Aveva praticamente saltato l'introduzione della lettera. Saltato i saluti e tutto il resto, per fiondarsi su quelle poche, scarne righe.
Che affari hai in comune con la Dama Grigia?
In ogni caso, si sa ben poco sul suo conto e il suo segreto è custodito gelosamente dai Corvonero. Credo c'entri qualcosa con il Barone Sanguinario (una volta siamo quasi riusciti a farci raccontare la sua storia, credo fosse alticcio, per quanto possa esserlo un fantasma).
Il tuo amico Corvonero non ne sa nulla? Sono sicuro che lui sia più ferrato sulle questioni della sua casa rispetto a me.
Annie avrebbe voluto sbattere la testa contro un muro. Certo che era più ferrato sulla questione, ma non poteva mica andare a chiederlo a lui (anche se ormai la loro copertura era saltata ed Earl li aveva già scoperti).
Sembrava un'intricata, indistricabile, matassa.
E Nott non aiutava, visto che il giorno prima si era come dato alla macchia: a lezione non era andato, in Sala Grande non l'aveva visto e la sua combriccola non le aveva voluto dire nulla.
Sì, avrebbe voluto decisamente sbattere ripetutamente la testa contro il muto. O forse avrebbe aiutato lanciare una bellissima, articolatissima fattura su quei due maghi da strapazzo.-Sappi che ti sto aiutando solo per fermarti nel caso decidessi di arrivare a fare sacrifici di sangue- mise in chiaro Theodore, mentre tagliuzzava la radice che l'amico gli aveva passato.
- Che schifo- borbottò Earl, girando il contenuto del pentolone.
- Non si può mai dire con te- si difese l'altro, smettendo per un attimo di sminuzzare la sua vittima e sollevano in aria le mani (coltello compreso).
- Taglia quella radice, invece di blaterare.
- Guarda che il mio aiuto è gratuito. E volontario. Non sono mica uno schiavo- brontolò il Serpeverde, agitando il coltellino per aria davanti al naso dell'amico, che si ritrasse appena per evitare di ritrovarsi senza naso alla Voldemort.
- Non ti ho chiesto io di aiutarmi. Hai fatto tutto da te. Se vuoi restare qui, taglia quella radice- lo rimbeccò, tornando a focalizzarsi sulla pozione.
- Signorsì, signore- borbottò Nott, riprendendo a sminuzzare.
La Sala Comune era quasi deserta, nonostante il tempo fuori non fosse particolarmente piacevole, così il Serpeverde azzardò a chiedere - Si può sapere cosa stiamo preparando?
- No.
- MacMillan- lo richiamò e il biondo indossò le spalle - Non sono stupido, nonostante tu sia fermamente convinto del contrario, so...
- Certo che non sei stupido, Nott. Sei stupido soltanto quando fai così- lo interruppe e Theodore dovette combattere a lungo con le sue labbra per non incurvarsi in un sorriso delicato, dettato dal calore che gli aveva scaldato il petto.
- ...so che questa non è una pozione di scuola. Cos'è?
- Non te lo posso dire- Nott avrebbe voluto sbattere la testa contro il tavolo. Quando l'amico si impuntava, non c'era modo per fargli cambiare idea.
Earl smise di mescolare, lasciando a riposo la pozione, e iniziando a spulciare un vecchio libro che Theodore non aveva mai visto. Iniziava a chiedersi se non fosse Silente a passargli certi volumi.
- Quando hai finito con quella radice, versala nella pozione e mescola tre volte in senso orario, poi due in senso antiorario- Nott annuì, vuotando quel che c'era sul tagliere e mescolando secondo le indicazioni dell'amico.
Ma, anche se impegnato a mescolare, non si perse quel che accadde dopo.
Un ragazzino, probabilmente del primo anno, si era avvicinato alla poltrona su cui era sprofondato MacMillan, con fare timido timido e un pesante librone fra le braccia, con tanto di pergamena, penna e calamaio.
- Earl- piagnucolò il ragazzino, evidentemente sull'orlo di una crisi di nervi.
Il Corvo parve accorgersi in quel momento del suo compagno di casa, perché quasi sussultò, tant'era immerso nella lettura. E non era da lui lasciarsi cogliere così di sorpresa.
Il ragazzino ridacchio e, scorto il minuscolo sorriso comparso sulle labbra di Earl, Nott comprese che in realtà l'amico aveva notato il Corvonero molto prima di lui, ma che aveva fatto finta di niente per strappare un sorriso al più piccolo. E il piano era riuscito.
- Tom, che succede?- domandò, facendo cenno al ragazzino di avvicinarsi. Era piccolo, anche per la sua età. Dimostrava non più di nove anni, ma doveva averne almeno undici, per essere a Hogwarts. Ma era così piccolo, così minuto... quasi intenerì persino Nott. Quasi.
Il ragazzino tirò su col naso, gli occhi spalancati e il respiro affannoso. Doveva aver pianto, e molto anche.
Earl se ne accorse e gli appoggiò una mano su una spalla, tirandolo un po' più vicino e facendogli spazio sulla poltrona: era talmente ampia che, stringendosi un po', poteva ospitare comodamente tutti e due.
