Barbara era sdraiata sul divano a guardare la TV, Marco aveva preso posto sul tappeto appena sotto. Si erano parlati poco dopo cena. Vide la sua mano scendere e muoversi sul tappeto, con due dita a mo' di gambe che camminavano verso di lui. Fece finta di niente. La punta dell'indice prese a fargli il solletico sul fianco, poi sulla pancia. Alzò le mani in segno di resa.
- Non provi nemmeno a combattere? - Sorrise.
- No, con te sarebbe peggio.
La mano si ritirò, Barbara stava togliendo pantaloncini e maglietta.
- Ho caldo - fu la risposta prima che potesse chiedere.
Di nuovo sentì la mano di lei avvolgerlo portandolo in alto sul divano. Lo aveva appoggiato sulla pancia, il suo corpo enorme disteso emanava un piacevole tepore.
- Levati le scarpe, però.
Marco eseguì evitando di replicare che non era certo stata un'idea sua, lei prese le scarpe osservandole un attimo - Riproduzioni in miniatura perfette, me ne regali un paio che ci faccio un portachiavi?
Marco scrollò le spalle - Se ci tieni.
- Certo che ci tengo - le lanciò sul pavimento come fossero dadi. Ora lo stava fissando e lui fingeva di non notare le due colline coperte da reggiseno appena sotto il suo viso. La pancia si muoveva al ritmo del respiro e doveva mantenersi in equilibrio.
- Dove vorresti andare? Salire verso di me o scendere dall'altra parte? - Sorrise maliziosa.
Marco si girò e vide il ventre su cui poggiava terminare con l'elastico degli slip.
- Sicura che sono nella posizione di poter scegliere?
- Ovvio che no - sorrise - Dai, cammina verso il mio ombelico, mi piace questa sensazione.
Marco raggiunse l'ombelico con qualche difficoltà, il ventre si alzava e si abbassava, il respiro di Barbara si era fatto più profondo e gli occhi erano socchiusi.
Sentì la punta del suo indice infilarsi tra i piedi e salire piano verso le ginocchia aprendogli le gambe, un brivido di calore lo invase in tutto il corpo.
- Cosa possiamo fare io e te? - La punta del dito continuò a salire divaricando le cosce fino quasi all'altezza dell'inguine, il cuore di Marco si faceva strada per uscire direttamente dalla bocca.
Il dito si fermò appena sotto il cavallo dei pantaloni per un attimo che sembrò eterno, lo sfiorò appena un po' più su col polpastrello, poi lo tolse delicatamente.
- Finché sei in questo stato, non possiamo fare molto.
Marco restò impalato e confuso, non gli usciva nessuna battuta tagliente.
Lei lo guardò compiaciuta - Mi piace quando fai così.
- Così come? - le parole uscirono a fatica.
- Quando smetti di fare lo spavaldo e ti comporti da piccolo tappo quale sei - rise.
Non ci fu risposta. Barbara capì di aver esagerato, lo prese e se lo portò sul cuore, disteso sotto la sua mano.
- Grazie di essere rimasto con me stasera.
Marco sentiva il battito del suo cuore, si rilassò e cercò di dimenticare la mortificazione subita, soprattutto evitò di pensare di essere su un'enorme tetta, la tipa era imprevedibile.
Barbara avvertì il contatto di quello gnomo sul suo petto, una sensazione di calma mista a desiderio. Immaginò che tornasse d'un tratto a dimensioni normali, non era sicura di cosa avrebbe fatto, il groviglio emotivo era ancora troppo complicato da sciogliere. Non sarebbe più stato in suo potere, o forse sì, ma non letteralmente nelle sue mani e ai suoi piedi.
Farsi adorare le era piaciuto parecchio, non si era sentita un trofeo da esibire agli amici.
Un mazzo di chiavi risuonò sulla porta d'ingresso aprendola. Si mise in allarme, teoricamente non doveva tornare nessuno.
STAI LEGGENDO
MicroBoy - Un amore all'altezza
RomanceMarco è amico di Martina, lei lo accompagna a scuola e lo aiuta negli spostamenti perchè Marco ha un problema: un rarissimo virus lo ha rimpicciolito all'altezza 15 centimetri. Marti è molto attaccata a lui, Marco invece è innamorato dell'inarriva...