Athin.< Oni o mite, oni o mite, kari no sakura no ki no ue kara>
La Ladra andava avanti così, un passo dopo l'altro, una parola dietro l'altra, di quella stupida filastrocca che insegnano alla materna, ma che lei si ritrovava a canticchiare, per farsi passare l'ansia di ciò a cui andava incontro.
< Sore wa nani o kansatsu shimasu ka?>
Una scuola superiore, privata per giunta, con due anni in meno di apprendimento, e come compagno di classe un ragazzo che molto probabilmente era Kira! Cosa ci poteva essere di peggio?
Ma nella sua testa risuonavano sempre queste parole:" C'è di peggio, c'è di peggio"
E lei non poteva fare a meno di assecondare quella scocciatura della sua coscienza.
C'è sempre di peggio".
E lei aveva vissuto quel peggio, quando...
" Ohi! O canti o pensi!"
" Davvero? Va bene, allora penso. Allora, stavo dicendo..."
" Taci! Non anche tu! Tornatene in letargo o sparisci completamente!"
" Guarda che non sono Kaneki nella testa di Haise Sasaki*. Ho anch'io la mia personalità".
" Sei peggio, molto peggio. Non farmi ricordare, non voglio!"
" Che dicevo, ecco a voi Haise!"
" Basta! Lasciami in pace, ti prego!!!"
" Va bene, va bene. Vuoi una mano a guardarti le spalle dopo scuola, una volta in libreria?"
" Sì, grazie. Vedi che una volta tanto sei tile?"
" Sigh, cattiva!"
E lì fu finalmente da sola coi suoi pensieri, per poter completare la canzone.< Shīzun ga owari,
haru ga horobi
soshite oni wa tada mimamoru koto shika
dekinai kare no mawari no sekai wa oite iku.>**Sperò di poter passare una giornata tranquilla, senza intoppi, e soprattutto di poter tornare a casa viva.
Se si può definire veramente casa quella gabbia". Pensò scocciata prima di ricordare le parole di sua madre." Certe volte casa non è un luogo. Certe volte casa è una persona."
Aveva perso la sua casa da tempo.
Il vento la avvolgeva morbido, giocando con i suoi fin troppo lunghi capelli, agitandoli in una danza sfrenata, mentre le punte di questi ultimi le frustavano la faccia. Ma era troppo assorta nei suoi pensieri per nfastidirsi.
La Daikoku Private Academy si stagliava alta ed imponente di fronte a lei, come un punto di arrivo che segnava l'inizio del vero pericolo.Eppure non era questo a preoccuparla.
Osservò il grande cortile della scuola, sentendo che il battito le accelerava nel petto, le orecchie che reagivano alla vista del lastricato che, di tanto in tanto, si apriva per lasciar crescere un albero, le cui foglie ondeggiavano come piume gonfiate dalla brezza del vento di fine stagione.
Più di qualcuno avrebbe definito quel paesaggio malinconico, visto che era contornato da un cielo colorato di grigio, ma Athin sentiva solo le risate spensierate le avevano sommerso le orecchie, e la trascinavano con sé, giù giù, nei meandri più profondi della sua mente.
" Che cosa mi succede oggi?" pensò chiudendo gli occhi.
Non c'era nessun bambino nei dintorni, nessuno che ridesse, niente.
Solo lei, e quell'universo di cenere.
< Bene ragazzi, oggi una nuova studentessa si unirà alla classe. Vi prego di accoglierla come si deve. Prego, presentati> disse l'insegnante una volta che si fu presentata davanti alla porta.
" Presentarsi? Oh, cavolo, non mi aveva detto che dovevo presentarmi. Mi hanno già registrato con un nome o devo inventarlo? Diamine Elle, sono le otto e mezza di mattina, e tu cominci a rompere le scatole già a quest'ora! Ma vaff..."
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Elle e la Ladra di Libri
Fanfiction. Elle, infallibile detective incaricato di risolvere il caso Kira, si ritrova in svantaggio rispetto al suo infallibile avversario. Gli agenti in campo si ritirano, la paura circola per tutta la polizia, offuscando mente e pensiero degli agenti. T...