6.

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Passano diversi minuti, mio padre non riesce a stare fermo in un punto, mentre il signor Williams continua a tamburellare la gamba.

<<Allora>> finalmente il signor Williams prende parola.
Io e Chis siamo più attenti che mai. Non si muove una mosca.
<< Diciotto anni fa tua madre Emma è venuta a mancare, come sappiamo tutti, come dicevo prima , o almeno tutti quelli nella stanza a parte Chis sapevamo la diceria che tua madre fosse stata uccisa da un membro dei Cobra. Ecco, quella sera, io e mia moglie eravamo insieme a Josh, evidentemente nessuno sapeva di questo piccolo particolare, eravamo soliti a stare spesso assieme, voi due adoravate stare assieme, riempivate le nostre giornate di gioia, quella sera siete rimasti assieme mentre noi accorrevamo sul fatto, Candy non era rincasata dal lavoro ed era strano, fino a quando c'è stata una chiamata, susseguita da diverse chiamate ad ognuno di noi. È stato strano e sospetto, sembrava come studiato a pennello.
So che non avete ricordi l'uno dell'altro, ma scusateci per avermi privato di ciò, non ve lo meritavate. Avevamo deciso di tenervi nascosto tutto fino a che non avessimo trovato almeno una pista fattibile per capire chi fosse stato. Beh,non vi diremo quale pista e perché, ma è arrivato il vostro momento>>

Penso che se gli sticker esistessero davvero, io e Chris in questo momento avremmo un grande punto interrogativo sopra la testa.
<<Momento per cosa papà scusa?>> giustamente Chris spezza il silenzio.
<< Per molto tempo tutti noi abbiamo dovuto dividerci per questa faccenda, tanti hanno lasciato amici e amori, tanti se ne sono andati per questa spaccatura, ma oggi , finalmente, posso dire che i due Club possono riunirsi, torneranno i "Flames" dopo diciotto lunghi anni, e sarete proprio voi a farli rinascere>>.
<< No Jake perdonami, non credo di aver capito bene>> iniziò ad agitarmi. Spero non sia quello che sto pensando, ma lo sguardo truce del leccapiedi di mio padre forse non avvalla del tutto il mio pensiero.

<< Noi dobbiamo capire bene come muoversi, da questo momento le nostre redini passeranno a voi due, siete gli eredi di tutto questo>> spalanca le braccia mio padre con fare teatrale.

Spero sia una grandissima presa per il culo.
Erede di che? Della mafia? Mio dio no, non sarò erede del mondo che ha ucciso mia madre.
<< Papà no.>> dico alzandomi << questo mondo ha ucciso la mamma,io non voglio avervi niente a che fare, né tanto meno comandarlo>>.
Siamo faccia a faccia, non mi fa paura, non più.
<< Emma, ormai è già deciso, è stato deciso diciotto anni fa e adesso andremmo a comunicarlo a tutti, fatti rispettare Emma, hai il carattere di tua madre, so che puoi farlo, e per quanto io non possa avere parole di merito, sono fiero della donna che sei>>.
Sinceramente avrei voluto sentire queste parole da parte di mio padre tempo fa, adesso? Adesso quelle parole non hanno nessun effetto su di me. In questo momento vorrei solo mia madre. E so per certo di non poter dir di no a ciò, quindi a testa bassa mi avvio verso la porta, andando verso il mio futuro, un futuro che sinceramente odio già.

Arriviamo davanti al balcone del club, la musica adesso non sfonda più i timpani, tanti sono girati verso di noi, e chi non lo è viene richiamato dai proprio amico con delle pacche sulle spalle.
Il silenzio vige sovrano. Tanto da spaccare i timpani. E io mi sento così tanto in soggezione che non so dove guardare. Mi sudano le mani, ancora .
Vedo come ci guadando i membri dei Cobra, il ripudio per noi contorna il loro viso. Peccato che io non gli odi, semplicemente non mi stanno simpatici. Sarà difficile per me,molto difficile.

<< Allora, sappiamo tutti cosa è successo diciotto anni fa, io e Josh abbiamo meditato per tutto questo tempo su questa decisione, se a qualcuno non dovesse andare bene, quella è la porta, perche questa cosa non cambierà>> la sentenza del signor Williams è chiara e concisa.
<<Sono felice di annunciarvi i nuovi cavalli di battaglia dei  Flames, finalmente possiamo tornare con il nostro nome,con alle redini quesì due ragazzi, i nostri figli, che abbiamo appositamente cresciuto per questo giorno>>
Mentre il signor Williams continua a parlare a quella frase mi volto verso mio padre, sul suo viso vedo solo vergogna e tristezza. Mi ha preparata a questo con quei modi? È impazzito per caso?.

<<Da adesso in poi, io e Josh ci faremo da parte, per qualsiasi cosa Emma e Chis sapranno cosa fare, voi continuate pure a fare quello che sapete, sapete i vostri doveri e sapete di dover restare nell'ombra, per qualsiasi cosa, loro saranno pronti a proteggerci, e aiutarci>> il discorso di Jake finisce così e il silenzio continua a regnare sovrano.
Una voce, una sola voce si fa spazio spezzando.

<<Fammi capire Jake, devo farmi comandare da questa Mosquito? Cosa può fare? Succhiarmi il cazzo come succhia una zanzara del cazzo?>>
Una risata generale si innalza, mandando a benedire il silenzio.
Il volto di mio padre muta, conosco quell'espressione, ma no, non lascerò fare questo lavoro a lui.  Mi ha voluto buttare nell'arena dei leoni, devo imparare a difendermi da sola.

Le gambe si muovono in direzione della voce come se non fossero connesse alla mia testa,come se non le comandassi, lo riconosco adesso, e quell'uomo che all'entrata faceva apprezzamenti.
Mi posiziono davanti a lui, non so nemmeno da dove mi arrivi questo coraggio, incrocio le braccia al petto nascondendo la pistola al suo interno. "Fortuna che è piccola".

<< Ripeti>> il mio tono e calmo e pacato all'apparenza. Nessuno fiata, i Williams con mio padre sono fermi dove prima con occhi spalancati.

Lui con un ghigno stampato in volto sputa ai miei piedi << Ho detto che mi puoi succhiare il cazzo>>.

Istintivamente e ripeto non so con che coraggio estraggo la pistola e gliela punto alla testa.
Appoggio una mano sulla sua spalla e lo sento irrigidirsi. Se prima c'era silenzio, adesso sembra che tutti siano stati inghiottiti da un enorme buco nero.
<<Okay, prima di tutto penso di doverti un attimo sciacquare la bocca con l'acido, poi potrò andare a chiedere a tua moglie come si succhia un cazzo, ma dubito che si accontenti del tuo, adesso fammi questo favore, perché non penso di aver capito bene, ripeti>> quest ultima parola la sussurro così piano che dubito che mi abbiano sentita intorno.
Vedo Chis avanzare ma il mio sguardo si incrocia con il suo per la prima volta questa sera.  È un mix di " fammi provare ti prego" e " se ti muovi giuro che ti faccio diventare un colabrodo".
Kendra sembra guardarmi come se fossi impazzita e Jeff sembra sul punto di iniziare a incitare me a sparagli, Cloe ammira il tutto con faccia schifata. Schifato da me. Poco mi frega di lui.

L'uomo non intende parlare quindi prendo una seduta e mi posiziono davanti a lui.
<< Come ti chiami?>> inizio.
<< Mi chiamano Moster>> sospira.
<< Bene,hai figli Moster?>>
<<Si tre,due maschi e una femmina>> sospira ancora.
<<Bene,felice per te, ma dimmi: ti piacerebbe che qualcuno chiamasse tua figlia puttana, o succhia cazzi?>>
Scuote la testa, sono dell'idea che conversare sia la soluzione migliore, queste persone sanno solo in parte cosa sia la fiducia, nell mondo l'hanno persa, gli restiamo solo noi.

<<Allora cosa facciamo Moster, chiedi scusa e ri iniziamo da capo, oppure devo continuare con una cazzo di pistola?>> <<Senza rancore eh>> gli porgo la mano e spero tanto che la stringa.

Guarda la mano e poi me, mi guarda negli occhi, io guardo i suoi e capisco che non sa cosa fare, mantengo il contatto visivo e finalmente la stringe.
<< Grazie Boss>> il suo ringraziamento è quasi un sussurro.
<< Di nulla Moster, quando vuoi sarò qui,ma chiamami Emma,grazie>> dico alzandomi con un piccolo sorriso. Sono fiera di me.
Gli do le spalle e torno alla mia posizione iniziale.
<<Brava Emma>> sento sussurrare mio padre.
<<Dobbiamo ancora parlare e sarà difficile che ti perdonerò per tutto quello che mi hai fatto passare>> gli comunico. Lui annuisce non replica.

Decidiamo di fare i riti di "iniziazione" non so nemmeno cosa siano, tra 5 giorni. Dovrò informarmi su ciò.
Torno da Kendra e Jeff che appena arrivo mi prende in braccio facendomi ridere.
<<Giuro che ci divertiremo,ti farò vedere questo mondo meno brutto te lo prometto piccola Emma>> Jeff mi abbraccia forte per poi andare dagli altri. Lui è proprio diverso,sarebbe un ottimo amico.
Salutiamo tutti e finalmente decidiamo di tornare a casa.
Quando sono sulla soglia sento una mano afferrarmi il polso.
<< Tormento dobbiamo parlare>> la sua voce è calma e calda.
Strattono via il braccio, non mi sono scordata ciò che mi ha detto, è stato subdolo e cattivo.
<Hai già detto tutto,forse troppo oggi>> sentenzio guardandolo negli occhi.
Lo oltrepasso e finalmente mi dirigo verso casa insieme a Kendra.

Non vedo l'ora di parlare con mio padre, ma devo ammettere che una parte di me spera di far cambiare in meglio questo mondo, anche se so che sarà impossibile. Forse mi omologherò a loro, chissà.
Intanto continuo a lisciare la pelle dove Chis ha posizionato la sua mano, chissà perché.

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