Episodio Quattro/3

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Domenica mattina

Lorenzo aveva imparato la lezione. Niente più scherzi.

O almeno... niente più scherzi alla mamma.

Intanto, il suo fitto programma di scherzetti carnevalizi doveva dare la precedenza a quel lieto fuori programma: suo padre l'avrebbe portato al parco, in costume, a partecipare a giochi e alla caccia a tesoro per bambini. A pranzo poi sarebbero andati dai nonni e da lì in poi la domenica avrebbe seguito il suo solito corso, il rientro a casa, la mamma che gli controllava i compiti, lo zaino per l'indomani, e insomma, la vita riprendeva come al solito. Avrebbe insistito con sua madre – ma mamma, che compiti che vuoi che ho, domani c'è la festa di carnevale in classe! –, avrebbe ricevuto le solite raccomandazioni – comportati bene e non dare fastidio alle maestre, niente scherzi e comportamenti rischiosi! – e poi sarebbe venuta la sera, avrebbe visto la TV con i suoi genitori, magari accoccolato sulla mamma o su papà e la settimana sarebbe così conclusa. Non sarebbe finito però il Carnevale! E, con esso, nemmeno i guai...

La mattina era andata tutto come previsto. Impaziente di andare al parco con papà, s'era svegliato presto, così si era anche messo al riparo da occasionali cucchiaiate per farlo alzare. In effetti, come sua madre si lamentava frequentemente, Lorenzo faticava a svegliarsi solo quando si trattava di andare a scuola. Come biasimarlo?

A colazione aveva scoperto che la mamma aveva perdonato e dimenticato tutto. Non c'era alcuna rigidità severa nella voce che l'aveva accolto a tavola. Papà era indaffarato da qualche parte, non era a casa.

"Appena torna tuo padre vai a lavarti, così fate presto e uscite". Fargli la doccia era una incombenza che il più delle volte conduceva suo padre. Sua madre lo faceva pure, a volte, ma spesso era troppo frettolosa e lo sgridava se non collaborava, se si lamentava della temperatura, se si metteva a giocare, magari a schizzarla... e così si beccava qualche sculaccione mentre stava tutto nudo nella vasca. Suo padre era più paziente, ma c'è da dire che quando lo faceva lui, era perché non aveva altro da fare. Altrimenti lasciava che lo facesse lei, e sua mamma aveva sempre troppe cose da fare, cosa di cui si lamentava anche con lui.

Suo padre non ci mise molto a tornare. Era andato a prendere il giornale, poi a confermare l'ordinazione di dolci che avrebbero portato a casa dei nonni.

"Cucciolo, andiamo a fare la doccia, su".

"Mi riempi la vasca?", aveva chiesto, speranzoso, mentre spegneva la TV e saltava poi giù dal divano.

"No Lori, non c'è tempo, se vuoi ancora andare al parco..."

"Certo che ci voglio andare!"

"Allora dobbiamo fare la doccia".

"E va bene..." Il parco aveva la priorità, decisamente. Avrebbe fatto la doccia super veloce così poi sarebbero andati subito al parco!

Malgrado le promesse... Lorenzo restava pur sempre un bambino di nove anni, che calato in una vasca per farsi fare la doccia dal padre avrebbe trovato qualunque modo per giocare e fare confusione, schizzando acqua dappertutto. Per fortuna, suo padre non era sua madre, e il suo culetto era rimasto immacolato. Be', non proprio immacolato. Come aveva osservato suo padre, era ancora un po' arrossato per il cucchiaio ricevuto la sera prima.

Lavato e asciutto, era pronto per essere vestito, con il suo costume di carnevale. Suo padre l'aveva accompagnato in camera e gli aveva dato una mano. In poco tempo, era entrato in camera che era un bambino di nove anni con addosso l'accappatoio e ne era uscito un piccolo ninja, pronto a divertirsi al parco.

"Vedi cosa devi portarti dai nonni, perché quando torniamo, passiamo solo a prendere tua madre, non c'è tempo per prendere altro", gli aveva detto suo padre, lasciandolo poi solo. Sì, sapeva esattamente cosa doveva fare... riempire uno zainetto con una parte del bottino ottenuto alle bancarelle vicino la scuola. E poi, per non annoiarsi, anche la Nintendo... ma, un attimo, dov'era la Nintendo?

Ti concio per le feste (SV#4)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora