Epilogue • Dogs and Frogs and Love and Rings

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I like shiny things, but I'd marry you with paper rings

*

«Stavo pensando.»

«No, non pensare. Cos'è pensare? Non serve. Tieni, anello.»

Harry accetta l'anello di carta con un sorriso pigro, lo infila immediatamente. «Grazie. Non è nulla di catastrofico, promesso.»

«Allora non serve» Louis strofina prepotentemente il naso sul tessuto della sua maglietta, «Ora stai con me e coccolami mentre aspettiamo che il caffè sia pronto.»

«Ma è importante» insiste Harry, ma le sue mani sono comunque cedevoli quando Louis le manovra finché non arrivano a circondargli i fianchi, «Riguarda una cosa che ci eravamo detti prima che- litigassimo. Ci eravamo promessi una- una cena. Magari questo fine settimana?»

E, a proposito. Sono passati cinque gloriosi giorni da quando hanno chiarito, e a Louis sembra di aver cominciato a condurre una vita diversa e nuova in cui si sveglia che sta già sorridendo e va a dormire nelle stesse condizioni, avendo sempre il calore di un altro corpo accanto a sé.

Hanno parlato di nuovo, stavolta con meno lacrime (almeno, le prime volte, dato che erano un po' ipersensibili quando si trattava di queste cose,) e Louis aveva tenuto il broncio per qualche minuto quando Harry si era scusato per il modo in cui gli aveva urlato addosso, nonostante avesse tutta la ragione dalla sua parte (si era guadagnato un bacio per questo, però. Forse due. O forse sette?) Louis aveva esposto i solenni motivi per cui Harry era fatto per essere amato da lui con le labbra poggiate al suo petto, quella stessa sera. Non lo aveva fatto in modo esplicito, comunque. Una delle argomentazioni più convincenti era stata:

«E hai questo visetto da rana, che però è davvero carino. Tipo, è fatto per essere baciato da me. E poi fai questa smorfia quando te lo fanno notare, ma non ammetti mai che in realtà ti fa piacere sentirtelo dire e lo trovi tenero, perché ti piacciono le ranette. Ehi, è facile da capire quando vivi qui dentro per più di un settimana. A proposito, volevo davvero parlare di quei calzini che ho trovato nel cesto dei panni una volta, con su scritto Frogs wear open-toad shoes.»

«Me li hanno regalati.»

«Come vuoi tu» lo aveva liquidato Louis con un gesto sottile della mano, «Per non parlare del tuo nasino. Te lo voglio mangiare, ma poi non lo vedrei più. Possiamo trovare un compromesso, magari?»

(Era stata una chiaccherata formativa. Specie quando Harry aveva sbuffato e lo aveva sospinto via dal suo petto in favore di schiacciarlo tra il suo corpo e il materasso, con un semplice: «Ho capito. Ora fa' silenzio» e le sue labbra schiuse avevano trovato le sue, svelte e bagnate, mentre le mani erano scattate ad affondare i polpastrelli nei suoi fianchi. Louis si era ammutolito piuttosto velocemente a quello.)

Aveva anche avuto occasione di raccontargli delle gloriose imprese («Res gestae» aveva detto Harry, Louis non aveva capito,) di Zayn, e la sera stessa gli avevano disinteressatamente offerto una cena copiosa e abbondante, il cui piatto principale erano delle occhiate soddisfatte del ragazzo sulla loro pelle scoperta - collo, clavicole, persino l'avambraccio - chiazzata di lividi eloquenti. Non avevano commentato la cosa.

«E comunque non ho capito che significa rest gesta.»

«Res gestae» lo avevano corretto Harry e Zayn, il primo alzando gli occhi e sussurrandogli un 'a casa, amore' sulla tempia, il secondo con rassegnata conoscenza. Quando Louis lo aveva guardato confuso, aveva ottenuto un:

Paper Rings || L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora