Capitolo 4

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Arrivò alla porta dell'ufficio di Bridgerton senior, lei non lo aveva mai conosciuto. Ma vederlo nel quadro appeso nel soggiorno di Violet, gli dava un senso di tenerezza....avevo lo stesso sorriso sornione di Colin e dagli occhi sprigionava la stessa dolcezza.
Bussò piano....nessuno rispose, poi bussò più forte, facendosi male alle nocche.
-Colin sei qui? -
Colin era seduto alla scrivania con una gamba sul bracciolo e un bicchiere alla mano che si dondolava pericolosamente sulle due gambe posteriori della robusta sedia.
-Ohh piccola Penelope sei venuta nella tana del lupo a tuo rischio e pericolo..io me ne andrei. - disse Colin sottovoce.
Penelope non sentì nulla.
-Colin sto entrando... - disse aprendo la porta.
La investì una ventata di aria stantia, odore di tabacco e profumo di cedro  e poi un odore più muschiato e torbido, odore di Colin.
Questo odore la colpì forte della sua femminilità, non gli era mai successo e il cuore iniziò a maltellare  velocemente tanto che si mise una mano sul petto come per fermarlo.
Penelope si fermò sull'uscio cercando di orientarsi era completamente buio.
Si spostò piano spostandosi verso il centro della stanza.
-Colin, so che sei qui, sento che ci sei. Per favore puoi accendere la luce? -
Nulla. Poi sentì come un movimento di aria, come se qualcuno gli fosse passato vicino, sentì un brivido alla nuca.
-Colin sai che non mi piace il buio ti prego accendi la luce così possiamo parlare-
Penelope sentì il chiavistello della porta chiudersi dietro di lei, riuscendo a vedere a malapena si avventò sulla porta cercando di aprirla.
-Colin cosa hai fatto! Devi aprire subito questa porta! - cercando di smuoverla invano.
-Vieni a casa mia e mi comandi a bacchetta?? Penelope Featherington? Ohh scusi Penelope? Quale è il tuo cognome ora? -
La voce se sentiva, dietro di sé, era cavernosa a roca. Penelope era rivolta verso l'uscita e lo sentiva poco lontano da lei, ne percepiva il calore... l'odore..non osava muoversi per non imbattersi contro di lui. Non era la voce del Colin che conosceva.
-Questa in effetti non è casa tua, ma di tua madre Violet....in teoria... - lo sapeva di aver detto qualcosa di stupido...ma qualcosa doveva pur dire..
-Davvero Penelope? - disse Colin con sarcasmo
-E sono Penelope Featherington... -
-Ahh già hai sposato il tuo lontano cugino.... - disse Colin avvicinandosi un po' di più, aveva bisogno, un'urgenza di sentirla più vicina di sentire il suo odore...già era eccitato da morire... Ma voleva giocare un po' con lei. Del resto dopo come l'aveva trattato doveva prendersi una rivincita.
La percepì prima di toccarla, una scossa elettrica. Non si era mai sentito così con Penelope. Prima provava per lei una fonte di infinita tenerezza, certo a tratti provava un fervore e una eccitazione tipica di un uomo  innamorato. Ora invece provava qualcosa di più forte, intenso, lussurioso. Forse perché non poteva più averla....era il fascino del proibito, pensava. Voleva sedurla, annusarla, assaggiarla. E lo avrebbe fatto. Anche se poi sarebbe stato dannato a vita.
-Allora....chi abbiamo qui? - disse appoggiandosi alla porta con un braccio e con l'altro prese Penelope alla vita.
Penelope trattenne il fiato...quasi impaurita, poi si infuriò. Erano tutti preoccupati per Colin e anche lei era stranita dal suo comportamento.
-Smettila di giocare, Colin Bridgerton, apri la porta, accendi la luce e parla con me! -
Fu come accendere la miccia di un petardo, sentire la voce vibrante di nervosismo di Penelope, sentire il suo calore e il suo alito contro di sé, Colin si eccitò così tanto che quasi gemette. E si spinse contro di lei con forza.
-Ti sembra che io stia giocando? Sei sposata oramai cara Penelope, lo sai cosa significa questo -spingendo l'inguine eccitato contro di lei. - sai cosa significa? Che ti desidero da una vita, che desidero baciare ogni centimetro della tua carne di burro, che la mia lingua vorrebbe assaggiare ogni tua dolce piega. Che vorrei sentire gridare il mio nome, non il nome di tuo marito, ma il MIO nome, ogni volta che vieni! Non sto proprio scherzando! - disse sibilando al suo orecchio - ma sai, sono solo uno girovago sognatore, è così che mi hai chiamato quella sera con le tue amiche vero? - disse allontanandosi da lei di colpo.
Penelope perse l'equilibrio atterrando sulle ginocchia, era ancora rimasta con l'immagine della lingua di Colin tra le sue pieghe e con un formicolio tra le gambe che non aveva mai provato.
Il gentiluomo in Colin, ancora non del tutto sopito, andò in suo soccorso tirandola su senza tante cerimonie.
Questo bastò a Penelope a pensare alle parole dette da Colin.
Colin pensava che lei si fosse sposata.
E Colin aveva ascoltato la sua conversazione con quelle pettegole, l'ultima sera che si erano visti.
Penelope lo allontanò senza la grazia che sempre la guidava.
-Colin Bridgerton per prima cosa prima di parlare con me devi farti una doccia fredda! -
Colin cercò di contrabbattere...
-No.... No. Ascoltami bene! Io non mi sono sposata....non che siano affari tuoi... Ma mio cugino è molto giovane e si è innamorato di mia sorella Felicity appena l'ha vista è lei che sposerà. Come vedi sono ancora zitella e ...tu non hai ascoltato tutta la conversazione che ho fatto quella sera con quelle megere.-
-Però mi hai chiamato vagabondo sognatore... -
-Girovago sognatore...non vagabondo, girovago e non ho detto nulla di male, viaggi e se un sognatore e accidenti a te la vuoi accendere questa maledetta luce!! - disse alzando la voce più del dovuto.
Colin prima sorrise poi iniziò a ridere di gusto.

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