Non potevo chiedere un risveglio peggiore di questo. Medici che urlano, chiamate di pazienti che chiedono
un'autobulanza, passi e porte che sbattono. Mi sveglio frastornata e confusa, forse sarà ancora l'effetto dell'alcol di ieri. Questa stanza è così vuota, con occhi socchiusi intravedo oggetti e macchinari spedalieri che mi emanano un senso di tristezza e nostalgia mai provato. Non sono collegata a nessun attrezzo del genere ma sono in vestaglia di cotone bianco e con cerotti giganti su molte parti del corpo. Mia madre e mio padre mi osservano ancora incerti se sia sveglia o meno, allora decido di aprire del tutto gli occhi e affrontare questa dura giornata.
- Ciao amore, come stai ? -
- Buongiorno figliola, abbiamo dormito accanto a te su questa scomoda sedia, ma non ci importa l'importante è che tu stia bene -
Di certo non posso dire che sto male, anche se è così, perchè non voglio preoccuparli più di quanto ne sono già.
- Buongiorno, sto bene, un pò confusa ma sto bene -
Mia madre e mio padre non riescono a guardarmi in quelle condizioni, stanno male più di me e io a sua volta vedendoli così disperati.
Bussano alla porta. Entra una dottoressa, è bellissima e di sicuro anche gentile, ha un viso d'angelo
- Buongiorno, sono venuta a controllare la ragazza avete bisogno di aiuto? -
- Buongiorno, posso avere qualcosa da mangiare come colazione? -
- Certo, arriva subito -
Solo quando la dottoressa esce dalla stanza noto una televisione. Chiedo a mio padre di portarmi il telecomando, accendo e metto il mio programma preferito, Focus.
Dopo una decina di minuti arriva la dottoressa.
- Ecco a lei la colazione. Hai bisogno di altro? -
- No grazie - reggo il piatto contenente quattro fette biscottate con della marmellata alle fragole e un bicchiere di spremuta d'arancia fresca.
- Perfetto, se hai bisogno di aiuto non esitare a chiamarmi, io sarò qui -
- Certo, grazie per essere così
disponibile -
Non riesco a trattenermi, e proprio nel momento in cui apre la porta per uscire, mi convinco.
- Bhe in verità vorrei chiedere un'ultima cosa -
- Certo... dimmi -
La dottoressa guarda i miei genitori che poi guardano me e la dottoressa a sua volta guarda me.
- Posso sapere per quanti giorni dovrò essere qui? -
Con qualche secondo di silenzio arriva una risposta.
- Per un tre giorni starai con noi, ci assicureremo che le tue ferite siano guarite, ma a casa dovrai continuare passo passo le nostre indicazioni. Come puoi vedere hai cerotti molto grandi su molte parti del corpo, hai subito una violenza molto forte che ti ha causato ferite non lievi e che hanno bisogno di rimarginarsi per evitare infezioni.
- La cattiveria dell'uomo è come un mare senza fine - Dice mia madre senza essersi riuscita a contenere, per poi lasciarsi andare ad un pianto di sfogo.
- Ha ragione signora, è come se il mondo d'oggi si sia capovolto, minorenni che reagiscono da maggiorenni e maggiorenni che sembrano ancora bambini immaturi, è tutto un caos -
Com'è possibile che la dottoressa sappia la causa delle mie ferite? Forse avrà detto quella frase perché lo pensava veramente e non perché sa dell'accaduto.
- Mia figlia non lo meritava, la dovranno pagare, non bastava loro il fatto che hanno torturato in tutti i modi possibili mia figlia per due anni di scuola, no, era troppo poco -
La dottoressa non riesce a resistere e si concede una pausa per parlare meglio con noi, entra nella stanza e si siede sul mio letto, accanto a me.
- Cosa ti è successo piccola? -
- Ero in un club per ragazzi della la mia età, tutto andava per il meglio fino a che non arrivarono loro, il mio ex gruppo di bulle. Mi portarono in una stanza e mi costrinsero a bere alcol per poi torturarmi con pugni e schiaffi -
- Allora era giusta quella mia riflessione di prima -
- Già, infatti pensavo che lo sapessi -
- No, ma adesso che me lo hai detto, fa male al cuore. Sapere che la gioventù peggiorerà sempre dippiú col passar degli anni è brutto -
- Prima ci divertivamo con poco, adesso si divertono bullizzando persone innocenti - Interviene mia madre.
- Claudia! abbiamo bisogno del tuo aiuto! - Urla un dottore.
- Arrivo! - Replica lei.
- Ah, comunque piacere mi chiamo Claudia -
- Piacere, Giusy -
Si presenta anche ai miei genitori per poi salutarci e lasciare la stanza.
Ho un bisogno assurdo di scrivere sul mio diario, allora con l'aiuto dei miei genitori chiedo di farmi alzare dal letto. Con molta forza e fatica ci sono riuscita. Ho dolori dappertutto, mi gira troppo la testa, vedo tutto muoversi, mi fanno male gli occhi, perdo quasi la stabilità delle mie gambe, vedo tutto nero per poi non vedere più nulla.- Tip-Tip-Tip - un rumore di un macchinario che controlla il mio battito cardiaco mi sveglia. Ho gli occhi puntati addosso di due dottori e la dottoressa di prima, con mascherine e cuffiette.
- Vostra figlia sta bene, il battito cardiaco è nella norma, ha solo avuto un calo di pressione -
- Grazie al cielo! -
- Signora adesso però si calmi, è tutto sotto controllo, se ha bisogno di aiuto noi saremo subito qui -
- C-certo - Risponde mia madre tremando.
I dottori vanno via e rimaniamo soli in stanza.
- Mamma, papà, cosa mi è successo? -
- Hai avuto un calo di pressione proprio tra le nostre braccia. Io e tuo padre siamo andati nel panico più assoluto, ci siamo spaventati molto, abbiamo chiamato quei dottori che ti hanno visitata, e grazie al cielo stai bene -
- Wow, quante cose possono succedere in un attimo. Essendo che alzarmi non è un'ottima idea, posso avere il mio diario? -
- Quel diario rosso? -
- Si... grazie -
Inizio a scriverci su tutto quello che mi è capitato in questi giorni, passano Minuti e minuti, mi rendo conto che ho scritto per un ora solo quando mi arriva una notifica dal mio telefono. Richiudo il mio diario dopo aver scritto una buona quantità di cose, e inizio a leggere vari messaggi sul gruppo scolastico che mi chiedono io come stia e quando potrò ritornare a scuola.
- Ciao a tutti ragazzi, sto meglio, tra due giorni ritornerà tutto com'era prima, ritornerò alla mia vita normale. Grazie per esservi preoccupati, non vedo l'ora di rivedervi e riabbracciarvi. Un abbraccio virtuale -
Invio il messaggio e mi rendo conto che degli amici così speciali non li ho mai incontrati in vita mia.
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Un diario Rosso Fuoco
BeletrieGiusy, una semplice ragazzina di tredici anni. Fin da subito ha capito il vero significato di bullismo sulla sua pelle. Un giorno decise di comprare un diario che per lei diventò la cosa più preziosa, ma un ragazzo bello come il sole e cattivo come...