VIII • Sorry, my fault. Tea?

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The wine is cold
Like the shoulder that I gave you in the street
Cat and mouse for a month or two or three
Now I wake up in the night and watch you breathe

*

Louis si sveglia con un respiro ad accarezzargli la nuca, soffice e confortante, e delle braccia calde e cingergli i fianchi, irremovibili e stabili. Si volta nella stretta ancor prima di aprire gli occhi, si schiaccia al petto di Harry - che fa un mugolio prima di stringerlo di più a sé - sospirando e restando fermo lì.

La sera precedente, con le ossa ancora intorpidite e le pelli fuse l'una all'altra, macchiate del loro sudore mischiato - Louis non doveva trovare ciò così attraente - si erano dati il turno per la doccia mentre Harry preparava qualcosa, nonostante Louis avesse insistito almeno per aiutarlo, dato che era tornato appena un'ora prima da lavoro e riconosceva bene i tratti stanchi attorno ai suoi occhi, e dopo aver lasciato qualcosa accanto ai musi di Eurialo e Niso, ancora addormentati, avevano cenato pigramente sul loro letto, le lenzuola tirate via a tappezzare il pavimento e dei tovaglioli stesi sul petto per non sporcare.

Louis aveva tenuto a stento gli occhi aperti mentre riponeva i piatti sporchi nel lavandino alla velocità della luce prima di ritornare da un Harry contrariato con occhi e naso arricciati che aveva sbottato: «Fa freddo senza di te! E mi manchi.»

E ora non deve dare conto a nessuno se ora voleva solo qualche coccola dal suo- ragazzo? Non-amico? Harry è anche solo classificabile?? Però non si sente imbarazzante nemmeno per un attimo mentre affonda il naso nella curva del petto di Harry, nasconde il viso sulla sua pelle e la bacia con minimi sfioramenti che provocano solo qualche sonnolento brivido.

A un certo punto sente un naso sfregare contro la sua tempia, ed è solo allora che solleva la testa - che sente fin troppo leggera, a detta sua - e trova gli occhi di Harry, aperti.

«Buongiorno, piccolo» dice Louis, voce roca e tutto, non migliora nemmeno quando si schiarisce la voce.

«Eurialo e Niso! Devo andare da loro» si ricorda, ancor prima del buongiorno – ma insomma – e si sta già muovendo per alzarsi quando Louis si aggrappa con tutte le sue forze al suo busto e ordina, solenne:

«Non uscirai da qui. A meno che tu non ottenga il mio permesso, ovvio. Solo che, come vedi, la vedo un po' difficile» borbotta, lo guarda con le sopracciglia aggrottate nella sua migliore interpretazione di un cipiglio, seppur si senta addosso gli occhi di miele che sono senza dubbio il motivo delle sue guance bollenti, il tutto amplificato mille volte quando Harry gli lascia un bacio a fior di labbra.

«Un secondo, Eos, sì? Vuoi venire anche tu?» gli chiede, gentile. Ora è seduto e, da quella posizione, riesce a tenergli il viso tra i palmi con facilità, facendolo sembrare, essenzialmente, un disperato. (Louis non risponde delle sue azioni quando si parla di Harry.)

«Oddio, no. Ho freddo, appena sveglio. No, non freddo in quel senso» espira esasperato quando Harry prova a raccattare le lenzuola per riporle sul suo corpo, nudo e glorioso e reduce della sera più bella della sua vita. Non sta nemmeno esagerando. «No, intendevo che- sai una cosa? Vengo.»

Ed è lui stesso a prendere Harry per le spalle, una volta alzato e una volta infilati dei boxer, e a trascinarlo di forza verso la cucina, i piedi che strisciano sul pavimento. Gli resta incollato alla schiena e non lo lascia nemmeno mentre Harry recupera i biscotti che ha comprato apposta per Eurialo e Niso, e se lo tiene contro persino quando Harry si siede per terra per dar loro da mangiare.

«Guarda, Lou» lo picchietta Harry, per nulla sorpreso dal suo atteggiamento da perfetto adulto con un eccessivo bisogno di attenzioni, «Eurialo ha tutti e due gli occhi aperti!»

Paper Rings || L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora