VII • Here's a paper ring and here's a kiss

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Kiss me once 'cause you know I had a long night
Kiss me twice 'cause it's gonna be alright
Three times 'cause I've waited my whole life

*

«Eos, buongiorno. Mi dai un bacio?»

«Piccolo, un secondo.»

«No. Bacio.»

Era stata una bella serata, quella di ieri. Riassumendo: Louis aveva baciato Harry e Harry era sembrato più che incline all'idea, succhiandogli il labbro inferiore e sospirando direttamente nella sua bocca, tirandolo verso di sé e facendolo sedere sul suo grembo, inclinando la testa per avere più accesso. E la cosa si era ripetuta per tutte le ore successive: Harry aveva cucinato della pasta di benvenuto nella sua casa («È vitale che io lo faccia, Eos. Siamo momentaneamente coinquilini e dobbiamo festeggiare.») e aveva approfittato di ogni occasione per baciargli le clavicole o l'angolo delle labbra o il ponte del naso o lo spazio appena sotto l'orecchio, dato che Louis si era seduto sul bancone e lo aveva osservato in un modo che Harry avrebbe potuto, con tutta tranquillità, rinfacciargli, ma non lo aveva fatto. A volte, Harry lo raggiungeva e lo stringeva tra le braccia per far sfregare i loro nasi e le loro labbra, lasciandogli un delicato bacio a stampo per cui Louis si allungava in avanti, pretendendone un altro. Avevano mangiato nel silenzio, seduti vicini e buttando ogni tanto degli sguardi su Eurialo e Niso che si erano finalmente addormentati, e dopo Harry era uscito per un quarto d'ora - tempi duri per Louis - per prendere: «Dei pannolini per cani, Louis. Non riescono ad alzarsi, mi sembra il minimo.»

(Quando era rientrato in casa, Louis era subito scattato su di lui con le braccia aperte e pronto ad accoglierlo, ma Harry lo aveva evitato. Aveva visto dopo il piattino che aveva in mano, per cui aveva chiesto spiegazioni: «Zenzero è passato a mangiare, e ha mangiato tutto!»

Louis lo aveva tenuto stretto a sé e gli aveva lasciato baci ovunque sul viso, dopo.)

La loro prima litigata da non-amici l'avevano avuta la sera stessa. Non era propriamente una litigata, ma entrambi erano piuttosto frustrati.

«No. Dormirò io sul divano, li terrò d'occhio. Tu dormi nel mio letto» aveva detto Harry, braccia incrociate e a troppi passi di distanza da Louis.

«È già tanto che tu mi faccia restare qui, Harry, lasciami badare a loro. Ho il sonno leggero, li sento se piangono.»

«Non sono bambini, Louis. Se piangono è probabile che tu non li senta nemmeno.»

«Non è vero! Non hai sentito quanto cazzo uggiolano quando vogliono? Lasciami essere un padre responsabile in pace.»

«Si da il caso che anch'io sia loro padre. Siamo una famiglia, e in qualità di famiglia sai cosa faremo? Dormiremo entrambi su questo fottutissimo divano» aveva detto Harry, pestando i piedi e uscendo dal salotto. Louis era rimasto indietro a guardare la porta ad arco che portava direttamente al corridoio, sbigottito, e aveva alzato la voce per dire:

«Ti sei davvero arrabbiato? Dove stai andando?!»

Harry era tornato con uno sguardo confuso, ma più calmo. «Ho preso delle lenzuola, Eos. Le poggio sul divano e le altre le metto vicino, nel caso dovessimo avere freddo.»

«Oh, okay.»

«Già.»

(Non avevano detto niente quando, una volta sdraiati per dormire sul divano - che, sorpresa delle sorprese, era un divano letto - Harry si era infilato sotto il suo braccio e aveva schiacciato la guancia al centro del suo petto, mentre Louis aveva affondato la punta del naso nei suoi ricci. Non sono affari vostri, comunque.)

Paper Rings || L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora