𝐋𝐚 𝐟𝐢𝐧𝐞?

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𝐏𝐨𝐯'𝐬 𝐇𝐞𝐥𝐞𝐧.
6:15 mattina

È un lunedì mattino, gli uccelli cinguettano e il sole sta quasi per sorgere, sbadiglio e mi stiracchio un po' prima di alzarmi e andare a farmi una doccia. Mi siedo al centro del letto e penso a cosa fare prima di iniziare la giornata. Guardo l'altra parte del letto, lui non c'è. Sospiro e scuoto la testa.Ormai ci ho fatto l'abitudine.

Mi alzo e mi dirigo verso il bagno, alzo la testa e mi guardo allo specchio. Sta mattina sono messa piuttosto male, ho delle occhiaie che arrivano quasi al pavimento, e in viso sono abbastanza pallida, forse perché ho dormito poco a causa del film horror che ho visto.

Sono una cogliona.

Avevo deciso di guardare un film horror alle 03:00 di notte, non sto bene mentalmente.

Entro nella doccia e regolo la temperatura, la metto tiepida, chiudo gli occhi e penso a quella sera, in cui lui si è preso gioco di me con quelle stupide carte. Sono stata una deficiente, dovevo rifiutare di giocare quella sera, invece non l'ho fatto. Mi sento così ridicola, cosa mi aspettavo da lui?.

Apro gli occhi e smetto di pensarci, ormai è inutile pensare al passato, non posso fare nulla per cambiarlo. Chiudo l'acqua della doccia ed esco, metto un accappatoio e apro la porta del bagno, mi dirigo verso l'armadio, e prendo una maglia nera con dei pantaloni bianchi. Un outfit abbastanza semplice per oggi. Esco dalla stanza e scendo le scale, mi dirigo in salotto e incontro a Ella. << Buongiorno Helen>>. Dice sorridendo, oggi sembra di buon umore. << Buon giorno>>. Rispondo ricambiando il sorriso.

Così iniziamo a parlare e il tempo vola velocemente, parliamo del più e del meno, del nostro cibo preferito, del nostro hobby preferito, stagione preferita. Quasi di tutto, come se ci fossimo appena conosciute. Il che non mi dispiace, Ella è ormai come una sorella per me, nonostante io l'abbia conosciuta da poco.

Dopo cinque minuti sento che qualcuno si sta avvicinando a noi, mi volto e vedo a Elia che tiene per mano un bambino di circa quattro anni. Ella spalanca gli occhi.

È ovvio che quel bambino sia suo nipote.

<< Dove si trova adesso? vuoi fargli del male?>>. Ella abbassa lo sguardo dopo aver detto questa frase, chiaramente lei non vuole tutto questo.
<< Hai intenzione di far del male al piccolo?>>. Aggiunge in fine guardando al bambino con un aria triste. << Ovviamente no, è pur sempre mio nipote. Ho intenzione di farlo collaborare con me un giorno>>. Risponde con orgoglio e guarda al piccolo che trema di paura. << Tesoro, ti presento mio nipote>>. Aggiunge con un sorriso. Mi abbasso e accarezzo i capelli del piccolo, sorrido per non metterlo a disagio. << Come ti chiami? >>. Domando al bambino che mi guarda con paura.

Non voglio che mi veda come "un nemico". Amo i bambini, ho molta pazienza con loro. Voglio acquistare la sua fiducia, ad ogni costo. Deve capire che non voglio fargli del male. E che non sono come suo zio. << M-Marcus>>. Mi risponde balbettando. << Ohh, ma che bel nome! >>. Dico entusiasta. Mi guarda e fa un piccolo sorriso, ma sembra forzato.

È chiaro che non si sente a suo agio.

                                ________

20:30

Siamo seduti in salotto, io Elia e il piccolo Marcus. Lui fa delle ricerche sul computer, io finisco di leggere un romanzo, e il bambino guarda i cartoni sulla tv, per il momento sembra tranquillo, "spensierato".

Spero solo che continua ad essere così. Perché se inizia a cercare sua madre...

Siamo fottuti.

𝐒𝐨𝐥𝐨 𝐮𝐧 𝐆𝐢𝐨𝐜𝐨?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora