PROLOGO.

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18 anni prima.

«Sta diventano una cosa più grande di noi, lo sai Josh! Non avevamo programmato tutto
questo>>

I miei occhi continuano a vagare per la stanza,non trovando un punto preciso, non so cosa dire, cosa pensare, non so e basta.
Inspiro ed espiro, ha ragione Juliet, questa cosa non doveva succedere.
Guardo la foto della mia bambina sulla scrivania, é così piccola, lei non dovrebbe far parte di questo mondo, I bambini non dovrebbero far parte di questo mondo. Nessuno dovrebbe farne parte, ma questo lato del mondo esiste,purtroppo.

Se solo ci fosse Candy qui, lei saprebbe cosa dirmi, saprebbe come comportarsi.
Lei sapeva fare tutto sapeva trasformare ogni cosa, trovava il bello nel brutto, la luce nell'ombra. L'ombra che adesso è entrata far parte delle nostre vite.
Me l'hanno portata via, e quella luce che emanava è rimasta solo negli occhi di Emma.
Posso trovarla solo nei suoi occhi, nei suoi sorrisi, è uguale alla sua madre, capelli color del grano, occhi verdi come edera co un pizzico di marrone.
Ha tutto di lei, il suo carattere, la sua forza, il suo amore, che compensa anche per me da un anno a questa parte.
Candie sapeva a cosa sarebbe andata incontro stando con me, sapeva tutto. Non le è mai importanti di nulla.

'L'amore Josh, quello supera ogni cosa" ecco cosa mi ripeteva ogni volta che mi vedeva preoccupato. Ma adesso posso ancora pensarla cosi? Hanno tolto una madre ad una bambina, una moglie al marito, una figlia ai genitori, tutto. Ci hanno tolto tutto.

Lei era tutto.
La voce di Jack mi riscuote dai miei pensieri nostalgici. Non ho tempo per essere nostalgico,non ho tempo di stare male, sono già  stato male abbastanza,non posso più permettermelo, o almeno, non davanti a tutti.

<< Loro credono che sia stato uno dei miei. Josh l'unica cosa che possiamo fare è separarci e continuare a capire chi sia stato a fare tutto questo, e non parlo solo di Candy.
Dobbiamo proteggere i nostri figli, per il poco tempo che ci resta, loro non devono ancora sapere tutta la verità, non possiamo rovinare a loro l'infanzia, sopratutto ad Emma. Ha già perso troppo pur essendo così piccola, non può rimanere senza nessuno. Troppo sangue è già stato versato, non permetterò che mettano in mezzo anche i nostri figli>> conclude il discorso strofinandosi una mano sul viso stanco.

Annuisco massaggiandomi le tempie, ha ragione, non posso permettere che Emma rimanga da sola, la mia vendetta non deve essere la sua, anche se conosco mia figlia, sicuramente non ora, nemmeno tra qualche anno, ma so che prima o poi anche lei cercherà vendetta. E questa cosa la consumerà, come sta consumando me adesso.

<<Emma deve sapere Jake, sai più di me che nel nostro mondo la prima cosa che cerchi dopo un torto subito è la vendetta, lei ha il carattere di Candy, non se ne starà con le mani in mano, è determinata,caparbia, è pericolosamente fiduciosa, non resterà in panchina. E questa è la cosa che mi spaventa. Se dovesse sapere delle voci che girano? Sai che verrebbe da te>> rispondo continuando a massaggiarmi la testa.

<< Lasciala credere a queste voci, non voglio che si sporchi le mani come abbiamo fatto io e te. Emma e Chis non dovranno diventare come noi>>  continua il mio migliore amico.

<< Jake non capisci, tra lei e Chis scoppierà una guerra fredda, e cosa diremmo noi poi?!>>

Jake continua a camminare per lo studio, sta pensando e il suo pensare mi snerva, come ci siamo ridotti a questo?
Candy dove sei?

<< A tempo debito Josh, a tempo debito quando ci riuniremo gli spiegheremo tutto, sperando che non facciano casini prima, per quanto me ne dispiaccia, e odio ammetterlo, il loro destino è già segnato, non si sfugge da questo mondo>> conclude lasciandosi sprofondare nella poltrona davanti a me.

Annuisco ancora, purtroppo ha ragione,per quanto odi l'idea di Emma dentro il circolo vizioso della malavita, è mia figlia, e io come Jake siamo quelli che i poliziotti chiamano "i pesci grossi" . E Emma come il figlio di Jake purtroppo senza il loro volere ne entreranno a far parte.

Mi alzo da quella maledetta scrivania, prendo la mia giacca di pelle e mi dirigo verso l'uscita dell'ufficio, abbraccio un ultima volta il mio migliore amico e sua moglie, sperando che questi anni passino in fretta, comunque sia, continuerò a cercare l'artefice di tutti questi casini,da solo.

Passo attraverso il pub a testa alta, non posso permettermi di farmi vedere debole difronte ai miei uomini, sicuramente alcuni di loro non vedono l'ora di vedermi vacillare, poveri illusi.

Salgo sulla mia macchina e mi dirigo finalmente dalla mia bambina, mentre sfreccio tra le strade di New York un pensiero del passato si incastra nei miei occhi.
La mia bambina, mentre guarda senza nemmeno fiatare la stanza mia e di sua madre. Sta ferma lì sull'uscio, non entra, osserva.

<<Papà, perché oggi tutte quelle persone continuavano a dire "mi dispiace per la tua mamma?!">>
Mi avvicino a lei è la abbraccio, cerco di non piangere, non voglio che pianga ancora, ha già sofferto abbastanza, e già crescita senza che nemmeno lo sappia.
Così mi faccio coraggio e cerco di dare una spiegazione consona per una bambina di tre anni.
<< Amore sai che la mamma è dovuta andare via perché amava aiutare le persone, però prima di partire mi ha detto di ricordarti che ti osserva dalla stella più luminosa che c'è in cielo,quindi attenuata signorina, la mamma ti guarderà per sempre>>
Lei annuisce e passa il dorso della mano sulle guance per spazzare via quelle poche lacrime scese.
È così forte e così piccola, ha già capito tutto.
<<Non tornerà più, vero papà?!>>
Non rispondo, scuoto solo il capo tendendo gli occhi bassi.

Mi prende per mano e mi accompagna alla finestra, manda un bacio al vento, alza la testa, e mi sorride. Stringe la mia mano con forza, un chiaro segnale di " ci sono io papà non preoccuparti" .

La abbraccio e insieme salutiamo la mamma per poi uscire dalla stanza.

Scuoto il capo per risvegliarmi da quel ricordo, una musica Jazz riecheggia leggera nell'abitacolo.
Parcheggio sul retro della villa è un sospiro di sollievo esce dalla mie labbra quando vedo Emma aspettarmi davanti alla grande vetrata.

Se solo avessi saputo come la vendetta avrebbe consumato la mia piccola Emma, lei e me, se solo avessi saputo.
Ma ormai era troppo tardi.

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