Hogwarts si stagliava maestosa dinanzi a loro, ergendosi nella notte, con le finestre illuminate dalle mille candele. Scintillava contro il cielo nero di blanda, come una stella.
Annie prese un respiro profondo, prima di scendere a passo felpato dalla carrozza. Si voltò un solo istante verso i cavalli invisibili che trasportavano gli studenti. Chinò appena il capo, prima di dirigersi a passo spedito verso la scuola. Non aspettò suo cugino, non quell'anno.
Non aspettò Harry, non quel giorno. Né Hermione né Ron. Non in quel momento così cupo per la Black.
Kreacher... lui non aveva detto nulla. Era dall'anno prima che gli chiedeva spiegazioni, inutilmente. Aveva anche provato a far valere il suo nome, ma lui, come non pensava fosse possibile per un elfo domestico da sempre abituato alla loro schiavitù millenaria, si era rifiutato anche così.
Il giorno prima, poi, aveva fatto un ultimo tentativo. Era andata con sua zia a trovare il quadro di Walburga e, mentre le due donne erano impegnate, ne aveva approfittato per dare la caccia all'elfo, braccarlo e scucirgli informazioni, tutte quelle che il medaglione non aveva saputo rivelare l'anno prima. Non sapeva di preciso nemmeno lei cosa, ma sapeva che mancava qualcosa, qualcosa di fondamentale. Eppure non riusciva a capire cosa.
E poi c'era quel calice, quel calice infuocato. La tentazione di saltare la cena e rintanato subito in biblioteca a cercare risposte era forte.
Cercò velocemente fra la folla uno sguardo color cielo, ma era tutto un confondersi di teste corvine, bionde, castane e di fuoco e lei non riusciva a vedere oltre un mezzo metro da lei.
Così, cercò di individuare il conosciuto flusso calmo di pensieri di Earl, senza grandi risultati, finché non percepì qualcosa, ragionare alla svelta vicino all'ingresso.
Così, spintonando un po' qua e un po' là, si fece strada per raggiungere la Sala Grande, dove sapeva avrebbe rivisto l'amico Corvonero.La Sala Grande era bellissima, quella mattina. Sul soffitto erano riflesse le pallide nuvole bianche, che si stagliavano luminose contro il cielo limpido e azzuro. Le candele volteggiavano ancora, a quelle prime ore del mattino. C'era ancora del rosso e dell'oro in quell'azzuro così morbido e frizzante, che si rifletteva volubile sulle statue della grande sala.
Il tavolo rosso e oro era, come sempre, deserto. Annie gettò un'occhiata all'orologio, mentre le lancetta si posava sul sei. E, proprio in quel momento, un ragazzo entrò silenziosamente in Sala Grande, sedendosi al tavolo dei Corvonero. Stranamente, quella mattina c'erano più persone del solito, sedute sui grandi tavoli della sala: due Tassorosso, cinque Corvonero (oltre al nuovo arrivato) e una decina di Serpeverde. Decisamente, quel giorno la Sala Grande era ben frequentata anche di primo mattino.
Annie sospirò, tornando a concentrarsi sulla sua colazione. Scambiò appena uno sguardo con il primino Grifonodoro, entrato poco dopo il Corvonero, prima di tornare a concentrarsi sul tavolo di legno.
Sentì lo scricchiolio della panca appena prima che una voce accanto a lei iniziasse a parlare.
- Quindi li vedi anche tu?- domandò Earl senza neppure salutare, seduto di traverso sulla panca e con un sorriso mesto dipinto in viso. Annie intuì che quel sorriso sarebbe dovuto, almeno nelle intenzioni del giovane, essere radioso, ma qualcosa in lui l'aveva mutato prima ancora che questo comparisse sul suo viso.
- I Thestral?- domandò lei, lasciando ricadere la colazione appena toccata nel piatto. Earl annuì solo, lentamente, scrutandola attentamente, come se potesse scorgere i suoi pensieri.
"Earl" l'aveva chiamato, un giorno, e lui si era voltato, curioso come sempre "Sicuro di non essere un Legilimens anche tu?" e lui aveva scosso la testa.
"No" aveva aggiunto, come per rimarcare l'affermazione, con un sorriso indecifrabile "Me lo chiedi perché capisco quello che pensa la gente, vero? O anticipo le loro mosse?" Annie aveva annuito "No" aveva detto di nuovo "A che serve leggere nella mente delle persone?" Annie l'aveva guardato male e lui aveva dovuto spiegare, con un sorriso ricco di scuse "Gli si legge tutto in faccia, Annie! Tutto" poi aveva indicato un ragazzino, forse del primo anno, seduto ai piedi di un albero, che si stava arrotolando un laccio della felpa chiara su un dito "Vedi quel ragazzino? Ecco, ha appena preso un brutto voto. L'ennesimo. E, vedi il libro che tiene in mano, girato verso di lui, per non far vedere la copertina?, ha preso un brutto voto in Storia della Magia. Massì, non vedi che è il nuovo libro di Storia? Dai, ne hanno una copia uguale in biblioteca" Annie aveva assunto un'espressione scettica e lui l'aveva, un'altra volta, sfidata a contraddirlo "Avanti, leggigli la mente e dimmi se ho sbagliato" lei, un po' riluttante, sbirciò fra i pensieri più superficiali del bambino e si accorse, con suo dispiacere, che Earl aveva ragione. Ma ovviamente non lo ammise "No. Hai sbagliato, vecchio topo. Ha litigato con un suo amico" lui sorrise, con un sopracciglio innarcato, ma non disse nulla.
-Esatto- disse lui, richiamandola alla realtà.
- Perché?- domandò, voltandosi completamente verso l'amico.
- Perché? Ieri ti sei persa a guardarli- esclamò lui, appoggiando un gomito sul grande tavolo.
- E tu come fai a saperlo? Non riuscivo a trovarti nemmeno io- protestò, dimenticando totalmente la sua colazione, che aveva continuato a stuzzicare con una posata fino a quel momento.
- Diciamo che le persone notano più te di me, Black- e Annie capì che erano state le persone attorno a lei, quelle che si scansavano appena o che si allontanavano di qualche passo, a tradirla agli occhi attenti dell'amico.
- Aspetta. Ma se quegli esseri, i Thestral, possono essere visti solo da chi ha visto morire qualcuno, tu chi hai visto?- e sentì qualcosa pungerle la mente, come un dolore troppo forte per essere ignorato dai suoi sensi acuti da Legilimens. O forse era un ricordo, ancora più lampante per la sua mente. Lei, però, trattenne l'impulso di scoprire da sola il segreto del Corvonero.
- Non... non oggi, Annie. Un'altra volta. Non farlo, per favore- "non leggermi la mente" era ciò che le stava chiedendo. Lui che gliel'aveva sempre permesso. Doveva esserci davvero qualcosa sotto, e qualcosa di grosso anche.
- Non intendevo farlo- rispose, a bassa voce, con una certa punta di risentito orgoglio. Riusciva a capire quando era meglio tenere a freno la curiosità, non come un certo Corvo di sua conoscenza.
- Grazie. E tu?- domandò quindi il giovane, cambiando viso e tono, sistemandosi meglio sulla panca. Annie riconobbe bene la maschera che aveva indossato l'amico, ma non disse nulla e lui le sorrise appena.
- Non sai, e non vuoi sapere, cosa succede realmente a villa Malfoy- e a lui parve bastare, perché non chiese nient'altro. Anzi, cambiò argomento.
- Come sono andate le vacanze?- il calice. La Black era stata abbastanza vaga per lettera, non aveva spiegato come o dove l'avesse visto, e probabilemnte MacMillan aveva passato parte dell'estate a interrogarsi su quella faccenda, cercando disperatamente una risposta per sottrarsi a pensieri ben più cupi.
Annie si guardò un attimo attorno, accorgendosi che alcuni studenti stavano cominciando ad sedersi anche al tavolo di Grifondoro. Alcuni erano decisamente troppo vicini e avrebbero potuto sentire qualcosa.
- C'è già troppa gente, vediamoci dopo- e lui annuì, voltandosi appena perso il tavolo blu e nero.
- Hai ragione.
- Dove?- domandò, cercando di mostrarsi indifferenti alle occhiate che qualcuno ancora lanciava al Corvonero, seduto ad un tavolo diverso dal suo e, soprattutto, vicino ad Annie Black. La prima volta che era capitato si era girata quasi tutta la Sala Grande, professori compresi. L'unico che non era sembrato sorpreso, quel giorno, era stato Albus Silente, che si era limitato a sorridere impercettibilmente.
-Due, tre, uno, quattro- e Annie, arresa alle stranezze dell'amico ormai da tempo, annuì solo. Almeno, finché Earl non si sporse appena verso di lei, lasciandole un veloce bacio fra i capelli neri.
In quel momento, la Sala Grande non era mai stata tanto silenziosa. E Annie Black non aveva mai voluto ferire qualcuno come in quel momento. Ed Earl sembrò capire solo in quel momento perché d'un tratto l'amica aveva assunto quell'aria così truce. Non aveva pensato, prima di agire: non era la prima volta, a conti fatti, che la salutava così. Annie scosse il capo, tornando a concentrarsi sul tavolo e sulla sua colazione ormai fredda, quando sentì Earl alzarsi, emanando imbarazzo a ondate travolgenti. Probabilmente, non fosse stato educato tanto severamente da sua nonna, in quel momento sarebbe stato un peperone. E lei pure. Per quanto potesse essere intelligente, ragionò Annie, Earl non aveva ancora capito come funzionasse davvero la mente dei ragazzi, nonostante lo fosse lui stesso: un gesto per lui innocente e affettivo, poteva essere mal interpretato da tutto il resto della scuola. E lui sembrava capirlo sempre dopo tutti gli altri.
Così, quando quel pomeriggio Annie vide avvicinarsi a lei a passo spedito Draco Malfoy, capì che avrebbe fatto bene a prepararsi a fornire molte spiegazioni.Angolo autrice:
Sono tornata, ce l'ho fatta!
Jessica_Lokidottir non mi odiare ahahha
Poca azione, lo so, ma serve come passaggio fra l'estate e il periodo scolastico, abbiate pazienza. Dal prossimo capito si riparte alla grande 🙃.
Buona serata a tutti!
🐾
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La figlia di Regulus Black - Convenienti torti
FanfictionSappiamo tutti cosa successe al quarto anno. Tutti ricordiamo il ritorno di Voldemort. Non è certo un mistero. Ma Annie Black? Lei, in questo quarto anno così imprevedibile, cosa farà? Ora che finalmente ha delle risposte sul conto di suo padre, cos...