscì senza tanti problemi
Tu: «questa è difficile, attenta: innamorata»
Jay: «immanorato» risi, per poco non piansi da quanto mi stavo divertendo sentire la mia migliore amica sbagliare almeno una dozzina di volte la parola. Dopo tentativi su tentativi, mi accontentai di un "namorata"
Tu: «di mio» riuscì a pronunciarlo perfettamente, quindi le annuii contenta
Tu: «fratello» conclusi la frase, deglutendo. Jayla dopo un paio di tentativi anche qui riuscì a pronunciarlo.
Jay: «dopo avermi fatto dannare mi dirai almeno cosa vuol dire?» io risi e per non farmi sentire dal diretto interessato, glielo sussurrai all'orecchio. Lei spalancò gli occhi e le labbra, scioccata.
Jay: «stai scherzando» mi disse lei. Io provai a negare in risposta, ma lei mi precedette con un'altra domanda «aspetta, quale» ritrasse la sua faccia sorpresa, lasciando spazio ad un'ampia confusione
Tu: «vieni con me» la trascinai in camera mia, ed esattamente come con Javon, non riuscì a trattenere le lacrime alla mia spiegazione
Jay: «ti sei innamorata di uno stronzo» risi, per la confessione della mia migliore amica, ma negai contraria
Tu: «forse un po' lo è» pensai « ma i suoi occhi, ogni fottuto secondo sono nella mia testa» li immaginai, come se non l'avessi già fatto abbastanza «quel sorriso» avevo mille ricordi sparsi in mente, che tra le lacrime, mi fecero sorridere «è così bello Jay» scoppiai a piangere di nuovo, abbracciando la mia amica
Jay: «una bella cotta no?» mi chiese lei, guardandomi negli occhi. Le sorrisi subito dopo, mischiando il mio pianto con una risata. Mi sbattei poi una mano sulla fronte. Mi ero dimenticata le medicine. Cominciai a cercarle per la stanza, ma mi ricordai di averle nella borsa che avevo lasciato all'ingresso. Corsi giù per le scale, cercando per la casa. Sospirai quando vidi la mia borsa proprio sul tavolino vicino al divano. Ci frugai sotto gli sguardi attenti dei due gemelli, prendendo il mio vasetto di pillole. Senza ricambiare i loro sguardi, ricorsi in camera da Jayla.
Tu: «grazie a dio erano in borsa, secondo l'orario non le avevo ancora prese» dichiarai mentre riponevo lo sguardo sulla mia migliore amica. Stava saltando sul letto ridendo come una pazza. Non potevo perdermi una perla del genere.
Jay: «che fai? prendile e raggiungimi su» feci come mi aveva proposto Jayla, ma non prima di appoggiare il telefono ai piani del letto per riprendere quel momento. Ci presimo per mano, ma per un movimento brusco con il piede, caddi dal letto, seguita da Jayla. Noncuranti del tonfo, cominciammo a ridere come pazze.
Tu: «ho il video! ho il video!» ricordai con le lacrime agli occhi. Jayla scoppiò in una risata il triplo più forte rispetto a quella precedente, mentre io mi tenevo la pancia dal mancato respiro.
Jay: «io non credo di aver mai riso così tanto in vita mia» replicò cercando di riprendere respiro, mentre io sentivo il mio cuore battere all'impazzata per la troppa agitazione
Tu: «ti prego Jay, non respiro» ci fermammo stanche, mentre io mi alzavo da terra per interrompere il video. La mia migliore amica sospirò un'ultima volta, per poi parlare
Jay: «ho fame» ridacchiò
Tu: «vorrei anche vedere, dopo tutto sto casino» unimmo una veloce risata prima di riprendere a parlare
Tu: «ordiniamo?» chiesi con il telefono
Jay: «si, chiediamo anche ai miei fratelli» rispose sorridendo, mentre io aprivo l'app della galleria per rivedere il video della scena accaduta poco prima
Tu: «guarda qua» la invitai ad osservare il video sul mio telefono, mentre scendevamo vicine le scale del secondo piano per andare in salotto. Appena arrivò il momento della caduta, scoppiammo ancora nell'ennesima risata
Jay: «non ci credo, ma come abbiamo fatto» chiese mentre si faceva scappare qualche altro risolino
Tu: «ho messo male il piede, poi tu mi sei caduta addosso!» ribattei ridendo, non accorgendomi nemmeno di essere arrivata in salotto
Jay: «signorina, avevamo le mani unite, cadi tu cado io» rispose la mia migliore amica con nonchalant, mentre ridemmo ripensando alla scena. I due gemelli, seduti sul divano, nel mentre, avevano uno sguardo spaesato, in ricerca di spiegazioni. Tirai una lieve gomitata a Jayla, e cominciai a sussurrargli
Tu: «perché siamo qua, cosa dovevamo fare» chiesi sbadatamente, cercando di ricordare
Jay: «e chi se lo ricorda, prova a fare mente locale» rispose Jayla ovvia. Spremetti la mente senza alcun risultato, fin quando Javon non prese parola
Jav: «non farò domande per paura di quello che avete fatto, ma possiamo mangiare? sono quasi le otto» chiese. Io e Jayla ci guardammo come se le nostre menti si fossero appena risvegliate da un lungo sonno
Jay: «l'ordinazione!» esclamò la mia migliore amica fissandomi
Tu: «ecco perché siamo scese!» risposi io sbadata, mentre i due gemelli scoppiavano in una gran risata
Jav: «Mc Donald's?» propose Javon, tutti annuimmo senza opporci. Ordinai io con l'app tutte le richieste dei fratelli, per poi buttarmi sul divano fra Jaden e Javon. Quest'ultimo appena mi accomodai stese la testa sulle mie gambe, mentre io cominciai ad accarezzargli la nuca mettendo le mani fra i suoi capelli. Mentre aspettavamo il cibo e io continuavo a coccolare Javon, io e Jayla parlavamo tranquillamente.
Jay: «secondo te è morto?» mi chiese Jayla guardando Javon sulle mie gambe, con gli occhi chiusi. Finsi uno sguardo preoccupato per poi sussurrare un
Tu: «falso allarme, respira» ridacchiai e ripresi a parlare con la mia migliore amica. Da italiana quale sono, durante il mio discorso, non riuscii a non gesticolare. Non me ne resi neanche conto, ma a quanto pare qualcuno si, dato che avevo smesso di accarezzarlo. Javon mi prese le mani e me le riappoggiò sulla sua testa, invitandomi con un mugolio a continuare. A quella visione io e Jayla risimo, senza a quanto pare intrattenere l'altro fratello, che ci guardava disgustato. Ci scambiammo uno sguardo, che sembrò durare un'eternità. Mi ero incatenata nei suoi occhi, e in quel momento l'ultima cosa che avevo pensato di fare era distogliere il mio sguardo dal suo. Appena mi resi conto della situazione, però, tornando in me, terminai il nostro contatto visivo con un lieve sorriso. Sentì una strana sensazione alla pancia. Non credevo fosse possibile. Stavo sentendo le così etichettate farfalle nello stomaco da un semplice sguardo. Cosa mi stai facendo, Jaden?

Ti do il mio cuore || Jaden WaltonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora