0.7 Be brave, I'm coming to hold you now.

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Non mi pentivo di essere andato alla festa ne di essere rimasto sveglio fino a tardi ma in quel momento, con la faccia da idiota per il primo giorno di lavoro forse avrei dovuto.

Mi avevano detto di presentarmi alle quattro di pomeriggio e giá alle tre e mezza ero lí, e questa forse era l'unica cosa buona che avevo fatto per questo lavoro, essere puntuale.

Avevo inviato richieste a chiunque, non avendo esperienze lavorative. Sarebbe stato comunque un lavoro esclusivamente per poter pagare senza troppi problemi e senza chiedere troppo ai miei l'affitto e la mia vita lontano da Melbourne. Alle fine ero stato accettato in un negozio di libri e musica come diciamo commesso, più o meno.

Non era un lavoro troppo impegnativo e per mia fortuna, non dovevo lavorare ogni singolo giorno, e avevo dei turni corti che si alternavano perchè il negozio non rimaneva chiuso fino a tardi, quindi mi andava benissimo perchè nel frattempo avrei dovuto cercare di capire quello che volevo fare veramente nella vita che non era assolutamente consigliare libri a pensionati.

Mi avevano giá istruito su quello che dovevo fare e adesso ero nella mia postazione a pensare/sognare tutto quello che era successo ieri.

Era una cosa che riuscivo a fare molto bene e la maggior parte delle volte nessuno si accorgeva che in realtá, anche mentre parlavo o facevo qualcosa, la mia mente poteva essere benissimo altrove.

In questo momento pensavo a Luke. Piú precisamente all'espressione che aveva Luke mentre dormiva.

Perchè dopo aver sistemato tutto e aver discusso degli album dei Linkin park fino alle tre di notte, non mi aveva lasciato assolutamente tornare a casa. Ci eravamo addormentati invece nel divano come due deficienti.

L'idea che Luke mi vedesse di prima mattina peró, conciato come ero mi faceva morire dalla vergogna cosí, appena due ore dopo che il sonno ci aveva presi, me ne ero andato dritto a casa mia, che avevo scoperto essere piú distante di quanto Luke mi avesse fatto credere quando mi aveva accompagnato a casa.

Non ero risuscito ad andarmene peró senza fermarmi a guardarlo dormire. Era davvero una delle cose piú belle che avessi mai visto.

La sua espressione era pura dolcezza e sebbene lui sia molto piú alto di me, lí fermo la sua altezza non contava piú niente. Era cosí tenero che avrei voluto stringerlo più che potevo.

Non mi ero scordato infatti delle sue lacrime di ieri e il fatto che lui soffrisse cosí, qualunque fosse il motivo, mi distruggeva dentro.

Non volevo lasciarlo come una prostituta che sparisce la mattina seguente cosí gli lasciai un bigliettino sul tavolo.

"Buongiorno Lukey, non so a che ora ti sveglierai quindi non so se sará veramente giorno o nemmeno se sará un giorno buono in realtá ma spero di si.
Sto scrivendo una serie di boiate ma forse sono le cinque di mattina e non capisco niente.
Ci sentiamo dopo, salutami Cal.
Mikey x"

Ripensandoci era un bigliettino piuttosto stupido, ma non avevo davvero cervello per pensare ad altro.

Uscì dal lavoro e tornai a casa che erano le otto di sera. Il giorno dopo avrei dovuto lavorare di mattina cosí dopo un pasto veloce mi fiondai sotto il getto dell'acqua calda e mi rilassai infinitamente.

Una volta a letto presi il telefono che non avevo quasi toccato tutto il giorno.

Risposi ai messaggi di Ashton e Sarah che avevano creato un gruppo di messaggi con me, e che mi fecero ridere istintivamente.

Adoravo la naturalezza con cui scriveva Sarah.

Persino scrivendo di cose terribili riusciva a farti ridere e spesso era davvero geniale.

Unintended ||mukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora