V - Imporvvisate spie

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C'era un gran silenzio in biblioteca, quella mattina. Forse perché era ancora presto, forse perché nessuno metteva mai piede lì dentro il primo giorno a Hogwarts, neppure Hermione.
Lei, invece, era già lì, sommersa da una quantità spropositata di volumi, il naso immerso fra le pagine.
Ad un tratto il tavolo sussultò sotto il peso di nuovi tomi e solo a quel punto Annie sollevò il capo.
-Storia della magia- iniziò Earl, indicando una pila di libri - Storia di Hogwarts- un'altra più bassa - Manufatti magici - un'altra molto, molto più alta - E libri di incantesimi vari dove potremmo trovarne uno con cui dare fuoco ad una coppa- indicando un'altra piletta più esigua.
Eppure, c'era un ultimo libro che non aveva indicato e che aveva appoggiato appena dietro il muro creato dai volumi recuperati dalla Black, in modo che lei non riuscisse a vederlo bene. Aveva sottovalutato l'attenzione ai dettagli della giovane Grifona, perché dopo pochi istanti (MacMillan non aveva neppure fatto in tempo a sedersi) chiese delucidazioni sul volume.
Aveva una rilegatura particolare, di pelle nera come la pece, e nessun titolo. E, soprattutto, non somigliava per niente ad un libro della grande biblioteca della scuola, neppure del Reparto Proibito.
- Quello dove l'hai preso?
- Cosa?- tentò il Corvo, ma con scarsi risultati. Annie innarcò un sopracciglio e indicò il volume che lui aveva tentato di nascondere.
Sbuffò, poi ammise, senza guardarla in volto - Notturn Alley.
Ad Annie sembrò che qualcuno avesse lanciato un Bombarda di fianco a lei.
- Come, prego?- sibilò, gli occhi ridotti a due fessure.
- Hai capito- borbottò quello in risposta, senza guardarla. Lei si sporse sul tavolo, fissandogli lo sguardo dritto in fronte, quasi volesse cavargli la risposta a forza dai pensieri. Perché diamine era andato a Notturn Alley?
- Ripeti- scandì e, quando l'altro sbuffò, dovette seriamente trattenere la mano, corsa pericolosamente vicina alla bacchetta.
- Notturn Alley. Sono andato a Notturn Alley- si arrese, continuando a far vagare lo sguardo per la stanza.
Non volava una mosca.
- E per quale razza di motivo hai ritenuto una buona idea andare a Notturn Alley?- domandò, il più pacatamente possibile.
Earl non rispose subito, evidentemente in difficoltà. Poi soffiò - Volevi delle risposte? Lì forse potrebbero esserci.
- Volevo delle risposte, ma non a tutti i costi- ringhiò in rimando, senza curarsi dello scintillio di fuoco che attraversò per un istante gli occhi dell'amico.
- Cos'è, non ricordi più cos'è successo l'ultima volta che ci sei stato?- attaccò poi, quando si accorse che Earl non aveva intenzione di rispondere, faticando sempre più a mantenere la calma. Era un idiota, un idiota patentato.
- Certo che mi ricordo- scattò lui, puntando improvvisamente lo sguardo in quello della Black. E Annie si stupì non poco, quando non vi trovò alcuna traccia di calore. Non c'era tutta quella vitalità, tutto quel colore che agitava le iridi celesti dell'amico anche nei momenti di maggiore sconforto. No, in quel momento erano lastre di pietra, impenetrabili persino al migliore dei Legilimens. Stava Occludendo, come con lei non faceva più da tempo ormai: non aveva intenzione di lasciare neppure uno spiraglio di pensiero in balia di qualcun altro.
- E allora perché, in nome di Merlino, sei andato laggiù?
- Perché stavi cercando delle risposte e io non sapevo cosa dirti- sbottò, prima di tornare a fissare intensamente il libro che aveva aperto di fronte a sé.
Annie rimase un attimo in silenzio, osservando l'amico sbollire silenziosamente l'irritazione e cercando di calmare i nervi a sua volta.
- Quello che intendevo dire...- tentò dopo un po', ma fu subito interrotta dal Corvo.
- Ho capito quel che intendevi dire- sollevò per un poco lo sguardo dal libro, poi tornò a fingere di concentrarsi su quel che stava leggendo - Ma non serve che ti preoccupi. Ho tutto sotto controllo.
Ecco, se prima non era neanche così tanto preoccupata (perché in fin dei conti l'amico era lì, davanti a lei, quindi quella sconsiderata gita a Notturn Alley non doveva essersi conclusa proprio nel peggiore dei modi), ora il campanello d'allarme nella sua mente iniziò a suonare come un disperato.
Eppure sapeva per esperienza che, quando l'amico si imputava in quel modo, non c'era verso di scucirgli le parole di bocca.
Avrebbe chiesto a Nott, e l'avrebbe fatto parlare, volente e nolente. Cominciava a stancarsi delle stupidaggini di quei due: un giorno o l'altro si sarebbero cacciati in un guaio più grosso di loro e allora nemmeno lei avrebbe saputo come fare per tirarli fuori.

L'occasione si presentò quel pomeriggio, sotto la Torre di Astronomia.
Theodore se ne stava lì, poco distante dal gruppetto di Serpeverde del suo anno che non faceva altro che parlare sottovoce, voltando mogiamente le pagine di un libro.
La Black stette attenta a non farsi vedere dal cugino né dai suoi compagni, ma Nott dovette sentirsi troppo osservato, perché ad un tratto sollevò lo sguardo e lo puntò su di lei.
Dopo poco, senza dire una parola, si alzò, recuperò la sua borsa, vi nascose dentro il libro e si allontanò dai compagni. L'unico di loro che se ne accorse fu Draco, ma fu presto richiamato all'attenzione da Pansy e distolse lo sguardo.
- Che succede?- fu la prima cosa che chiese quando la raggiunse: aveva notato il cipiglio serio dell'amica e aveva intuito che di lì a poco sarebbero iniziati i guai.
- Cosa state combinando, questa volta?
- Cosa?- ma di che andava blaterando? Annie rimase un istante interdetta: Nott aveva spalancato gli occhi e pareva sinceramente stupito. Ma allora...?
- Tu ed Earl, cosa state architettando?
- Nulla, dico sul serio. Non lo sento più dalla Coppa del Mondo, lo sai bene- sibilò, gli occhi ora ridotti a due fessure - Non l'ho neppure visto sul treno. Piuttosto, cosa state macchinando voi due. Vi ho visti mentre entravate in biblioteca, questa mattina, e nessuno sarebbe così masochista da chiudersi lì dentro il primo giorno dopo il rientro.
- Nulla. È solo che è strano, ultimamente. Cioè, più strano del solito- anticipò Theodore prima che potesse approfittarne per sbeffeggiare l'amico - Primo, hai visto anche tu com'è sparito quest'estate. Secondo, Occlude tutto il tempo- Nott si fece scuro in volto: non era mai un buon segno quando l'amico iniziava ad Occludere, lo sapeva per esperienza - E terzo... questa mattina, in biblioteca, ha detto di avere tutto sotto controllo. Ma tutto cosa?
La Serpe scosse il capo: non ne aveva idea. E iniziava a capire la preoccupazione della Grifona: conoscendo Earl quel tutto poteva riferirsi ad una lezione di Storia della Magia come ad un piano per infiltrarsi nelle segrete del Ministero.
- Che facciamo?- sbuffò quindi Annie. Certe volte iniziava a chiedersi perché mai avesse deciso di stringere amicizia con un figuro così particolare. Ma poi scacciava subito la domanda, perché... beh, perché era Earl ed era suo amico.
- Lo spiamo- rispose risoluto Nott, con uno scintillio pericoloso negli occhi.

La figlia di Regulus Black - Convenienti tortiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora