7. del bacio che metti in scena per il tuo ex

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Quando cresci a Santa Vara, le regole della città ti vengono impresse nella mente fin dal momento in cui apri gli occhi per la prima volta.
Sono regole abbastanza stupide, gli adulti non le seguono mai perché ormai la faida fra la sponda destra e la sponda sinistra l'hanno superata (siamo adulti, maturi e vaccinati dice sempre mio padre, ma credo che il risentimento che prova per certi ex-Manzoniani non morirà mai) ma fra noi ragazzi sono ancora vive e piene di significato.

La terza regola dice esplicitamente di limitare i contatti fra le due scuole.
Non entrare in territorio nemico, non frequentare le loro zone, non parlarci se non per insultarli e soprattutto non avere legami romantici.
Non riesco neanche a ricordarmi quando è stata l'ultima volta che un Manzoniano e un Foscoliano si sono messi insieme.
Decine di anni fa, probabilmente? Sicuramente non è mai successo in questi quattro anni che io ho passato al Foscolo.

Certo, gli incontri da una notte e via fra studenti delle due scuole ci sono sempre stati (basta chiedere a Corinna, ha persino una lista di tutti i Manzoniani con cui è stata) ma mai nulla di serio.
I Foscoliani vogliono provare cosa significa essere Manzoniani e i Manzoniani voglioni sentirsi Foscoliani.
Ma solo per una notte, nascosti da qualche parte per non farsi beccare dall'Adelchi a Zacinto.

Finita la passione del momento, ognuno torna per la propria strada, alla propria sponda e non se ne riparla più.
E così si è sempre fatto.
Fino a quando Tommaso Dosi non mi ha chiesto di aiutarlo in questo suo piano top secret che dovrebbe anche far risalire la mia reputazione.
Andrà a finire male? Andrà a finire bene? Non lo so, ma sento che mi sto mettendo nei guai da sola.

Quando mi ha scritto che mi avrebbe accompagnato a scuola, per poco non ho perso un polmone.
Stavo tranquillamente mangiando una tazza di cereali e mi ha preso così tanto alla sprovvista che mi sono andati di traverso e ho preso a tossire come una scema in giro per tutta la casa.
Quando finalmente mi sono calmata, ho riletto il messaggio tre volte per essere sicura di aver letto bene.

Non è che posso impedirgli di farlo.
La gente deve credere che qualunque cosa ci sia fra di noi sia vera.
E poi sa dove abito, perché io, genio della lampada, gliel'ho detto.

Grugnisco, azzannando il mio pane, burro e marmellata come se fosse la testa di Tommaso Dosi e io volessi staccargliela dal resto del corpo.
Mio padre, che si è svegliato alla mia stessa ora perché deve andare a lavoro, mi guarda preoccupato.
"Tutto bene?" Mi domanda e io gli lancio uno sguardo di fuoco che gli fa spostare l'attenzione sulla sua tazza di caffelatte.
"Fai dei figli, dicevano, ti portano solo soddisfazioni, dicevano..." Borbotta e io non gli rispondo a tono solo perché mamma entra in cucina in quell'esatto momento.

"Dormito bene?" Mi chiede, lasciandomi un bacio fra i capelli mentre passa dietro alla mia sedia e io mugugno qualcosa che assomiglia terribilmente ad un più o meno.
La verità è che non ho quasi chiuso occhio e il mio umore è sottoterra.
Questa intera questione con Tommaso sta iniziando sempre di più a tormentarmi perché fino ad ora è stato tutto un gioco, una possibilità, però le cose stanno iniziando a farsi serie, devono farsi serie perché il suo piano abbia effetto e io temo le conseguenze.

Scambio qualche parola con i miei genitori giusto per non farli preoccupare troppo, mento loro spudoratamente e dico che Primavera mi sta aspettando vicino casa e che vado a scuola con lei.
Ovviamente è una bugia perché è lunedì e Prima tutti i lunedì viene portata a scuola in macchina da suo padre, ma ciò che i miei genitori non sanno non può far loro male.

Arriverà il momento in cui dovrò dire la verità e ammettere che sto frequentando un Manzoniano, ma non sarà oggi. E nemmeno domani. E neanche dopodomani!

THORNS AND DAYLIGHT [1]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora