Epilogo

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Cinque anni dopo.

Mentre percorro la lunga navata osservo davanti a me Matilde che sbatte atterra i fiori come se stesse lanciando dei petardi la notte di capodanno.

Una bambina molto graziosa e leggiadra come la madre.

Indossa un vestitino bianco proprio come me contornato da piccoli fiorellini ricamati.
I suoi lunghi capelli biondi ricadono sulla sua schiena formando qualche piccolo boccolo.
Nicholas invece se ne sta buono buono accanto a suo padre.
I suoi occhioni risplendono attraverso la luce che emanano le grandi vetrate della chiesa.

Ironico no?!
Noi che ci siamo sempre reputati immorali e feccia adesso stiamo sigillando il nostro amore davanti a dio.
E non per moda, ma perché per quanto possa essere paradossale, siamo molto credenti.

Non ci sono molte persone presenti oggi, da quando ci siamo trasferiti a Sharjah, negli Emirati Arabi non abbiamo avuto modo di conoscere molte persone, pur essendo che siano passati ormai cinque anni da quando abbiamo lasciato l'America.

Non è stato facile lasciare mia madre, non è stato facile lasciare i ricordi belli e brutti che vivono ancora la, ma qui adesso ho la mia famiglia, la famiglia che quella bambina bionda sognava adesso è diventata realtà, e per quanto possa essere smielato , l'ha creata proprio con il bambino che da lontano studiava ed ammirava, fantasticava su di lui e su come sarebbe stato da grande stare con una bambino così bello.

La Emma di adesso può rispondere:
È estremamente meraviglioso.

Arrivò davanti a Chirs e noto che si sta mordendo l'interno guancia per non scoppiare a piangere anche lui.
Visto che mio padre ha già iniziato a versare fiumi di lacrime non appena mi ha preso sotto braccio per accompagnarmi fino a qui.

Sarò sincera, non è stato per niente un padre perfetto, anzi, tante volte forse troppe ho pensato che nemmeno si meritasse questo titolo.
Ma la vendetta e la tristezza, il vuoto possono farti cambiare.
Ho iniziato a capirlo quando quella notte di ormai sei anni fa Chirs fu rapito.
Ricordo l'odio e la rabbia scorrermi nelle vene.
Ricordo che qualsiasi cosa per me era il tipico "fazzoletto rosso" e io ero il toro.

Non scuso mio padre, ma lo comprendo in parte.
Inoltre in tutti questi anni ha tentato ogni giorno di farsi perdonare.
Non ha perso un compleanno ne mio ne dei bambini ne di mio fratello.
Tutt'ora non mi fa mancare il bacio della buonanotte.

Dopo tanti anni, posso dire che è tornato papà.

Il prete inizia la cerimonia e noi ascoltiamo con tutta l'attenzione possibile.
Cosa che non si può dire di Jeff visto che al terzo sbadiglio mi costringe a girarmi nella sua direzione guardandolo con uno sguardo tutto fuor che da "sposa docile" .

Ovviamente lui  da quanto si possa capire non è assolutamente cattolico.
Al contrario del suo compagno, che per mia fortuna gli assesta una gomitata facendo ridere mio padre e i genitori di Chris.

Ci siamo tutti trasferiti qui, nessuno di noi sentiva New York come casa, anzi era più una prigione.
E noi dovevamo, volevamo evadere.

Dopo aver saputo che Atena non sarebbe mai più uscita dal carcere abbiamo preso il primo volo e tutti siamo approdati qui, una grossa famiglia felice, finalmente.

"Emma White vuoi prendere il qui presente Chirstoper Williams come tuo legittimo sposo per amarlo e onorarlo in salute e malattia, in ricchezza e in povertà, nella buona e nella cattiva sorte fiche morte non vi separi?!"

Un sorriso spunta sul mio viso, non mi separerei mai da lui, nemmeno sotto tortura.

"Lo voglio" annuisco prendendo la fede ma per un istante mi blocco.

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