Verità ed inganno, rancore e curiosità.

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Athin.

La mattina seguente, dopo ore e ore a ripassare quanto accaduto nella speranza di reggere la stanchezza, i tre poliziotti dell'altra volta la scortarono fuori dal carcere e la fecero salire in una volante, senza però toglierle le manette (Uffaaaaaaa!!!).

La portarono ad un incrocio stradale e la fecero scendere. Lì, ad aspettarli, c'era solo un'anziana persona dai baffi bianchi e l'aria più tranquilla che seria. Indossava un completo nero stirato di fresco, un cappello dello stesso colore ed un paio di occhiali dalla montatura sottile e semplice (ND-KTD: voi che avete capito già chi è, so che non mostra il volto ai poliziotti, ma ho voluto rendere la cosa un po' più divertente, quindi portate pazienza. Per chi non conosce Death Note, no, non è Elle). In sé, non incuteva timore.

La persona scambiò qualche parola con gli agenti di polizia poi, con un cenno della mano, gli fece segno di seguirlo. Athin lo guardò stranita, dopo, voltandosi, si accorse che i poliziotti se ne erano andati. Sospirò: non le restava altro che andare avanti. Avanzò impettita, l'anziano signore che la seguiva da dietro, indicandole la strada con un cenno del capo.

La Ladra, stanca di tutto quel mistero, si chiese se non fosse il caso di provare a fuggire. Non sarebbe stato di certo un vecchietto a fermarla.

Fece appena in tempo a decidersi che il vecchietto la fermò.

< Io non lo farei se fossi in te.> disse con voce calma senza interrompere la camminata.

Ma che caz...? Come diamine aveva fatto a precederla?
Maledizione!

Senza più vie di fuga, decise di non provare a fuggire (per il momento).

Entrarono in un albergo dall'aria elegante e costosa, e salirono cinque rampe di scale. La Ladra, stanca morta, si affannò durante il tragitto, cercando però di non far vedere quanto era stanca in realtà. Il vecchietto intanto la seguiva.

< Senti...> disse Athin respirando affannosamente < ...Ma come fai? Sarai anche un vecchietto, ma ne hai di energie.>

< Per prima cosa, faccio quasi tutti i giorni quelle rampe di scale. Secondo: ti sarei molto grato se non mi chiamassi vecchietto. Io non sono vecchio>.

"È vero, sei anziano" pensò, ma decise di lasciar perdere, anche perché non aveva più fiato da sprecare.

Alla quinta rampa, svoltarono a sinistra e si fermarono alla terza porta del corridoio. Il vecchietto bussò alla porta in legno, e una voce rispose.
Una voce giovane.
Le si rizzarono le orecchie all'improvviso solo sentendola.

< Entrate pure>.

Con il cuore che le batteva ai mille, varcò la porta senza dire una parola. Si ritrovò in una stanza finemente arredata, e luminosa. Grandi vetrate fungevano da finestre, e davano una perfetta visuale della città sottostante.

Ma non era la stanza che le interessava, bensì il ragazzo davanti a lei. Perché davanti a lei c'era proprio questo, un ragazzo.

Sembrava più grande di lei di un paio d'anni, i capelli neri e lunghi, scompigliati in una maniera che neanche la Ladra avrebbe ritenuto possibile. Di carnagione pallida, non aveva nessun aspetto caratteristico di nessuna nazionalità. Ciò che la colpivano di più erano gli occhi del ragazzo: neri e grandi, senza alcuna luce ad illuminarli. Sembravano dei pozzi di oscurità, e si sentì esposta davanti a lui. Inoltre, aveva il classico sguardo da stralunato.
Indossava semplici blu jeans ed una maglietta bianca a maniche lunghe.

Elle, perché colui che aveva davanti non poteva essere che Elle, piegò la testa di lato e disse:

< Piacere di conoscerti, Ladra di Libri>.

Elle e la Ladra di Libri Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora