Lettera 4

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26 marzo

Mi sembra sempre di parlare con un pezzo di ghiaccio, una persona priva della capacità di provare emozioni.
Non provi gioia, non provi tristezza, non provi rabbia, parli e basta.

Ieri quando ti ho abbracciato e ho sentito in un primo momento che non stavi ricambiando l'abbraccio mi è un po' crollato il mondo addosso, poi quando mi hai messo le mani sulle spalle mi si è riaccesa una mezza speranza; poi hai fatto "pat pat" sulla mia schiena e mi hai di nuovo dato l'idea di un automa.

Vorrei stupirti in qualche modo, smuoverti un po' le emozioni, capire se ce l'hai o meno, ma non posso, sono destinata a rimanere senza risposte.

Ho i giorni contati: mi sembra di essere stata spedita in paradiso, a condizione di essere a conoscenza che tra tre mesi dovrò forzatamente andarmene.

Vorrei farti vedere come è bello il mondo quando provi emozioni e non parli solo di quanto sia vasto lo spazio-tempo nell'universo o di quanto la forma di quest'ultimo sia paragonabile ad una ciambella o ad una palla da rugby.

Un giorno vedrò qualcuno salutarsi con pugno e batti cinque, ma senza giretto iniziale come facciamo noi e mi ricorderò di te e di tutti gli insegnamenti, sia pratici che morali, che hai apportato alla mia vita.

Tutto ciò che non ti ho mai confessatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora