Capitolo 2: Azkaban

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Erano passate due settimane e la foto di Draco Malfoy che lasciava la sala del Wizengamot in manette si vedeva ancora affissa in alcune vetrine di Diagon Alley.

Tutti festeggiavano il fatto che l'assassino di tre innocenti fosse già rinchiuso ad Azkaban, ma Harry sentiva un nodo allo stomaco ogni volta che vedeva quella foto. Draco che guardava a terra e se ne andava senza combattere per se stesso non aveva senso.

Era innocente di almeno uno dei crimini, per quanto ne sapeva Harry, ma si era dichiarato colpevole lo stesso.

Perché?

Harry sospirò e alzò la bacchetta, toccando il grande cancello di metallo che circondava Malfoy Manor. Nessuno aveva più visto Narcissa dal processo del figlio e lui non poteva fare a meno di preoccuparsi per lei. Dopo tutto, le doveva la vita e se poteva aiutarla, lo avrebbe fatto.

Si sentì un fruscio e un piccolo elfo apparve dietro il cancello, guardando Harry con sospetto.

"La mia padrona non vuole visite", mormorò, torcendosi nervosamente un orecchio.

"Dille che Harry Potter è venuto a trovarla".

Gli occhi marroni dell'elfo si allargarono per la sorpresa.

"Harry Potter? L'amico di Dobby?"

Harry annuì e l'elfo scomparve. Pochi secondi dopo i cancelli si aprirono, permettendogli di passare.

Con un sospiro, si incamminò lungo il sentiero di pietra che conduceva alla porta d'ingresso del maniero. Era un luogo che gli riportava alla mente brutti ricordi, ma aveva bisogno di sapere come stava Narcissa per poter dormire di nuovo tranquillo.

La donna lo aspettava davanti alla porta. I suoi capelli biondi erano legati in uno chignon, c'erano occhiaie sotto i suoi occhi blu ed era molto più pallida dell'ultima volta che l'aveva vista.

"A cosa devo questa visita inaspettata?", chiese lei a bassa voce, senza incontrare il suo sguardo.

Harry salì le scale e le mise una mano sulla spalla. Il corpo di lei ebbe un sussulto e una lacrima le scivolò lungo la guancia.

"Sono venuto a vedere se posso aiutarla in qualche modo".

Narcissa alzò lo sguardo, con gli occhi che brillavano di speranza.

"Mi faresti un favore?"

"Qualsiasi cosa", rispose Harry con un cenno del capo.

La conosceva appena, ma Harry sapeva che Narcissa non era una persona cattiva e non avrebbe chiesto l'impossibile.

"Entra. Parliamo", disse lei, stringendogli la mano e allontanandosi.

La porta d'ingresso si chiuse alle sue spalle e Harry soppresse un brivido, seguendo Narcissa lungo un corridoio buio. I ritratti alle pareti lo seguivano con lo sguardo, ma nessuno di loro diceva nulla.

Quando passò davanti a una delle stanze, vide che il pavimento era coperto di cenere e le pareti erano nere come la pece.

"Che cosa è successo qui?" Chiese Harry, con voce preoccupata.

"Oh, c'è stato un piccolo incendio. L'ho appiccato io stessa qualche giorno fa, non preoccuparti".

Poteva ancora sentire l'odore del fumo. Harry guardò meglio la stanza e vide un lampadario in frantumi sul pavimento di marmo bianco. Sussultò, riconoscendo il luogo. Era il luogo in cui Ron, Hermione e lui erano stati quando Bellatrix li aveva interrogati, e dove Hermione era stata torturata mentre loro due erano chiusi nelle segrete, ascoltando le sue urla e senza poter aiutare la loro amica.

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