Capitolo 34: Autocontrollo

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La luce del sole li svegliò prima dell'orologio babbano che la Granger teneva sul comodino.

Lei si stiracchiò e Draco le cinse le braccia, affondando il naso nei suoi riccioli e inspirando il suo profumo.

Dormire nella sua stanza era molto meglio. Tutto profumava di lei.

La Granger appoggiò la testa sul suo petto e lui la sentì sospirare.

"Buongiorno".

"Hmm."

Lei si appoggiò su un braccio e sollevò la testa per guardarlo negli occhi, sfiorando con l'indice le occhiaie.

"Come ti senti?" chiese, osservando il suo volto con cipiglio.

Draco le baciò la punta del naso, facendola sorridere.

"Sto bene", le scostò un ricciolo dal viso e inarcò un sopracciglio. "E tu?"

Sapeva cosa stava provando, ma preferiva essere educato e chiedere.

La Granger si strinse il labbro inferiore con i denti.

"Nervosa", confessò in un sussurro.

Ogni giorno che passava sentiva più forte la pressione nel petto di Granger, e sapeva cosa significava perché si sentiva allo stesso modo.

"Anch'io".

Draco le rivolse un piccolo sorriso e, quando notò che lei non si rilassava, chinò la testa per baciarla sulle labbra.

"Andrà tutto bene, Granger", le assicurò, tenendole il viso e accarezzandole le guance con i pollici.

Lei annuì con un piccolo sorriso e si alzò, prendendo un vestito dall'armadio e dirigendosi verso il corridoio.

Draco sospirò al rumore della doccia e alzò lo sguardo, perdendosi nei suoi pensieri.

Sbatté le palpebre quando i passi della Granger si avvicinarono di nuovo e sorrise quando lei si chinò a baciarlo sulla guancia.

"Torno alle cinque".

Draco si alzò a sedere, puntellandosi sui gomiti.

"Ti aspetto di sotto".

Dopo aver infilato la bacchetta in una tasca del cappotto, la Granger si rivolse a lui.

"Voglio fermarmi a Diagon Alley prima di andare. La passaporta si attiva alle...".

"Alle sei. Ne abbiamo già parlato, Granger. Parti subito o farai tardi".

Un grande sorriso le illuminò il viso.

"Non vedo l'ora di andare in Italia".

"E io non vedo l'ora di mostrarti Lucca", rispose Draco sorridendo. "Ti porterò anche alla Stradina Nascosta, la Diagon Alley di Firenze".

Lei sussultò e i suoi occhi castani si allargarono.

"Si assomigliano?"

"Per niente."

Risero entrambi e la Granger riaprì la porta.

"Ci vediamo dopo".

Draco sbuffò sentendola scendere le scale.

"Cazzo", si strofinò il viso con le mani e si alzò dal letto, distogliendo lo sguardo dall'angolo dove stava Grattastinchi. "È troppo presto per il whisky, vero?"

L'animale lo fissò, scodinzolando in aria e allungando le zampe.

"Esattamente quello che mi serve. Ora chiedo consiglio al suo gatto", Draco sgranò gli occhi e scese al secondo piano, entrando nella stanza dove teneva alcuni dei suoi vestiti.

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