- Problemi con Incantesimi?- domandò il più grande, con una gentilezza che Nott non avrebbe mai sospettato. Certo, l'aveva intravista altre volte, sia diretta proprio verso di lui sia verso la famiglia del Corvo, ma mai avrebbe immaginato che potesse essere tanto dolce con qualcuno che conosceva poco. Ma, in effetti, se quel ragazzino aveva fatto tenerezza persino a lui...
Il Corvo in miniatura aveva intanto annuito, scuotendo la ricciola chioma castana, e si stava strofinando un occhio.
- Non capisco niente, è inutile- mugugnò, tirando di nuovo su col naso. Eppure, mentre Earl gli passava lentamente le dita fra i capelli, sembrava calmarsi piano piano, quasi sotto l'effetto di un incantesimo rilassante. Eppure, Nott era siuro che l'amico non avesse fatto nessuna magia. Forse era solo una particolare abilità nel calmare i nervi, sviluppata con anni di allenamento.
- Non è vero. Hai detto la stessa cosa anche ieri, e poi sei riuscito egregiamente- lo riprese con un sorriso, senza smettere di passare le dita fra i riccioli del ragazzino, che in tutta risposta borbottò qualcosa di incomprensibile e tacque, accoccolandosi un po' di più contro il più grande. Merlino, Nott avrebbe dato tutto quel che c'era nella camera dei Nott alla Gringott per avere una macchina fotografica in quel momento.
- Allora? Cosa c'è che non va?
- Lumos Solem- brontolò Tom, rigirandosi la penna fra le dita - Non mi riesce. Non mi riesce proprio.
- Vuoi provare a lanciare Lumos?- domandò Earl e il ragazzino lo guardò con la coda dell'occhio, cauto. No, non ne aveva voglia, Nott lo vedeva chiaramente. Ma era Earl che glielo stava chiedendo, e il ragazzino sembrava terribilmente affascinato da lui.
- Lumos- ordinò il più piccolo. A livello tecnico era perfetto. La voce chiara, le lettere scandite, il movimento del polso corretto... eppure, c'era qualcosa che non andava, anche Nott se n'era accorto. Innarcò un sopracciglio e scambiò un'occhiata con MacMillan: quel ragazzino aveva troppa paura di sbagliare. Si agitava troppo. E i suoi incantesimi ne risentivano.
Una minuscola luce era intanto comparsa sulla punta della bacchetta, ma era così flebile che quasi non si vedeva neppure.
- Prova a darle maggiore energia- suggerì Earl.
- Il professor Vitious ha detto che se gli diamo troppa energia potremmo accecare qualcuno- Nott rise sotto i baffi, godendosi l'espressione irata dell'amico.
Il biondo massaggiò l'attaccatura del naso, per calmarsi prima di riprendere a parlare: non era sua intenzione far agitare ulteriormente quel ragazzino.
Aprì la mano libera, lasciando che una tiepida luce iniziasse a danzare sul suo palmo. Il piccolo Corvo la osservava, stupito e meravigliato, con due occhi grandi come palline di Natale.
- La luce funziona come il fuoco. Se le dai troppo vigore, è vero, potrebbe ritorcersi contro di te- Tom trattenne il fiato, quando la luce sul palmo del più grande divenne quasi accecante, e nascose gli occhi dietro le mani - Ma se non le dai nulla, si estinguerà prima ancora di poter illuminare alcunché- e la luce quasi scomparve sul suo palmo.
Tom lo osservava, dubbioso, così Earl proseguì - Non devi avere paura della magia. Non esiste magia malvagia. Solo maghi malvagi. E tu non sei di certo uno di loro- commentò con un sorriso, pizzicandogli il naso. Il ragazzino rise, di gusto, come solo un bambino poteva fare - Quindi non temere di nutrire la tua magia, non ne hai motivo. E poi, se anche dovessi sbagliare, sei circondato da persone pronte ad aiutarti. Non avere paura, la magia non può ferirti in alcun modo, in nessun caso- Tom parve rilassarsi, perché annuì. Eppure, si strinse lo stesso di più addosso ad Earl, tremendamente simile ad un gattino che si accoccola addosso a sua madre.
- Hai intenzione di provare oggi oppure no?- il ragazzino scosse violentemente il capo ed Earl rise, una risata genuina che Nott aveva sentito poche volte. Sì, avrebbe decisamente voluto avere una macchina fotografica, in quel monentomento. Ancora di più quando, quasi un'ora dopo, il ragazzino si era addormentato addosso ad Earl e questi l'aveva lasciato fare, limitandosi a richiamare una coperta perché non prendesse freddo e a riaprire il libro che stava leggendo prima del suo arrivo.
Dopotutto, la pozione avrebbe dovuto riposare ancora per qualche ora, aveva tempo per riposare un po' anche lui. E Nott non aveva mai riso tanto sotto i baffi come quel giorno.
STAI LEGGENDO
La figlia di Regulus Black - Convenienti torti
FanfictionSappiamo tutti cosa successe al quarto anno. Tutti ricordiamo il ritorno di Voldemort. Non è certo un mistero. Ma Annie Black? Lei, in questo quarto anno così imprevedibile, cosa farà? Ora che finalmente ha delle risposte sul conto di suo padre, cos...