Un po' di tranquillità

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Athin.

Si buttò sul letto, esausta. Il vento, fuori dalle finestre, infuriava. 

“ Sono rientrata appena in tempo. Rischia di mettersi a piovere.”

Mah. La pioggia non le era mai dispiaciuta, le dava tranquillità. Questo, ovviamente, quando poteva osservare i lampi dentro casa, e non quando era fuori, sotto le intemperie.

Si preparò e si fece una doccia.

Rinfrescata e un po’ più rilassata, si cimentò nell’ardua impresa di sbrogliarsi quell’ammasso di grovigli che erano i suoi capelli. Incredibilmente, dopo mezz’ora li aveva sistemati. Di solito ci voleva molto di più. Sospirò: forse le conveniva tagliarli. Sarebbe stato tutto più semplice.

Si guardò allo specchio.

Era magra e minuta, con un’altezza che arrivava per un soffio alla media. Non pochi a scuola la definivano una lolita, non solo per il suo aspetto, ma soprattutto per il suo carattere. Certe volte la definivano una ragazzina di quattordici anni, altre volte  la paragonavano ad una bambina di dieci. La maggior parte delle volte esageravano per farla arrabbiare, ma a volte doveva dargli ragione: sembrava veramente troppo piccola per la sua età.
Anche se a volte le tornava utile essere così minuta, quando doveva intrufolarsi a rubare qualcosa. Certo, a volte, soprattutto durante l’estate, subiva degli scatti di crescita incredibili, così che a volte poteva veramente paragonarsi ad una diciassettenne. Ma solo quando faceva la seria, ovviamente.

I ciuffi dei capelli molte volte le coprivano l’occhio sinistro, così che molte volte doveva tenerli dietro l’orecchio.

Aveva una carnagione chiara, mai abbronzata. Gli occhi erano grandi, anche se in quel momento non erano viola. Ovviamente, quando era da sola si toglieva quelle lenti a contatto, ma era un modo per confondere le persone sulla sua vera identità. Non per niente sulle carte di identità si scriveva il colore degli occhi. Togliendo quest’altro particolare, nessuno l’avrebbe mai riconosciuta. Era un altro dei suoi punti fondamentali di essere una ladra professionista. A modo suo.

Finì di asciugarsi i capelli e si rivestì. Quei vestiti erano sporchi, ma erano gli unici che aveva. Presto avrebbe dovuto comprarne degli altri.

Andò in cucina e si preparò la cena (di solito mangiava più tardi delle sette, ma comunque). 

Dentro alla credenza c’era poca roba, ma era abbastanza per prepararsi da qualcosa di semplice. 

“Uno di questi giorni devo ringraziare Watari” si disse mentre prendeva riso, una scatoletta di tonno, un sacchetto con dentro dell’alga nori, maionese e sale.

Cominciò a cuocere il riso ed intanto preparò il ripieno per gli onigiri. Non era mai stata un’asso in cucina, ma erano oltre dieci anni che preparava da mangiare a casa, quindi aveva preso un po’ di dimestichezza con le pentole.  Dopo un’ora e mezza, gli onigiri erano pronti.

Si sedette a mangiare. Non era abituata a mangiare cibo giapponese ma, se escludeva sushi e sashimi, tutto le piaceva.

Proprio mentre mangiava scoppiò un temporale. 

“Era ora che piovesse” pensò.

Finito di mangiare, sistemò la cucina e si sedette a letto. Spense tutte le luci, tranne quella della lampada vicino al letto, e cominciò a spoilerarsi i capitoli dei manga che non aveva ancora letto di Tokyo Ghoul :re, guardandoli online sul suo cellulare. Adorava leggere la notte quando fuori infuriavano pioggia e vento, ma al momento non aveva nessun libro da leggere. 

“ Poco male, presto ruberò qualche altro Shonen Jump dalla libreria qui vicino.” 

Non si sentiva minimamente costretta a fare ciò che aveva promesso al detective. Non gli doveva niente, se non odio.

“ Non se ne accorgerà nessuno che ho preso un libro” si disse e, quando cominciò a sentirsi le palpebre pesanti, spense la luce e si addormentò, il rumore dei tuoni che la cullavano.

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Sì, lo so. Fa pena come capitolo, ma non ho tanto tempo per scrivere e sto usando capitoli che avevo già scritto in passato. Comunque, che ne pensate della notta amata Ladra di Libri? È come ve la immaginavate?

Ja nee

Elle e la Ladra di Libri Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora