Sabato mattina
Sabato mattina s'era svegliato presto, impaziente di sfruttare quella giornata libera per dedicarsi a più monellerie possibili. Un briciolo di coscienza interiore, però, l'aveva convinto a non esagerare. Il suo diabolico piano prevedeva una grande concentrazione di scherzi in quella giornata. Doveva essere paziente. Molti scherzi ancora da compiere esigevano quel malloppo che avrebbe ottenuto lunedì, al ritorno da scuola.
Mentre faceva colazione, guardando i cartoni, papà leggeva il giornale, la mamma si muoveva indaffarata per la cucina, elencando cose da fare, incombenze, appuntamenti, visite e quant'altro. Era un'agenda vivente, sua madre.
C'erano effettivamente troppe cose da fare per quel breve fine settimana. Sua madre aveva riferito di un invito, la domenica a pranzo, da parte dei nonni. Suo padre aveva ribadito – e Lorenzo ne era stato lieto – l'impegno di andare al parco e portare Lorenzo in costume di carnevale, tra le giostre e quant'altro. Sua madre aveva citato poi la parata dei carri, Lorenzo s'intromise, voleva andarci anche lui, ci andava Jacopo e voleva incontrarlo, ma la mamma aveva negato il permesso, non ci sarebbe stato il tempo. Suo padre ne sembrò sollevato, odiava quel genere di manifestazioni, troppa confusione, impossibile posteggiare.
"Invece, sai cosa? Domenica mattina c'è una cosa che possiamo fare tu ed io!"
"Davvero?!" era entusiasta. "Cosa, cosa?"
"Una caccia al tesoro al parco! In costume, ovviamente".
"Sìì! Sì sì andiamoci papi daii!" era incontenibile, s'era messo a saltellare dalla gioia.
"Ma ce la facciamo coi tempi?"
"E che ci vuole? C'è tutta una mattina a disposizione", rispose suo padre.
"Sì ma lo sai che poi ci vuole tempo per farlo lavare, la doccia, vestirlo, insomma, ogni volta che dico che dobbiamo essere a mezzogiorno dai miei e poi siamo sempre gli ultimi ad arrivare".
"Lo facciamo andare in costume, direttamente dal parco, dai".
"Ma come direttamente dal parco?!" Ah, sua madre era impossibile!
"Che sarà mai, suvvia... però ti devi alzare presto, fare la doccia e tutto quanto, capito cucciolo?", si risolve a lui, lasciando perdere la mamma.
"Sìììì va beeene!", replicò, tutto contento.
"Sì ma ora i compiti per lunedì", riprese la madre, rimettendosi in pista. "Domani al parco... ma solo se fai il bravo!"
"Farà il bravo, vero, Lorenzo?"
"Sììì", replicò ancora.
"Niente scherzi sciocchi, vero, Lorenzo?" Insistette suo padre. Il suo modo di fargli sapere che, be', aveva capito tutto.
"Ma... va bene, sì sì!". Stava per replicare, ma aveva ormai imparato che doveva dire ai suoi genitori quello che volevano sentirsi dire.
Il resto della mattina fu davvero incontenibile. E quando si trovava in quello stato di agitazione... rischiava sempre di fare danni. Cercò di limitarsi e controllarsi, costringendosi a giocare alla Nintendo, cosa che sua madre non approvava molto, ma almeno evitava di stare tra i piedi, di pianificare monellerie e di dare disturbo. Meglio la console portatile tra le mani, mentre stava spaparanzato sul divano, che giocare a palla in corridoio, no?
Intanto, nonostante la promessa fatta al padre, la scaletta degli scherzi prevedeva altre due monellerie. Questa volta si tornava in cucina. Erano degli scherzi banali, ma efficaci, perché si sarebbero potuti scambiare per una dimenticanza, un errore. Magari l'avrebbe fatta franca.
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Ti concio per le feste (SV#4)
Historia CortaSe è vero che a carnevale ogni scherzo vale... allora per piccoli monelli e adolescenti ribelli sarà come una indulgenza plenaria! Peccato che gli unici a godere dello spirito carnevalizio sono i più giovani... i genitori, invece, sono sempre pronti...