capitolo 2

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Sono le sei e mezza del mattino, resto immobile a guardare le travi di legno del soffitto. Nella mia mente penso già a cosa posso fare per mettere fine a questa storia che ormai persiste da ben due anni e ora ne sono stufa. Bhe... un'idea l'avrei già, ma non so se i miei genitori siano d'accordo. Spero che mi stiano vicino come fanno ancora oggi, ma intendo sulla mia idea. È inutile parlare tra me e me, allora decido di alzarmi, sistemarmi e raggiungere i miei che ormai già hanno iniziato a fare colazione.
- Buongiorno Giusy!, hai riposato bene? - Domanda mia madre.
- Hey, ben tornata al pianeta terra, vuoi che ti passi un pancake? Sono buonissimi li ho fatti io insieme a tua madre stamattina - Dice mio padre.
- Ah non sapevo avessi anche la dote di pasticcere, comunque, no grazie preferisco una tisana, sono un pò confusa per vari pensieri che mi invadono la mente, e vorrei parlarvene -
Prendo fiato, nonostante i loro occhi turbati che mi fissano, e inizio.
- In questi giorni, ho deciso che...voglio cambiare classe, cambiare scuola sarebbe inutile, ma cambiare classe significa nuovi ragazzi che forse un giorno posso chiamare finalmente amici, nuovi professori che forse un giorno posso chamare veri professori e non pazzi che scambiano una cosa per un'altra. So che forse chiedo troppo e non ve lo aspettavate, ma questa è la mia decisione. Sono ormai due anni che sopporto quel gruppo di bulle e la mia pazienza è giunta al limite. Spero mi capiate e accettiate -
Lo riesco a leggere dagli occhi il loro shock, quella confusione che ti lascia senza parole. Impiegano un pò di tempo per riflettere, perché so che questo impiega un pò di lavoro e che i miei si sono affezzionati a vari professori, ma se vogliono il mio bene questa è l'unica soluzione. Dopo vari minuti mi risponde prima mia madre.
- Cavolo, questa si che è una notiziona. Ma per me va bene, devo solo parlare con qualcuno che può farmi questa cortesia -
Il mio cuore batte forte, perché speravo questa risposta, sono entusiasta,  mio padre concorda con mia madre. Non vedo l'ora finalmente di non rivederle più. Non c'è l'ho tanto con i maschi perché bene o male sono simpatici e mi aiutano nel momento del bisogno, anche se raramente, ma quel gruppo di bulle è insopportabile.

È passata una settimana e dopo varie chiamate e incontri i miei genitori sono riusciti a inserirmi nella terza I. sono d'avvero curiosa di sapere lì come mi troverò. Oggi è l'ultimo giorno di lezione che faccio in questa classe ed è venerdi. Ho sabato e domenica per metabolizzare il tutto e poi sarò pronta per un nuovo anno in una nuova classe, ma devo prima finire questa giornata il prima possibile.
Sono in classe ormai già da quattro ore e noto che tutti mi fissano in un modo strano, come se sapessero il fatto che oggi è stata l'ultima occasione per vedermi. A darmi la conferma è stata la professoressa di italiano che mi dice davanti tutti  - Bene, da domani non ci sei più. Dobbiamo salutarci allora -
Basita annuisco senza voltarmi a guardare l'espressione degli altri. Indifferente chiedo di andare in bagno per ragionarci su.
Come cavolo è possibile che sappiano di ciò, forse avranno un gruppo tra di loro, bhe se fosse cosi la cosa non mi sorprenderebbe.
Esco dal bagno e il mio sguardo viene direttamente proiettato come una calamita sulle bulle che si trovano proprio fuori la porta della classe. Sono in gruppo come al solito, staranno aspettando me sicuro. Decido di fare l'indifferente, ma è troppo semplice dirlo.
- Che c'è, fai finta di non vederci ? - Dice Jenny, la cosiddetta capo branco.
- No, semplicemente non mi importa della vostra presenza, non ho nulla da dirvi quindi se mi fate passare ve ne sarei grata -
- Io e le mie amiche invece vogliamo sapere delle cose. Perché hai deciso di cambiare classe? I nostri fantastici tormenti ti hanno stufata? -
- Bhe, sai come si dice... la pazienza ha un limite, e il mio è stato superato fin troppo -
- Poverina, la ragazzaccia è giunta al limite della sopportazione -
- Esatto, è proprio così -
- Bene, allora è stata una disgrazia conoscerti, adesso dobbiamo trovare un'altra ragazza da puntare -
- Tanto solo questo sapete fare, prendervela con ragazzi e ragazze innocenti , per dare sfogo alla vostra rabbia interiore -
- Torna in classe e non dire niente alla professoressa di questa nostra discussione o te la farò pagare -
Gli lancio una occhiataccia ed entro in classe. Anche se non è facile non pensarci su, faccio finta che non sia successo niente come ho continuato a fare per ben due anni. Mi sorprendo del coraggio che ho avuto, se lo avrei avuto anche gli altri anni forse in questo momento non starei così.

La mia amata attesa della finitura delle ore scolastiche è giunta al termine. Finalmente. Arrivata a casa, ho salutato il vecchio gruppo scolastico tramite chat e l'ho abbandonato perché non voglio saperne più nulla di loro. Autonomaticamente sono stata aggiunta al nuovo gruppo, che mi sa subito dato il benvenuto e trattata come se facessi già parte di loro. Ho raccontato ciò che è successo prima a scuola ai miei genitori, e non hanno fatto altro che dire che è stata un'ottima scelta quella di cambiare classe. È stata una giornata di sicuro più stressante e irritante di sempre, anche se non c'è nulla da sorprendersi se le giornate sono cosi con delle bulle così. Ma da domani non saranno altro che le giornate più belle e rilassanti che abbia mai vissuto in un contesto scolastico.

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