CAPITOLO 1

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KLEO
Finalmente la scuola è finita, adesso tre mesi di vacanza e poi inizierò la nona. Mi giro a guardare quell'edificio di mattoni rossi, la scritta a lettere in metallo "BOOKER T. WASHINGTON MIDDLE SCHOOL" un po' arrugginite; le ho odiate così tanto, ma adesso, pensare che questa è l'ultima volta che le vedrò mi mette malinconia.

Vedo subito la BMW della zia parcheggiata lungo il marciapiede. Lei è appoggiata alla portiera e parla al telefono. Sembra preoccupata. Mi fa un cenno con la testa e sale in macchina. O:K, c'è qualcosa che non va.
«Ciao tesoro, come è andata?» sono ancora più sicura che non è tutto Ok, in 8 anni credo me lo abbia chiesto forse due volte.
«Tutto bene, ma.... C'è qualcosa che non va, zia?»
«No tesoro, tutto ok.»
Ad arrivare a casa impieghiamo non più di dieci minuti. Finalmente, adesso basta scuola per tre mesi!

Sono circa le 17 quando vado in cucina per mangiare qualcosa, e trovo la zia seduta sul tavolo che picchiettato le dita sopra il telefono. La osservo, continua per dei minuti. Apro il frigo e tiro fuori il succo.
«Ne vuoi un po'?» le chiedo, ma nemmeno mi risponde. Mi siedo davanti a lei, quando mi vede sussulta..
«Zia, dimmi cosa c'è che non va.»
«Tesoro, ti ricordi la nonna Elisabetta?»
«Si, mi ci hai portato quando avevo 10 anni. Ma cosa c'entra?» la guardai con sguardo interrogativo, stava cercando di cambiare discorso?
«Ecco, mi ha chiamato oggi il nonno, dice che la nonna non sta molto bene. È in ospedale.»
«Mi dispiace molto zia.» La nonna Elisabetta, madre della zia e di mio padre, l'avevo vista per la prima volta a 10 anni, quando eravamo andati a trovarla per i suoi 80 anni. Non ci ero più stata, probabilmente per il motivo che abita dall'altra parte del mondo.
Una lacrima rigo il volto della zia, in 11 anni non l'avevo mai vista piangere. Le andai vicino e l'abbracciai.
«C'è qualcosa che posso fare?» Che domanda stupida, non posso fare nulla. In quel momento suono il telefono. Rispose di colpo.
«Ciao papà. Allora? Cosa hanno detto?»
*pausa*
«Oddio. E come sta?»
*lunga pausa*
«Sia ringraziato il cielo. E tu come stai?»
Qualunque cosa avesse la nonna ora stava meglio.
*breve pausa*
«Si, per fortuna che c'era lui. Dovete prendervi una badante. Assolutamente. Mi dici cosa avreste fatto se non ci fosse stato Carlo?»
*lunghissima pausa*
«Non mi interessa. I soldi ve li dò io, ma voglio che vi prendete qualcuno che vi tenga d'occhio. Siete vecchi ormai.»
*pausa*
«Non posso papà, ho un lavoro e una figlia. Non posso.»
*pausa*
«Non è vero che non mi interessa nulla di voi, vi voglio bene, ma non posso mollare tutto e venire lì. »
*pausa*
«Ok. Ma non ti prometto nulla.»
*pausa*
« Ciao. Richiamami dopo.»

Non avevo capito molto dalla telefonata, a parte che il nonno e la zia avevano avuto una discussione.
«Allora, come sta la nonna?»
«Non molto bene, purtroppo. Ma è passato.»
«Ma cosa le è successo?»
«Ha avuto un ictus.»
«Cioè?»
«Un vaso sanguigno nel cervello si è rotto. Ma per fortuna era una cosa piccola e si è richiuso.»
«E cosa voleva dopo il nonno?»
«Niente di importante tesoro. Vado a farmi la doccia.»
C'era qualcosa che non mi voleva dire, chiaro, ma non volevo insistere, mi sembrava troppo scossa.
Passai il resto del pomeriggio a cazzeggiare, chiamai un po' di amiche per sentire se avevano voglia di uscire, ma avevano tutte da fare. Alla fine accesi il computer e mi guardai un film stupido.
Verso le nove andai a vedere se era pronta la cena, ma trovai solo la zia al telefono con una faccia molto seria.
«Ti ho detto anche prima che prima ne devo parlare con lei. Ciao»
Era ancora il nonno probabilmente.
«Ordino una pizza? Ho visto che non è pronto niente.»
«Si, fai pure. Per me una funghi a prosciutto.»
«Ok.»

Passai la serata guardando la zia che si mordeva le unghie. Era snervante.
«Kleo, devo parlati. I medici hanno detto che la nonna ha bisogno di avere vicino la sua famiglia, che sta passando un brutto momento. Io l'ultima volta che l'ho vista è stato quasi 5 anni fa.»
«Ok, allora andiamo a trovarla quest'estate. Che bello!!»
Ero sincera, da molto volevo conoscere i miei parenti meglio.
«No tesoro. Non andremo in vacanza. Ci trasferirono lì finché la nonna non starà meglio.»
Lì, in Italia.

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Ciao, mi chiamo Nora. Questa è la prima storia che scrivo, questo è il primo capitolo. Ne pubblicherà il secondo a breve, ma poi dovrò aspettare settembre perché da il 3-4 capitolo in poi per continuare la storia avrò bisogno di iniziare lasuperiore, visto che andrò nella stessa scuola che frequenterà la nostra Kleo.
Spero che la storia vi piaccia.
~Nora ♥♥♥

KLEOPATRA RIVERADove le storie prendono vita. Scoprilo ora