9.

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Sbadiglio sonoramente, mi sento riposata finalmente, da tanto che non dormivo così. Aprendo gli occhi, non riesco a capire dove mi trovo, mi guardo attorno confusa, sono in una stanza da letto che non è mia. Mi ricordo che mi ero addormentata sul divano a casa dei ragazzi, non in un letto.

"Buongiorno fiorellino, dormito bene?", mi porto una mano sul cuore spaventa. 

"Dio Ansel, un secondo fa sì, ora non più". Gli lancio un cuscino e lui non aspettandoselo, se lo becca in faccia. "Ahiaa, cos'è questa violenza?", lo prende da terra e me lo rilancia, però io lo schivo. Tiro fuori la lingua, prendendolo in giro. 

"Mi puoi dire che ore sono, il giorno, il mese in cui ci troviamo?, "In che anno ti sei fermata?" ride come uno scemo. "Io starei aspettando" incrociando le braccia.

"Sono le 9 e mezza di mattina, è il 9 febbraio ed è giovedì" Si appoggia allo stipite e mi guarda.

"Aspetta sono le 9 e mezza- vado nel panico- è tardissimo, Chloe mi ammazzerà." Penso ad alta voce. " Comunque io e Jay abbiamo cucinato la colazione". MI distrae dai miei pensieri.

"Siete sicuri che non avete bruciato la casa?" un po' di paura c'è l'ho. "Che scema, non ti preoccupare, nel caso ti mettiamo del veleno nel cibo" Fa spallucce. Quel ragazzo mi mette sempre più paura.

 "Ma di chi è questa camera, e come ci sono arrivata?" Sorride e io lo guardo confusa. "È la camera di Aaron, ti dico solo che lui sta dormendo sul divano" Schiudo la bocca sorpresa. Davvero mi ha portato qui sopra e lui ha dormito sul divano, che non è tanto comodo da dormirci. "Ah devi anche svegliarlo" aggiunge.

"Ma perché lo dev-" non mi fa finire di parlare che già se n'è andato via. Quando mi tolgo le coperte da dosso, noto che ho ancora i miei vestiti, meglio.

Mi alzo dal letto, osservo la stanza. È sui colori scuri, però è molto ampia. Una cosa che noto, che abbiamo in comune, è che la camera è spoglia, senza foto dentro a dei riquadri, oppure oggetti personali, come se fosse una camera da letto di una persona che non ci dorme mai qui, però una cosa positiva è che tutto è in ordine, non c'è un oggetto fuori posto. D'altronde Aaron è sempre stato ordinato, pure se sembra tutt'altro all'esterno. 

Mi avvicino ad un mobile e sopra ad esso trovo una fotocamera con una polaroid, sono gli unici oggetti personali che ci sono.

Rimango scioccata a quella vista. La fotocamera gliel'avevo regalata io al suo compleanno, prima che lui partisse, aveva compiuto 16 anni. Era davvero molto bravo a scattare foto, e quindi avevo pensato di regalargliela,  è sempre stata la sua passione, ora però non so se la pratica più. La polaroid che sta affianco, raffigura me e lui, sempre la stessa sera. Lui che ha un braccio attorno alle mie spalle, e io che ho la testa appoggiata a lui, nel mentre mi da un bacio su di essa. Quel giorno ero felicissima, infatti si vede anche dal sorriso che ho nella foto.

A quella vista, mi spunta un piccolo sorriso. Mi allontano da quel mobile e facendo il giro della stanza noto che c'è anche un bagno personale. Ci entro e mi inizio a preparare, mi sciacquo il viso e mi risistemo i capelli, dovrei andare a casa mia per lavarmi i denti.

Dopo aver fatto tutto scendo al piano di sotto nel salone,  e subito vedo dei piedi che sporgono un po' fuori dal divano e capisco subito che Aaron sta ancora dormendo. Mi avvicino a lui e lo osservo meglio. Si decisamente è più grande del divano. Ha un braccio sotto la testa, la bocca leggermente aperta e ha una coperta che gli copre il busto. Mi siedo davanti a lui, e gli tocco il braccio per svegliarlo. "Aaron svegliati" lo ripeto minimo 3 volte. Ma non si sveglia, mi esce un sospiro di frustrazione.

Me ne resto in silenzio ad osservarlo, forse se lo fisso, si sveglia, con me funziona sempre quando qualcuno mi fissa quando dormo, ne sento la presenza ed è un po'inquietante.  

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